Friday, November 22, 2024

17/2007

Photo: Mario Zifarelli
Text: Riccardo Sepe Visconti

A cosa si sta dedicando in questo periodo?

Sono appena rientrato da un grande megashow in Montenegro, paese meraviglioso e poco conosciuto in cui consiglio di andare. In ottobre andrò in Pakistan per capire se è il caso di sfilare lì, dato che si tratta comunque di un paese che sta attraversando una fase travagliata della propria storia.
Sono i governi di questi Paesi che la invitano, perché tengono ad avere un evento legato a stilisti famosi?
Sì, così è stato in Montenegro e Russia: lì ci ammirano molto e sono sempre molto gentili con noi, l’accoglienza è splendida, mentre in Italia si dà molto per scontato.
Quanto del lavoro dello stilista è rivolto all’estero e quanto all’Italia?
Noi indirizziamo il lavoro in maniera coerente e le collezioni presentano alla clientela un’immagine unitaria del marchio Rocco Barocco, che è la medesima in Italia come in Cina o Arabia Saudita; ciò che cambia sono dettagli tecnici, come la lunghezza dell’abito in Cina, per esempio, per adeguarsi alle esigenze fisiche delle clienti cinesi.
Quali sono i mercati più interessanti in questo momento?
Sicuramente i nuovi Paesi come India, Montenegro, Paesi Arabi, Cina, corrispondono a ciò che negli anni Ottanta erano gli Stati Uniti. Ho aperto quindi 3 negozi in Arabia Saudita, ne aprirò uno ad Abu Dabi a ottobre-novembre e uno addirittura in Siria, all’inizio del 2008. Ormai l’Europa e gli USA sono mercati saturi, mentre i paesi emergenti sono molto interessati ai nostri prodotti.
Quanto dedica ai viaggi?
Un tempo ero molto pigro e delegavo, adesso invece preferisco andare di persona e il riscontro è maggiore del cento per cento: in quei Paesi incontro persone che sono molto interessate a conoscere lo stilista, a capire il suo lavoro, a scambiare idee.
Ci sono luoghi che la affascinano in maniera particolare?
Sicuramente ho molta curiosità per i paesi orientali.
L’attraggono di più per i paesaggi o per le persone?
Sicuramente per la cultura, per il modo di pensare e quindi di vivere così distante dal nostro. Sono culture che non dovrebbero perdersi assimilandosi a quella occidentale, e se capisco che la tendenza generale è inevitabilmente questa, tuttavia credo che dovrebbero cercare di conservare le loro caratteristiche e peculiarità. Mi piace cercare i paesini che mantengono le tradizioni e i modi di vivere tipici, invece l’eccesso di lusso di luoghi come l’albergo a 7 stelle di Dubai non mi attrae, è avveniristico, stupendo, ma non è per me.
Al ritorno porta con sé qualcosa che la ispirerà disegnando le nuove collezioni?
Elaboro un mix che contiene sicuramente influenze delle culture con cui entro in contatto. Due o tre anni fa ero stato a New York a vedere un musical che si chiama “Bollywood”. Mi ha colpito al punto che sono andato a Bombay a visitare gli studios in cui si fanno le grandi produzioni cinematografiche indiane e che hanno fatto guadagnare a quella città la fama di Hollywood dell’India e poi ho realizzato una collezione che ho chiamato proprio “Bollywood”, creando stampati con immagini ispirate alle locandine disegnate dei film, come ancora fanno lì: hanno avuto un grande successo.
Ci sono regole di mercato alle quali nessuno può sottrarsi?
Oggi le multinazionali comprano i marchi e quindi condizionano e indirizzano il mercato, pochi sono ancora completamente padroni del proprio marchio, io sono fra questi e quindi riesco a fare un prodotto creativo.
Quando arriva l’ispirazione?
Quando sono rilassato, soprattutto quando viaggio in treno. Mi piace più dell’auto e dell’aereo: in treno chiudo gli occhi e penso…
Com’è strutturata l’azienda Barocco?
