16/2007
Photo: Marco Albanelli
Text: Riccardo Sepe Visconti
L’intenso traffico che quotidianamente attraversa il tratto di mare che separa l’isola d’Ischia dalla terraferma e che costituisce la spina dorsale per le innumerevoli attività imprenditoriali e commerciali dell’isola come per la vita degli isolani, ha nei traghetti bianchi e blue della Medmar dei protagonisti di assoluto primo piano. Essi coprono, infatti, la quasi totalità dei collegamenti dell’isola con Pozzuoli, che nati 25 anni fa per il trasporto delle merci, si sono nel tempo affermati anche per quello di passeggeri e auto private, avendo il vantaggio di una tratta più breve.
Le 15 unità che costituiscono la flotta effettuano 13.000 corse annue che collegano i porti di Ischia e Casamicciola con Pozzuoli e Napoli, trasportando circa 1 milione e mezzo di passeggeri, 200mila tra auto e camion e percorrendo circa 170mila miglia; la Pozzuoli Ferries è dedicata esclusivamente al trasporto di idrocarburi, rifiuti speciali e rifiuti solidi urbani. Infine, la Medmar international copre i collegamenti a lungo raggio per Sardegna, Tunisia, Albania. Abbiamo incontrato il dr. Emanuele D’Abundo, che rappresenta la terza generazione della famiglia D’Abundo impegnata in questo strategico settore.
Emanuele, da quanto tempo lei è entrato a lavorare nell’azienda di suo padre?
Ho vissuto sempre a Roma, ho studiato lì fino alla fine del liceo e quando la scuola terminava, a giugno, venivo qui a Napoli (dove abbiamo sempre avuto la sede principale e gli uffici): i miei amici restavano a Roma e non conoscendo nessuno, fin da quando avevo 16 anni, mi dedicavo ad aiutare mio padre Salvatore. Poi mi sono trasferito a Napoli per frequentare l’università e anche mentre studiavo giurisprudenza, ho continuato a collaborare nell’azienda. Subito dopo la laurea ho iniziato a lavorare stabilmente in ufficio.
In cosa consiste esattamente il suo lavoro?
Quando avevamo le navi per la Sardegna, la mia prima occupazione è stata quella di mediare con le agenzie di viaggio: facevo pubblicità, distribuivo materiale informativo; successivamente mi sono occupato del catering e poi dell’amministrazione. Sono passato un po’ in tutti i settori prima di entrare in quello commerciale. Ora sono nel consiglio di amministrazione, che decide dell’acquisto di una nave nuova o degli interventi di ammodernamento sulla flotta già esistente. La politica della società, ora come ora, è stabilita da mio padre, da me, e dal nostro socio Peppino Buono. Noi controlliamo il 51% della società, il restante è appunto della famiglia Buono, dapprima proprietaria delle omonime linee di traghetti, che si fusero con le Linee Lauro dando origine a Traghetti Pozzuoli; poi ci siamo separati da Lauro, che ha mantenuto solo il trasporto veloce, ed è nata Medmar.
Gira voce che tra Medmar e Lauro i rapporti non siano buoni.
Non è vero. Tant’è che con loro abbiamo costituito un’associazione l’ACAP (Associazione armatori partenopei) di cui mio padre è presidente.
Su quali tratte opera la flotta Medmar?
Napoli Ischia; Pozzuoli Ischia; Napoli Eolie, poi fino all’anno scorso e riprenderanno il prossimo anno, Napoli Tunisia e Napoli Sardegna.
Gestire oggi una flotta comporta più gioie o più dolori?
Dipende. I dolori vengono dalle critiche di chi ha sempre il dito puntato senza sapere quanto lavoro c’è dietro. Ma anche da questioni economiche: essendo entrati in Europa abbiamo dovuto adeguare con notevoli spese le nostre navi a leggi concepite prevalentemente per la navigazione nel Nord Europa, dove le condizioni climatiche sono molto differenti da quelle del Mediterraneo, che si potrebbe definire quasi un bacino chiuso. Sono difficoltà che però incontrano tutti gli imprenditori di questo settore, tranne gli armatori che trasportano merci e container, che pur essendosi adeguati alle leggi europee sono riusciti subito ad ammortizzare i costi, perché arrivano a guadagnare fino a 70mila euro al giorno.
Quanto vi costa una tratta Napoli Ischia?
