25/2008
Photo: Marco Albanelli
Text: Emma Santo
Un metro e ottanta scolpiti nel burro, forme da pin up, capricci degni di una diva, Valeria Marini sbarca ad Ischia per “ricevere o dare un premio? Non ho capito”, gioca a fare la finta tonta, tanto ha già smentito abbastanza chi crede che lo sia davvero. Arriva al gala organizzato nella splendida Villa Costa della famiglia D’Abundo, in occasione della VI edizione dell’Ischia Global Film & Music Fest, e sembra quasi spaesata, “mi dici tu cosa devo fare?”, sussurra a Pascal Vicedomini: ma quando i riflettori le vengono puntati contro non ha bisogno di alcun suggerimento. L’attenzione è su di lei e la Marini fa le fusa all’occhio della telecamera, ironizzando sul suo non sapere ancora per quale motivo è stata convocata: “Mi avevi detto che dovevo ricevere un premio, invece sono io che devo premiare!”, bastona simpaticamente il produttore di uno degli eventi più amati dalle stelle del cinema e della tv. Vicedomini le spiega che è lì per insignire Steven Zaillian, sceneggiatore di “Schindler’s List” e del recente “American Gangster”, dell’ “Ischia Social Legend Award” e poi – a sorpresa – riceve un cavalluccio marino d’argento anche lei, il “Friend Award 2008”.
“Cosa ti dicono quando ti fermano per strada?”, le avevano domandato “Le Iene” in un’intervista di anni fa. “Come sei bella! Come sei magra!”, rispose lei e trovandosela di fronte pare proprio che la televisione ingrassi davvero. Sorride, la Valeriona nazionale, mentre i fotografi la immortalano con la sua nuova creatura sotto braccio: un romanzo autobiografico. Dal titolo si direbbe che il sex symbol che Federico Fellini avrebbe pedinato a Cinecittà fino alle dovute presentazioni, la pioniera dei calendari made in Italy che avrebbe fatto perdere la testa ad un giovane Jovanotti quando era ancora un DJ e lei una semplice cameriera, la “Marinlyn” (ovvero la Monroe italian style) ritratta in un acrilico blu dell’artista Norman Zoia, abbia deciso di insegnarci qualcosa.
“Lezioni intime”, si chiama infatti la biografia scritta a quattro mani con il giornalista Gianluca Lo Vetro. Appena nato già crea tanto scalpore, l’intento editoriale è sicuramente riuscito. Ben quattro dei capitoli sono dedicati al suo ex compagno Vittorio Cecchi Gori che la quarantenne “più glamour, elegante e femminile d’Italia” ha sempre difeso, dopo le vicende giudiziarie che hanno travolto l’imprenditore, prima in carcere dal 3 giugno scorso per bancarotta fraudolenta della Safin Cinematografica ed ora agli arresti domiciliari. Soffre, prega per lui e raccoglie firme, Valeria, nonostante la loro relazione si sia conclusa tre anni fa. Attribuiscono alla coppia ritorni di fiamma, poi smentiti da presunti flirt della biondissima showgirl, sebbene a Capri i paparazzi non riescono a rubarle che qualche scatto da sola. Forse aspetta un riavvicinamento con il produttore fiorentino che dice di aver tanto amato, forse no. Nel frattempo le sue pagine raccontano, senza arrossire. Della prima volta che si sono incontrati, “a Palazzo Borghese, si stava facendo fare la manicure. ‘Ti dispiace se continuo?’, mi ha chiesto…”, della sera della “famosa irruzione” in casa Cecchi Gori (venne ritrovata in cassaforte una consistente quantità di cocaina che lui, davanti alle domande incalzanti dei giornalisti e degli inquirenti, definì più volte come ‘zafferano’): “Su quella notte è stato scritto di tutto, compreso che io indossavo un baby doll: peccato che avessi una sottoveste nera…”. Senza remore né vergogna, ci svela anche i sue tre aborti. La prima volta aveva 14 anni, il suo ‘lui’ trenta. “Quando sono rimasta incinta, ho dovuto rinunciare alla gravidanza che probabilmente avrebbe dato un’altra impostazione alla mia esistenza”. La seconda se ne accorge solo in seguito ad un’emorragia, la terza si commenta da sola: “Ero disposta a qualsiasi sacrificio, ma quando ho dato la notizia a Vittorio, la sua risposta è stata: ‘E come facciamo ad andare in barca?’… Di comune accordo abbiamo deciso di interrompere la gravidanza”. Disposta a qualsiasi sacrificio, tranne rinunciare ad una gita in barca, il paradosso delle frasi che non si fermano al casello della coscienza. Eppure un figlio lo vuole, “ho anche tentato di adottarne uno”, dice, ma a quanto pare non tutti i capricci le sono concessi: “La legge italiana, però, non me lo consente perché sono single”.
Nel frattempo, prese le ferie da show televisivi, reality, spettacoli teatrali e “videochiamate”, “il capolavoro vivente di popolarità” – come l’ha definita Lo Vetro – si dedica alla sua grande passione: la lingerie. Le sue linee di intimo “Seduzioni” e di pret-a-porter “Seduzioni Diamonds” spopolano sulle passerelle dell’alta moda di Milano e sbarcano su quelle di Los Angeles, mentre in un noto spot la si vede scappare a bordo di una Lambretta Pato. “Chi ha Pato, ha Pato”, sussurra la sua voce flautata. E chi avrà la Marini, senza dubbio avrà al suo fianco una bella, indomabile e viziata ‘gatta da pelare’.