Friday, November 22, 2024

21/2008

Photo: Riccardo Sepe Visconti
Text: Emma Santo

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“Un’estate al mare” è il terzo film in cui è diretta da Carlo Vanzina (dopo “S.P.Q.R. 200 e ? anni fa” e la miniserie tv “Piper”). Com’è lavorare con lui? Fantastico. Carlo è una persona molto calma, cosa davvero rara in questo ambiente. Calma perché ha le idee ben chiare, sa cosa vuole e dove intende arrivare, per cui non ti mette ansia per nulla. Inoltre, avendo lavorato spesso insieme, si è instaurato un feeling che si viene a creare solo dopo una conoscenza maturata nel tempo. E Greggio, come partner?
Stupendo. Anche con lui mi sono trovata molto bene, Carlo ha sempre questa intuizione di trovare le coppie giuste. Entrambi, infatti, siamo irriverenti, spiritosi, ci mettiamo in gioco facilmente, è stato un feeling a prima vista. Proprio per questo penso che il nostro episodio sia molto ben riuscito.
In questo film sarà una romantica violinista…
Romantica, perché sogna un amore importante con il ragionier Ugo Persichetti interpretato da Ezio Greggio, dal quale sarà delusa, sebbene alla fine riuscirà a “fregarlo”…
E’ romantica anche nella vita?
Beh sì, come tutte le donne d’altronde.
Nella sua carriera ci sono il cinema, la televisione, la radio, il teatro… Per tutti questi generi è “amore incondizionato” o c’è un “figlio prediletto”?
Per me tutte le forme di espressione d’arte, per lo meno quelle in cui si può far emergere il proprio carattere, vanno bene. Alla fine, come si dice, tutto fa brodo, no? Mi piace molto diversificare la mia attività e fortunatamente ho l’occasione di poterlo fare. Il teatro è arrivato per ultimo, di solito si parte da lì, ma tra tutte è l’esperienza che mi ha completato di più artisticamente. Tuttavia non ho un mio ‘preferito’. L’importante è inventarsi sempre qualcosa di nuovo, accettare nuove sfide, buttarsi in nuovi esperimenti. Ancora non ho ben capito in cosa sono più brava…
E poi ci sono gli “Onorevoli DJ” su RTL, trasmissione radiofonica che co-conduce insieme al giornalista Pierluigi Diaco, allo scoccare della mezzanotte…
La radio è una cosa del tutto nuova per me, una grandissima palestra, una scuola d’improvvisazione…
Com’è il pubblico della notte?
Eterogeneo, molto variegato. Sono persone che fanno lavori notturni, dall’edicolante, all’autotrasportatore, a medici ed infermieri che sono di turno in ospedale, ma anche tanti che sono a casa o in viaggio e che ascoltano 102.5 da sempre. Io sono la novità, ma ho ereditato un pubblico già numeroso. Poi dipende molto anche dall’argomento di quella notte. Spesso siamo riusciti a coinvolgere coppie che erano a letto insieme, ci ascoltavano attraverso il canale 813 di Sky e magari avevano voglia di commentare. È molto interessante interagire con loro attraverso le domande o tramite sms.
[E alla parola ‘sms’, squilla un cellulare, il suo. Che sia un ascoltatore? Anna si scusa imbarazzata e si alza per mettere a tacere “io sono Virgola sono un gattino, sono la stella del telefonino”… Poi ritorna da noi, canticchiando la sua simpatica suoneria… E ti diverte scoprire che non ci sono piedistalli sotto i suoi tacchi vertiginosi…]
Qual è il segreto per lavorare di notte ed essere bella di giorno?
Fortunatamente accade solo una volta alla settimana – il giovedì – perché fare le tre del mattino non è facile.
Le viene mai una ‘botta di sonno’ durante la trasmissione?
Per fortuna no, ti tiene ‘viva’ il fatto che ogni due canzoni devi essere presente e chiacchierare per due minuti e mezzo, devi lanciare il radiogiornale, devi stare attenta a rispettare i tempi. Poi il gruppo di RTL mi mette allegria, mi dà la carica. C’è la regia da Milano che ci intrattiene e non c’è modo di perdere i colpi.
Con suo fratello Sauro gestisce anche una società di produzione. In base a cosa sceglie i film da produrre?
A noi piace l’originalità delle storie, film interessanti che abbiano un significato. La commedia la possono fare solo le grandi case di produzione che hanno la possibilità di avere dei grandi cast con nomi famosi. Noi, essendo una società giovane ed indipendente, abbiamo dei giovani talenti, che magari non hanno richiamo per il pubblico, ma per i quali cerchiamo di realizzare storie che abbiano un seguito d’essai, un respiro internazionale, e la possibilità di andare ai festival e di essere premiati. Il nostro scopo è quello di lanciare volti nuovi non solo come attori ma anche come sceneggiatori e registi.
Ad un anno dall’inaugurazione della sede di Firenze, la “New York Film Academy” (popolare scuola di cinema accreditata in tutto il mondo) apre una nuova sede a Cinecittà, dove – dal 5 maggio al 13 giugno – lei sarà la direttrice della sezione recitazione. Inoltre terrà un Master Class all’interno del seminario. Insegnare la spaventa?
Beh, in realtà avrò una sola lezione dove racconterò la mia esperienza e qualche aneddoto che mi riguarda, darò loro qualche consiglio. Una cosa che io non ho potuto fare all’inizio è stata studiare. Loro ne hanno la possibilità, ed arrivare preparati ad affrontare una situazione lavorativa nuova è un punto di partenza di grande vantaggio.
Quali occasioni offre concretamente il corso?
Quelle di svolgere un lavoro a livello internazionale. Gli studenti di recitazione e regia più meritevoli vinceranno borse di studio, proseguiranno il loro percorso formativo a New York, Los Angeles e nelle altre filiali della New York Film Academy. E’ un corso che dura due mesi, una full immersion che comprenderà anche i sabato e le domeniche. Una volta terminato, gli iscritti avranno in mano il loro piccolo film.
Differenze di ‘metodo’ tra le scuole di cinema americane e quelle italiane?
Gli americani sono molto più disciplinati, le lezioni durano otto ore durante le quali non è concessa neanche la pausa caffé. Sono sicuramente più severi.
C’è un ruolo che le piacerebbe interpretare?
Mi piacerebbe riuscire a fare un film di questi giovani autori, però per adesso sono felice di continuare con le commedie all’italiana. Se ne ho fatte tante finora e continuo questo cammino, vuol dire che funziona.
Oramai è un volto che l’isola d’Ischia conosce da tempo…
Sì, sono 17 anni che vengo qui, uno dei primi luoghi dove ho trascorso le vacanze da maggiorenne…
Cos’è Ischia per Anna Falchi?
E’ il Regina Isabella, la baia di Lacco Ameno… Ogni tanto faccio una ‘capatina’ anche dall’altro lato dell’isola, ma è tra le mura di questo Albergo che mi sento a casa.