Friday, November 22, 2024

RESTO AL SUD. RESTO AD ISCHIA

Text_ Mario Rispoli

Un miliardo e duecentocinquantamila euro di stanziamento per la nascita di nuove imprese promosse da giovani in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, nei più svariati settori produttivi e per un massimo di 50mila euro per imprese individuali e fino a 200mila per società composte da almeno 4 giovani da 18 a 35 anni.

Stiamo parlando di Resto al Sud, la nuova misura varata dal Governo Gentiloni – Ministero per la Coesione Territoriale e il Mezzogiorno che vede come soggetto gestore Invitalia.

Un’opportunità molto interessante per un Mezzogiorno con un tasso di occupazione del 44% (a fronte del 65% del Centro Nord), che scende al 42% in Campania e diventa ancora più grave per i giovani.

Una misura importante anche per Ischia, in quanto in grado di  sostenere economicamente le idee di tanti ragazzi costretti ad andare a lavorare fuori. Una triste realtà questa, per la quale forse oggi, si vede una luce, a patto che le idee siano concrete e realizzabili.

Vediamo la misura nei suoi elementi principali. Sono ammissibili a finanziamento:

• interventi di ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili;

• macchinari, impianti e attrezzature;

• programmi informatici e TIC;

• materie prime, utenze, canoni di locazione, leasing, assicurazioni.

Il finanziamento copre il 100% delle spese attraverso: un contributo a fondo perduto fino al 35% del programma di spesa e un finanziamento bancario del 65% restituibile in 8 anni a 0 interessi. Le domande vengono esaminate senza graduatorie, in base all’ordine cronologico di arrivo ed entro 60 giorni dalla  presentazione. La misura consente di avviare iniziative imprenditoriali per la produzione di beni nei settori dell’industria, dell’artigianato, dell’agricoltura, della pesca, del turismo nonché dei servizi alle imprese e alle persone.

Si tratta, come si vede, di uno strumento agile creato per venire incontro alle esigenze di tanti giovani che vogliono avviare un’impresa. Molte le domande presentate sino ad oggi e nei settori più svariati: si va dalla panetteria al negozio di riparazioni sartoriali, dalla palestra all’acquisto della barca da pesca. Il 49% delle istanze presentate si riferisce ad attività turistiche-culturali.

Micro e Piccole imprese, perché sono le micro, piccole e medie imprese il tessuto economico portante del nostro paese e del Mezzogiorno in particolare. Un tessuto lacerato dalla crisi del 2008 e non ancora ripresosi  nonostante le misure istituite dal Governo Monti: una fra tutte l’istituzione dei mini bond: la possibilità per le PMI di reperire finanziamenti sui mercati finanziari. Ma Resto al Sud è ancora più mirata, più agevole e immediata.

Lo scopo è creare un insieme di imprese che offrano lavoro a quanti non lo hanno o lo hanno cercato in altre aree del Paese o all’Estero, avviando così un processo di crescita che dia respiro all’economia nel suo complesso in una logica di sostenibilità. Il pensiero va ai tanti locali sfitti che ad Ischia hanno lasciato dietro di sé un deserto commerciale anche nelle zone centrali. Alle piccole strutture ricettive che hanno dovuto alzare bandiera bianca di fronte all’abbassamento dei prezzi operato (loro malgrado) dalle strutture con elevata capacità produttiva. Ai tanti giovani che non sono riusciti a trovare sbocchi tra le pieghe di un’economia isolana non ancora agganciata alla sia pur debole ripresa nazionale.

Resto al Sud non è la prima misura che stanzia finanziamenti per il Mezzogiorno. Al contrario gli investimenti per il Sud a partire dal secolo scorso sono stati ingenti ed erogati con continuità. Si pensi alla Cassa per il Mezzogiorno istituita dopo il secondo dopoguerra e poi ai cofinanziamenti comunitari: una serie infinita di programmi che avevano l’obiettivo di equiparare il PIL del Sud con quello del Nord. Obiettivo al momento non ancora raggiunto e al centro di un acceso dibattito per le attribuzioni delle responsabilità. Responsabilità che arriverebbero addirittura a Garibaldi, almeno stando alla ricerca di Vittorio Daniele e Paolo Malanima, economisti dell’Università della Magna Graecia di Catanzaro edita in inglese (e non ancora tradotta in italiano), di cui parla Il Mattino del 14 aprile scorso. Sostengono infatti i  ricercatori che nel 1861 il divario Nord Sud non esisteva. Anzi il tasso di occupazione vedeva ai primi posti la Calabria, l’Abruzzo – Molise e la Basilicata. Poi, dopo l’Unità, l’industrializzazione e tutto il resto.

Ma se i ricercatori rappresentano il punto di vista del Sud che, come si sa, differisce da quello di una nutrita rappresentanza dei colleghi del Nord – si pensi ad Alessandro Barbero dell’Università del Piemonte – è un fatto che l’Italia tutta con la sua fragilità economica, la corruzione, una giustizia lenta e farraginosa, un debito pubblico tra i più elevati al mondo, fatica ad aprire una prospettiva su un percorso di vita dignitoso per i nostri giovani. Con o senza reddito di cittadinanza.

Né è di aiuto l’internazionalizzazione dei mercati e la robotica 4.0 con i venti di delocalizzazione e di e commerce che si portano dietro e che sono destinati a stravolgere il mondo del lavoro. Insomma le certezze cui eravamo abituati ci stanno abbandonando una ad una lasciandoci soli in un mondo di cui non abbiamo ancora il manuale d’uso.

Tornando a Resto al Sud, con questa misura si possono realizzare imprese individuali o societarie agevolabili fino a 50.000 euro le prime e fino a 200.000 euro le seconde. Contributi a fondo perduto del 35% dell’investimento e a zero interessi per il restante 65% (la restituzione avviene in 8 anni con 2 di preammortamento). Come accennato agevolazioni per imprese che realizzano prodotti industriali e artigianali, di trasformazione di prodotti agricoli e di servizi al turismo, il tutto in una logica di sistema che, come presupposto fondamentale per l’isola di Ischia, ha quello di creare sviluppo sostenibile e valorizzazione delle risorse materiali e immateriali. La misura è ancor più attraente se si pensa che non è necessario anticipare alcuna spesa. Viene proposta l’iniziativa e, solo se ammessa a finanziamento, si procede con gli adempimenti burocratici: partita IVA,  costituzione di  società, Scia, iscrizione in Camera di Commercio ecc.

E’ un’occasione da non perdere dunque anche perché sarà difficile che se ne presentino altre almeno nel breve periodo. Ed è assolutamente necessario che i nostri giovani restino al Sud e che il Sud individui la chiave di volta per uno sviluppo durevole. Per dirla con Daniele e Malanima, almeno per recuperare i livelli occupazionali del 1861. Poi si vede.

Per maggiori informazioni e consulenza su come inoltrare le domande e preparare le pratiche relative ai finanziamenti per Resto al Sud, è possibile rivolgersi all’Ingegner Mario Rispoli – via Quercia, 34 – Ischia / 081. 993727 e 368. 3163653.