Come tutte le aziende c’è un presidente, che sono io, ho 2 assistenti, un direttore commerciale, 2 pierre (uno per i giornali e uno per gli altri media), un ufficio di grafica; ogni stagione scegliamo un fotografo, io preferisco quello meno noto ma più bravo a quello magari famoso ma meno interessante, anche se naturalmente i giornali privilegiano il secondo perché già conosciuto e lo stesso discorso vale per le modelle, si tende a scegliere quelle famose.
Qual è la modella che in assoluto le piace di più?
Jasmine Parvenah Le Bon (ndr. top negli anni Ottanta, moglie dell’ex Duran Duran Simon Le Bon), per le sfilate ho avuto tutte le più famose, da Claudia Schiffer a Naomi Campbell.
Quale le ha dato i maggiori grattacapi?
Naomi, sicuramente: durante la sfilata nessuna delle vestieriste voleva prepararla, mentre Valeria Mazza, la Schiffer sono sempre state tutte molto carine ed affettuose.
Quali attrici preferisce vestire?
Un po’ tutte le protagoniste del vecchio cinema hanno indossato i miei abiti; le nuove non sono più grandi star come una volta ma piuttosto belle ragazze che hanno successo per un certo periodo, soprattutto in televisione, dove però c’è un forte ricambio. Un tempo la bellezza era molto più rara di oggi, quando è quasi impossibile trovare una donna di spettacolo brutta, ma al tempo stesso la bellezza è diventata qualcosa di molto innaturale.
Preferisce donne con un seno importante o snelle?
Nella cultura di oggi avere un seno importante è fondamentale perché è bello e a me piace, anche se come stilista dovrei dire che preferisco il seno piccolo, ma mi piace soprattutto se è naturale. Quando invece è rifatto mi colpisce meno perché l’effetto non è lo stesso e si vede: a quel punto è meglio ritoccarsi in maniera discreta, senza esagerare.
Cos’è per lei la bellezza?
Se ci si riferisce ai canoni classici, allora la donna bella deve avere un bel nasino, bei denti, un ovale regolare, bei capelli; mentre la bellezza interiore sta secondo me in uno sguardo che riesce a esprimere lo stato d’animo e io preferisco quest’ultimo tipo di bellezza.
Le è mai capitato di commuoversi di fronte alla bellezza?
Ero in Russia, a San Pietroburgo, in un museo dove sono esposte così tante statue di Canova, e così belle, che tutto quello splendore creato da un solo artista mi ha lasciato stupefatto.
Allora le consiglio di andare a visitare la cappella di San Severo, nel centro storico di Napoli.
Ma io lì ci sono cresciuto! Abito a due passi e appena arrivano amici da fuori li porto subito a visitare il “Cristo velato” del Sammartino.
Quanto è importante per gli stilisti che attrici celebri li scelgano in occasione di eventi come gli Oscar o programmi televisivi di successo?
Non più di tanto, per noi stilisti di livello, perché le clienti importanti non si fanno influenzare dal fatto di vedere l’abito di un certo stilista indossato da un’attrice celebre, nel momento in cui decidono cosa acquistare. Invece per un’azienda commerciale, che magari ha una griffe meno affermata, conta di più, perché in genere i media condizionano il pubblico che acquista gli abiti di questo tipo di aziende.
E come spiega che sempre più spesso gli stilisti prendono parte a trasmissioni televisive?
Credo che oggi alla donna che indossa un abito o un accessorio Rocco Barocco faccia piacere vedere e conoscere un po’ il creatore, la curiosità verso queste cose è maggiore di un tempo.
Ha mai disegnato i costumi per uno spettacolo teatrale?
