Friday, November 22, 2024

ARTI MARZIALI, MAESTRE DI VITA

Text_ Silvia Buchner  Photo_ Riccardo Sepe Visconti

“Non definitele uno sport. Le arti marziali sono molto di più. Distinte dagli sport di combattimento (boxe, thai boxe, full contact), non hanno come fine il gesto atletico. Che nelle arti marziali è piuttosto uno strumento che aiuta a migliorare il controllo di se stessi, una palestra di vita in cui prima di insegnare a dare calci e pugni si insegna a non farsi provocare, a contenere l’aggressività, a canalizzare le energie, che nei giovanissimi se non gestite sfociano in comportamenti che possono essere molto negativi, fino ad arrivare al bullismo, ma aiuta anche a lavorare sulle fragilità”. Racconta così la filosofia che sta dietro la sua Accademia delle Arti Marziali isola d’Ischia Francesco Di Meglio, fin da ragazzo appassionato di queste discipline e che adesso trasferisce tutte le sue competenze agli allievi del dojo (così si chiama la palestra in giapponese) che ha aperto a Ischia sei anni fa. Dai 4 ai 99 anni, praticamente a ogni età (e vale per entrambi i sessi) si può praticare arti marziali, ma è particolarmente interessante come attività per bambini e adolescenti. “Nello specifico, all’Accademia è possibile seguire corsi di taekwondo, coreano, e chanbara, arte marziale giapponese, e l’aspetto interessante è che i ragazzi le praticano insieme. Questo perché – spiega Francesco Di Meglio – sono complementari e associandole gli effetti positivi di ciascuna si potenziano. Il taekwondo, cioè l’arte di colpire con calci e pugni in volo, viene praticata per i suoi aspetti tecnici (e infatti il combattimento non si fa e la disciplina non è oggetto di gare), dà le regole, insegna l’equilibrio, la difesa personale, un certo modo di comportarsi, ma il compagno che si ha di fronte non è un avversario, ci si scambia i ruoli e di volta in volta si danno e ricevono i colpi. Il chanbara, invece, derivato dal kendo giapponese, che si pratica con pesanti armature, è di recente creazione: al posto delle armi si adoperano spade di gommapiuma, del tutto innocue, di diverse dimensioni, e si indossa un caschetto protettivo. Consente di eseguire un gesto fisico notevole, si colpisce tutto il corpo e tutto il corpo lavora nel gesto, è una disciplina molto veloce, dinamica, che dà ai ragazzi la possibilità di “combattere” e quindi sfogare e incanalare le energie in modo positivo. E a chi dice che le arti marziali sono violente? “La violenza, come l’aggressività, esistono – risponde il Maestro. Ma confrontarsi con esse non ti fa rende violento, anzi! Ti aiuta a capire cos’è, a riconoscerla in te stesso e quindi ad evitarla nella vita pratica, a reagire nel modo giusto”. Nel dojo, il rispetto dell’altro è basilare, e si esprime in tanti modi: dal linguaggio al tenere un comportamento corretto verso il Maestro e i compagni, al saluto che apre e chiude l’allenamento. Ciascuno ha un suo spazio, nessuno viene messo da parte. E si assiste a notevoli cambiamenti: “Diamo il tempo per crescere, si aiutano fra di loro, ma le regole sono uguali per tutti. Le regole, infatti, sono parte integrante del praticare arti marziali, i bambini hanno bisogno dell’autorità e nel dojo l’autorità esiste. Col tempo impareranno a mettersi alla prova, in un ambiente sicuro, a vincere paura e timidezza, ma anche la mancanza di autocontrollo. E porteranno nella vita quella che diventa una forma mentis, che renderà i ragazzi migliori, in primo luogo nei confronti di se stessi e quindi degli altri”.

Accademia delle Arti Marziali Ischia

via Leonardo Mazzella

(zona Fondobosso, strada privata benzinaio)

Info. 348. 3812636