Thursday, November 21, 2024

23/2008

Photo: Redazione Ischiacity
Text: Ciro De Angelis

 

L’incontro tra uno scenario vicino, vissuto, come uno scorcio di Ischia e il colore usato sotto forma di cromie di luci e contrasti inverosimili ci ridanno il lavoro pittorico di Antonella Buono, che è stato in mostra alla Torre del Molino (ex carcere, oggi trasformato in sede di eventi) dal 6 al 25 giugno 2008. L’artista dipinge con una tecnica che, come ha giustamente descritto Luca Mazzella (figlio del Maestro Mazzella da poco scomparso), rivela “un impasto steso con una spatola proprio per restituire un corpo più spesso”, creando così un gioco di dimensioni rilevato non solo dal colore e dalla prospettiva. Presenti al vernissage tra i molti amici, anche alcuni artisti isolani di cui Antonella Buono frequenta gli atelier: Marco Cecchi, Antonio Cutaneo, Michele Cocchia, ed inoltre altri colleghi giovani e decani del mondo dei pittori ischitani: i fratelli Giuseppe ed Antonio Cigliano, Giovanni Lubrano Lobianco, Filippo Cianciarelli, Massimo Venia, Davide Curci. Infatti dopo la frequentazione napoletana di un triennio in un atelier, dove Antonella nel suo approccio con l’arte visiva si è proiettata su forme soggettuali più intimistiche proprio per un bisogno vivido di comunicare a se stessa, col suo rientro ad Ischia e l’avvicinamento alla scuola pittorica isolana, ha reso un’espressione visiva più calibrata su uno scenario geografico (il faro, la chiesa del Soccorso, il torrione a Forio o il Castello Aragonese, la cupola della Cattedrale ad Ischia Ponte) e sulla cromia dei suoi quadri, ricca di contrasti, e in cui si può intravedere una caratteristica introspettiva dell’autrice. Al tempo stesso introversa ed espansiva, profondamente gentile e affabile ma con un temperamento meditativo, quasi in lotta con se stessa per una proliferazione di sentimenti contrastanti e anche un introiettare continuo (con una conseguente ricaduta artistica) di idee e forme. Eppure, al di là di quell’effetto cromatico di uno scorcio dell’isola, diventa dato personale un improvviso strale di colore acceso e funesto, come se l’animo fosse perturbato dall’idea che qualcosa debba eludere quello stato di calma apparente che è nella quotidianità ischitana. Disposti su tutte le superfici murarie dell’ingresso dello spazio alla torre del Molino, i quadri di Antonella Buono catturano nella loro policromia il nostro paesaggio con suggestive visioni personali, mentre la pittrice – collocati sul pilastro frontale della sala – ha regalato tre ritratti lavorati in segreto e che perciò hanno destato grande emozione tra i personaggi raffigurati e gli astanti. Il più visibile, già acquistato dalla stessa protagonista, è quello di Vittoria; il più vivido, un atteggiamento pensoso del marito Ciro Rainone; infine il più nascosto è una coppia di amici d’arte, Luca Mazzella e Davide Curci.