Thursday, November 21, 2024

n.00/2004

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Photo: Enzo Rando
ArtDirector: Ciro De Angelis
Text: Riccardo Sepe Visconti
Styling: Costanza Federico
Jewellery: Calgaro per Gioielleria Bottiglieri
MakeUp: Nancy Tortora
Assistant: Teresa Elia
Location: Villa Canestrelli

 

Classe 1972, 1,75 di altezza, 90,60,90, Perfetta. Criniera da leonessa, occhi lucenti, falcata da cerva, quando Maria Cantone percorre le vie dell´isola gli sguardi di tutti – uomini e donne – si voltano ammirati verso questa valchiria mediterranea. Maria è l´icona della bellezza ischitana, il sangue e la genia dei popoli dominatori dell´isola, greci, latini, normanni, spagnoli, saraceni si sono condensati tutti in un mix esplosivo di vitalità e bellezza che porta il suo nome. Maria è una donna da sogno e come tale riveste nel nostro immaginario i valori più estremi, incarnando simboli, desideri, talvolta suscitando perfino invidie. Naturalmente questo corpo da dea racchiude l´animo, il cuore, i sentimenti, le sofferenze e le speranze di una donna che al di là dell´immagine preserva un´estrema semplicità, una dolcezza al limite del fanciullesco, una profonda generosità ed una grandissima forza d´animo che le permettono di affrontare le artigliate di una vita spesso feroce.

