Kèramos è argilla impastata, accarezzata, cot- ta, decorata, è forma e colore, è materia tra- sformata ad arte: grazie alle mani e all’ingegno di Gaetano De Nigris e Nello Di Leva, Kèramos da ben 17 anni è il laboratorio artistico più pro- duttivo dell’isola d’Ischia. Sono gli eredi di una tradizione che ha millenni di vita alle spalle e che affonda le sue radici nella colonia di Pithe- cusa (fondata dai Greci sull’isola d’Ischia, pro- duceva ceramiche che sono state ritrovate in tutto il Mediterraneo), questi artigiani esperti (34 anni di lavoro per Nello e più di 50 per Gaetano), che riescono con le loro opere a man- tenere un legame reale e creativo fra l’antico ed il contemporaneo, realizzando oggetti che è facile desiderare di possedere, espressione di allegria, fantasia e buon gusto. In una stradina tranquilla del borgo di piazza Maio a Casamic- ciola Terme – alle pendici del versante dell’Epomeo dove si estraeva l’argilla lavorata ed espor- tata in tutta Italia – le vetrine variopinte invitano ad entrare nel grande showroom-laboratorio dove l’argilla dimostra tutta la sua versatilità: si va dagli oggetti puramente decorativi – animali, tegole dipinte, mattonelle, oggetti d’arredo – a quelli che hanno anche la loro funzionalità, vasi dalle forme estrose, originali portamozzarella, poggiamestoli, servizi da tavola e da caffè, ce- ste per la frutta – tutto rigorosamente in cera- mica – con i temi classici della natura isolana,limoni, melograni, uva. Le fasi di lavorazione sono numerose, i pas- saggi delicati e per ottenere un oggetto finito occorrono circa 20 giorni: è nelle mani di Gae- tano, al tornio, che l’argilla si trasforma, mentre Nello, decoratore, accosta i colori che defini- scono le forme. Barche, case bianche e sago- me umane come nei dipinti di Mario Mazzella, calle e girasoli dall’effetto antico, stelle marine, conchiglie e coralli tanto brillanti da sembrare vivi, donne – alte, opulente, urlanti o affaccen- date – asinelli, pastori per il presepe curati in ogni più piccolo dettaglio, dallo sguardo alla gestualità, alle vesti in stoffa. La materia prima è impastata con l’acqua e poi lavorata, fino ad ottenere la forma che si desidera, dopodiché si lascia in un ambiente asciutto ma privo di cor- renti e di sole, che renderebbero l’essiccazione troppe veloce, col rischio di crepe, per circa 5 giorni. A questo punto la terra, che in origine era rossastra, assume un colorito grigio chiaro, significa che può essere infornata per la prima cottura, a 940 gradi. Dopo 12 ore in forno e 18 di riposo la ceramica è pronta per essere smal- tata. Lo smalto si asciuga all’istante, poiché l’acqua che contiene viene assorbita all’interno, lasciando la superficie liscia e pronta ad essere decorata. Il disegno è ricopiato dalla bozza e
dipinto, tenendo ben presente che i pigmen- ti dei colori cambiano una volta applicati. Ora gli oggetti sono pronti alla seconda cottura, a 960 gradi, che rende le immagini indelebili. I 960 gradi sono raggiunti ad intervalli di 200 gradi, durante i quali il forno viene spento per circa due ore, per evitare spaccature dovute al forte innalzamento della temperatura, mentre le crepe che danno l’effetto anticato sono ot- tenute dopo la cottura, con degli acidi e co- spargendo la superficie dell’oggetto con una polvere nera, che evidenzia tutte le fenditure dello smalto. Nella variegatissima produzione (che è possibile personalizzare su commissione) sono particolarmente spettacolari gli enormi pannelli raffiguranti la danza della ‘Ndrezzata, paesaggi ischitani, rigogliosi tralci vegetali, e le grandi figure a tutto tondo: tuttavia, ogni oggetto, dal più piccolo che sta in una mano alle creazioni di notevoli dimensioni, tutto ciò che porta la firma di Kèramos contiene in sé quel mix di perizia, passione, creatività che è il segno dell’artigianato più nobile e, per questo, sempre più raro.
text_Lucia Elena Vuoso