Andata e ritorno circa 2000 euro. E sono costi che devono rientrare solo dal transito dei passeggeri poiché lo Stato non ci sovvenziona, essendo noi una compagnia privata. Le compagnie pubbliche, invece, ricevono finanziamenti statali: concordo con il fatto che il servizio pubblico debba esistere, ma lo Stato dovrebbe assumersi anche gli svantaggi che vengono dall’operare in questo settore, mi riferisco per esempio al trasporto di gas, dei rifiuti solidi urbani etc., di cui dovrebbe occuparsi il servizio pubblico! Noi, come privati, abbiamo molto obblighi nei confronti della Regione: subiamo sanzioni sui ritardi, sanzioni se le corse saltano, sanzioni se la nave si rompe, blocco delle tariffe e tutta una serie di limitazioni che ci equiparano perfettamente alla linea pubblica. Anzi noi da Pozzuoli facciamo partire 17 corse contro le loro 3, da Napoli 7 contro le loro 8. Allora mi domando: se il servizio che offro è equivalente a quello pubblico, quest’ultimo a cosa serve?
Le partenze ravvicinate delle varie compagnie non costituiscono un fattore di negatività?
Non è così: se sono ravvicinate è perché c’è una forte richiesta in determinati orari e infatti noi e Caremar viaggiamo entrambi a pieno carico.
Oltre alla navigazione, a Ischia avete altri interessi?
Il maschio del Castello Aragonese è nostro e inizieremo quest’anno i lavori di restauro per poterlo aprire al pubblico, è l’unica attività nell’isola, oltre alla navigazione. Siamo armatori da generazioni: i nonni di mio padre lo erano già, avevamo i velieri che trasportavano merci tra Europa e America, uno di questi aveva ricevuto anche il “Fiocco Azzurro”, riconoscimento per le navi più veloci.
Allo stato attuale in che direzione potrebbe espandersi Medmar?
A livello di traffico, non ci possiamo espandere più di quanto abbiamo già fatto: da circa 6 anni il numero di passeggeri è sempre lo stesso (un milione all’anno, in media): questo vuol dire che Ischia è arrivata al suo punto massimo.
Quali sono i progetti societari?
E’ appena entrata in servizio una nuova nave, la Maria Buono: è grande più o meno come la Lora D’Abundo, ha due piani di garage per una capienza di 180 auto e può imbarcare fino a 1000 passeggeri, con una velocità di 17 nodi copre la tratta Pozzuoli-Ischia in 40 minuti circa.
Quali sono i criteri d’acquisto di una nave?
Innanzitutto le dimensioni devono essere adatte al porto d’Ischia e poi deve soddisfare le nostre esigenze di armatori, vale a dire tempi brevi in banchina, quindi un rapido accesso al garage per dimezzare i tempi di imbarco e sbarco; conta poi la velocità oraria, il numero di passeggeri che si possono trasportare. Inoltre si valuta il tipo di nave, che adeguamenti ha avuto, lo stato del motore come delle lamiere e poi si decide l’acquisto.
Lei conosce bene la situazione del porto d’Ischia: è auspicabile in futuro la creazione di un porto tra Casamicciola e Ischia Porto, facendo di Ischia un porto esclusivamente turistico?
Sono favorevolissimo a quest’idea, sarebbe anche più comodo per i nostri ottimi comandanti quando devono entrare nel porto e compiere le manovre d’attracco alla banchina.
Come sono organizzati i diversi reparti della vostra compagnia?
Prima di tutto ogni società di navigazione, per legge, deve avere un assetto organizzativo, l’SMS (Safety Management System) che certifichi la nave e che abbia l’approvazione della Capitaneria di Porto. L’ SMS è costituito da un responsabile del sistema che sarebbe il presidente della società, da un responsabile a terra che fa da collegamento tra le navi e il presidente, poi ci sono il comandante d’armamento, il responsabile tecnico e quello della sicurezza passeggeri, tutte queste figure interagiscono tra loro.
Una nave come la Lora D’Abundo quante persone di equipaggio deve avere?
Una dozzina di persone d’equipaggio in tutto: comandante, primo ufficiale, direttore e un primo di macchina e poi i marinai.
C’è una soluzione all’ingarbugliata vicenda degli ingorghi al porto di Pozzuoli?
Secondo me non c’è per un semplice motivo: a Pozzuoli non ci sono spazi a terra per la sistemazione delle auto, del resto anche Ischia e Casamicciola hanno lo stesso problema. Fino ad un paio di anni fa le cose andavano anche peggio, perché il biglietto aveva validità di un anno, quindi si formavano file impressionanti anche fino alla tangenziale e le navi andavano avanti e indietro, sempre. Poi, tre anni fa, abbiamo inserito la prenotazione e così l’entità del problema si è dimezzata: chi prenota in pratica acquista il biglietto e ha la certezza di avere il posto per l’auto sulla corsa prescelta di un determinato giorno.
Com’è possibile prenotare?
Ci sono diverse possibilità: recandosi in biglietteria o telefonicamente via call center, in questo caso inviamo un fax o sms con il codice di prenotazione, che permette di ritirare direttamente in biglietteria la prenotazione, attraverso una fila veloce, da poco è entrato in funzione anche l’acquisto via internet.
Quale ritiene possa essere il futuro della navigazione ad Ischia?
È far vivere l’isola di turismo tutto l’anno.