R.: L´essere considerata una delle donne più belle di Ischia ti crea problemi?
M.: Molti, perché io non penso di essere bella, mi sento normalissima, come tutte le ragazze.
R.: Allora come ti spieghi che mentre passeggiavamo insieme si giravano tutti?
M.: Forse piaceva il jeans che avevo, i capelli, le scarpe… conosco molta gente e tutti mi salutano.
R.: Per alcune donne belle si coniò la frase “sotto il vestito…niente!” Sotto il vestito di Maria?
M.: Ci sono molte cose!… Sono freddolosa e porto molte cose, sono più una donna da pantalone, cappotto, maglie lunghe, metto tanta roba sotto il vestito, per timidezza.
R.: Ok, sei timida…Hai avuto molti uomini?
M.: No.
R.: Hai amato di più o sei stata più amata?
M.: Penso di essere stata più amata.
R.: Sei stata infedele?
M.: Si, lo sono stata.
R.: Cos´è l´infedeltà?
M.: L´infedeltà è quando anche se stai bene con una persona cerchi qualcos´altro in qualcun altro, non sai neanche tu cosa… è un momento di sbandamento, forse di malinconia.
R.: Sei gelosa?
M.: Si.
R.: Possessiva?
M.: Si.
R.: Anche manesca?
M.: Si.
R.: Sei mai stata picchiata da un uomo?
M.: Si.
R.: Domanda delle cento pistole: Qual´ è la parte del tuo corpo che ti piace di più?
M.: I capelli!!!
R.: Oh oh…. E … Il posto più strano in cui lo hai fatto?
M.: Non lo dico “sennò mammà “ si preoccupa!
R.: Cosa deve fare un uomo per conquistarti?
M.: Deve farmi ridere, perché questa è una componente che manca molto negli uomini, danno tutto per scontato. Eppoi mi deve stupire, anche con un semplice fiore e non perché è una ricorrenza, io rimarrei contenta… ma gli uomini non lo fanno mai.
R.: La cosa cui non sai rinunciare?
M.: Gli animali. Mia madre. Il cibo, mangio molto.
R.: Cosa mangi, per es. a colazione?
M.: Colazione non ne faccio: caffellatte, quando ho tempo, e la mia Eutirox, quando la prendo (la dimentico sempre!). Ecco… una cosa di cui non posso fare a meno è il medicinale che prendo, per me è vitale. Poi la pasta, sono una pastaiola.
R.: Abbiamo parlato del corpo, parliamo dell´animo: sei una donna che ha sofferto molto…
M.: Si.
R.: La vita ti ha messo spesso alla prova…
M.: Si.
R.: Parliamone.
M.: La cosa che mi ha colpito di più è stata la malattia di mio padre, è stato un travaglio di un anno e più: malato di cancro, è morto a cinquantasette anni.
R.: E tu quanti ne avevi?
M.: Ventuno, sono dimagrita quindici chili, fumavo tantissimo. Da una parte è meglio che sia morto perché ha avuto un calvario dolorosissimo. Mo padre era un costruttore molto conosciuto a Ischia, pensa, ha portato sull´isola il cemento armato quando gli altri quasi non sapevano cosa fosse, ha fatto tantissimi lavori a Ischia, era presidente della squadra calcio e l´ha portata dall´interregionale alla C. Quando è morto sembrò che nessuno sapesse più niente di lui e della famiglia Cantone. Siamo andati in rovina dopo la sua morte. E il successivo declino economico ci ha portato dalle stelle alle stalle. Comunque ci siamo rimboccati le maniche e siamo andati avanti: l´unica cosa che ci ha lasciato è la forza che avevamo dentro. Abbiamo dovuto abbandonare la casa in cui ho vissuto per 20 anni e siamo andati in una casa piccola, in affitto, ci ha lasciato molti debiti.
R.: E gli amici?
M.: Nessuno, neanche i parenti: abbiamo avuto difficoltà anche a fare la spesa …non ci ha mai aiutato nessuno. I parenti di mio padre sono quasi tutti morti, quindi non li ho mai visti, altrettanto per quelli di mia madre, gli altri ogni tanto facevano una comparsa ma mai a dire:” hai bisogno di qualcosa, per es. i soldi per la benzina?” Mai mai.
R.: Poi hai cominciato a stare male, quando te ne sei accorta?
M.: Avevo degli strani giramenti di testa, svenimenti. La prima volta è stato circa quattro anni fa, quando ho avuto il primo intervento…
M.: Spesso un ragazzo mi viene vicino e mi chiede “che si prova a essere la ragazza più bella di Ischia?” e a me viene un nervoso!… perché non ho mai avuto il tempo di pensare a me stessa. Devo fare il manicure da parecchio e non ho mai tempo, corro sempre qua e là. Anni fa quando sono stata male mio padre mi ha insegnato a non buttarmi mai giù, mio padre, quando era sul letto di morte, tirava su noi moralmente. Era molto forte. I valori della bellezza e le cose futili a casa mia non ci sono mai stati… solo cose concrete. Quando mi dicono “tu sei sprecata a fare questo, o a fare quello” rispondo:” a te cosa te ne frega, che ne sai perché lo faccio, perché sto qui?”. Tante cose non le sapete, non guardate solo alle cose banali. Per esempio ho avuto tantissime occasioni di andare via, di lavorare fuori, veramente tantissime, ma non sono mai andata perché qui ho mia madre, ho solo lei, sono molto legata, e poi ho paura dei cambiamenti, mi piacciono le cose piccole, ovattate, come un cucciolo che ha paura che la mamma lo lasci, mi sentirei smarrita, sola.
R.: Torniamo alla malattia: spiegami come te ne sei accorta.
M.: Avevo questi giramenti di testa, ho fatto tutte le analisi e non usciva niente, un amica mi ha detto:” perché non fai le analisi della tiroide?” e sono usciti valori sballati. Andai da una dottoressa e mi fece fare un´ecografia, poi l´ago aspirato e i risultati non arrivavano mai. Infine arrivò un fax da Napoli: era un carcinoma papillifero maligno. Mi cadde il mondo addosso anche perché è proprio la parola che fa paura! … Eppoi mio padre…
R.: Come si fa a convivere con una malattia del genere?