No, me lo hanno proposto più di una volta, l’ultima per La Traviata al teatro San Carlo con la regia di Massimo Ranieri, ma la cosa non si è realizzata per mancanza di fondi che ha costretto la produzione a servirsi di abiti di archivio. Devo dire che mi sembra un lavoro più documentaristico che creativo e quindi non mi attira moltissimo, semmai mi piacerebbe farlo per un’opera di ambientazione contemporanea che lasci maggior libertà di espressione anche attraverso i costumi.
Lei è in ottima forma fisica: come fa?
Sono molto attento a ciò che mangio perché ci tengo a star bene, mi segue una nutrizionista e ho imparato ad avere abitudini sane, non fumo e bevo solo acqua; mi concedo di mangiare di più solo nel fine settimana. Pratico anche sport, con un personal trainer che viene a casa 3 volte la settimana. Faccio 40 minuti di tapis roulant, poi flessioni, addominali, pesi, tutto in maniera soft, non dev’essere una costrizione ma rimanere sempre nell’ambito del piacere di prendersi cura di se stessi.
Da quanto tempo segue questo regime?
Da una decina d’anni. Mi fa sentire molto meglio, in primo luogo mentalmente.
Il tempo che passa non la spaventa?
Se lo hanno affrontato donne splendide come Virna Lisi e Sofia Loren, per un uomo costituisce un problema molto minore, è una fase della vita che tutti dobbiamo passare, ciò che conta è arrivarci bene, in salute e con uno spirito felice; poi oggi ci sono tante cure cosmetiche che aiutano, l’importante è non essere ‘invasivi’ ed eccessivi.
Ischia è per lei anche un posto in cui ritrova la forma fisica?
A settembre-ottobre faccio inalazioni, massaggi e bagni nelle acque termali, spesso ai giardini Poseidon. L’isola l’ho vissuta intensamente da ragazzo: nella stagione estiva lavoravo nella boutique Rino Shop, al centro di Ischia Porto, mentre d’inverno al mattino frequentavo la scuola naturalmente, ma al pomeriggio ero molto in giro, ad esplorare come amano fare i ragazzi, e mi piaceva molto andare a Nitrodi e a Cavascura, dove ci sono fonti di acqua termale.
Esiste qualcosa che le fa paura?
Un tempo credevo la morte: oggi no, perché penso di vivere bene e credo che tutto quanto si è seminato in vita lo si ritrova dopo e so di non aver commesso cattiverie.
Che passioni ha, a parte la moda naturalmente?
In questo periodo della mia vita sicuramente i viaggi: sono curioso di vedere e conoscere come prima non mi capitava.
Quando se lo concede, cosa ama mangiare?
Adoro la pasta, in tutte le forme, con tutti i legumi possibili (i miei piatti preferiti in assoluto sono la pasta ‘mischiata’ con spolichini freschi e le polpettine fritte) e poi amo tutto ciò che è partenopeo. Se sono a Napoli e voglio fare un pranzo tradizionale, cucinato divinamente, vado da Carmine in via dei Tribunali, lì si sentono gli stessi profumi che c’erano in casa durante la mia infanzia. La sera invece mi piace cenare da Cicciotto a Marechiaro, si mangia affacciati sul mare e naturalmente il menù è tutto a base di pesce, ottimo. Questi, però, sono strappi alla regola e quando torno a Roma sto attento a rimettermi subito a regime.
Ci sono ristoranti in cui ama particolarmente andare quando è a Ischia?
La domenica scelgo Cocò perché fanno le polpette e anche il coniglio è molto buono; da Duilio vado durante la settimana, a pranzo, per le insalatone fresche e i ravioloni ripieni di pesce; alla Vigna di Alberto vado la sera, soprattutto in inverno quando è molto accogliente, mi piacciono le orecchiette con spinaci e ricotta, il salame e il maiale con le ‘papaccelle’, cioè i peperoni conservati sott’aceto; amo molto la parmigiana di melanzane e il pesce al sale di Peppe Taliercio, ai Maronti, di lui apprezzo la cura che pone nel dare il meglio ai suoi clienti più affezionati.