M.: All´inizio malissimo, pensi che non ci riuscirai mai, dopo ti fai forza. Sono stata anche in questa cosa molto sola, la prima volta che mi sono operata sono andata sola, mia mamma non sapeva niente, non la volevo vicino perché è molto sensibile, lei sapeva solo che andavo a fare altri esami, infine ho dovuto dirglielo perché piangevo sempre. (arrivano degli amici e si siedono accanto a noi, dopo qualche minuto riprendiamo l´intervista)
R.: Ti accorgi della malattia…
M.: Faccio l´intervento, consigliata male, mi sentivo persa, non sapevo che fare e quindi un mio carissimo amico mi dice: ”vai a Milano, c´è un grande professore, oncologo e ti può aiutare”. Vado in questa clinica, faccio l´intervento, mi levano una parte di questa “cosa che avevo” per analizzarla. Io ho avuto un intervento di sei ore, dopo ho fatto delle terapie sbagliate, ma in realtà anche l´intervento era andato male, non doveva essere fatto così. Dopo tre mesi stavo male di nuovo e ho dovuto subire un altro intervento. Fortunatamente andai da un nuovo professore a Pisa, dove sono specializzati per la tiroide. Io in una cosa sono stata fortunata: il mio male stava scendendo attraverso le corde vocali e in tre mesi sono riuscita comunque …Ho rischiato di morire, se non andavo da questa persona adesso non eravamo qui a parlare. Ho rischiato il soffocamento, mi potevano scoppiare perfino le orbite!… Mi ha preso proprio giusto in tempo! Per non farmi spaventare il medico mi ha detto: “ Maria, posso operarti fra tre giorni, altrimenti l´anno prossimo”. Io non mi volevo operare ma lui mi ha convinto a operarmi subito, dato che comunque già uscivo da un intervento. Poi mi sono sottoposta a radioterapie; non ho voluto fare un ciclo di chemioterapia, forse per vanità…No, non per vanità, ma avevo visto mio padre come si è ridotto con le chemio e quindi non ho voluto farle e non c´è stato verso di convincermi. Hanno provato con iodio e radioterapie, poi, all´epoca, c´era una nuova tecnica e devo dire che è andata bene. Però il male ricompare sempre, sempre nello stesso punto, anche se assumo iodio e faccio le terapie…
R.: E quindi?
M.: Quindi, sono quattro anni che combatto, fra alti e bassi.
R.: Dovrai operarti ancora?
M.: Spero di no, che bastino le cure.
R.: Hai paura?
M.: Si, molta.
R.: Come la gestisci la tua paura?
M.: Sempre ridendo, non pensandoci, andando avanti. Quando sono da sola ci penso, quando sto con gli altri cerco sempre di essere allegra, sorridente, per tirarmi su. Questo è il mio modo di fare, per coprire quella che sono realmente, molto timida, chiusa, spaventata. Ma se non fai così non superi…
R.: Come hai trovato la forza di reagire?
M.: Grazie a mio padre, che me l´ha data…Io sono anche una miracolata, sai? Per un incidente stradale che ho avuto con il motorino. Mi sono rotta un braccio…Ho fatto un volo micidiale e ho sentito una cosa soffice sotto, come se fossi atterrata su due mani, secondo me lì c´era mio padre. Mi dovevo spaccare la testa, ho avuto dei punti. E´ accaduto nove-dieci anni fa.
R.: Cosa ti aspetti dal futuro, Maria?
M.: Io non ci penso al futuro, perché tutte le volte che ci ho pensato è andata sempre male, qualsiasi cosa che voglio fare, non è andata mai bene, quindi penso ai momenti belli, alla giornata e basta.
R.: Da quando hai la passione per cani e gatti?
M.: Da sempre. Da quando ero piccola piccola. Forse ho questo amore per gli animali perché loro ti danno un amore incondizionato, non vogliono ricevere, ti danno e basta e non si aspettano niente, a differenza delle persone.
R.: Tu, a parte animali e anziani, hai mai dato amore incondizionato a qualcuno?
M.: Ho pochi amici ai quali ho dato quando potevo qualsiasi cosa.
R.: Restiamo sui tuoi cani: se loro potessero dire qualcosa per tuo tramite…?
M.: Far capire alle persone che non sono pupazzi che vanno presi per lo sfizio di regalare al bambino un gattino carino e poi sbatterlo in mezzo alla strada quando cresce. Sono anime di Dio anche loro.
R.: Lancia un appello per i tuoi cani e i tuoi gatti.
M.: Per i miei ‘bambini´? Non li comprate gli animali, adottate quelli abbandonati! Ho avuto una discussione con il mio amico Girolamo, gli propongo da tempo di adottare un cane e non vuole e adesso si comprerà un cane di razza perché va di moda. Io quelli più sgangherati li tengo tutti, altrimenti non sei un amante degli animali.
R.: Sei mai stata con un uomo sgangherato?
M.: Ho avuto pochi uomini, tre: il primo era bello ma a me non piace il bello, a me piace il tipo…
R.: Ti hanno un po´ perseguitata per questo tuo impegno per gli animali.
M.: Per il mio attivismo a favore degli animali ho avuto molti problemi. Ho tolto dal canile alcuni cani e mi hanno denunciato perché hanno visto d´estate uno di loro libero per strada e così ho avuto una multa di 1000 euro.
R.: Maria, c´è qualcosa per cui non ti sei messa nei guai?
M.: E´ vero, mi metto sempre nei casini, avrei tanti aneddoti da raccontare, Carabinieri e Polizia a casa, incidenti…
R.: Alla fine di tutto cosa ti piacerebbe, cosa vorresti avere?
M.: Vorrei riavere la casa che avevo, e tranquillità, stare tranquilla, però forse l´ho desiderato troppo!…
R.: Cos´è la tranquillità?
M.: La tranquillità per me è la tranquillità familiare, economica, che non significa chissà cosa…Sarebbe sufficiente un lavoro fisso, retribuito mensilmente!…
R.: Te l´auguro, naturalmente: una casa da mulino bianco, con il cagnone peloso, la station wagon, il marito che scende dalla mongolfiera, i bimbi sporchi di nutella…

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