n.01/2005
Photo: Enzo Rando
ArtDirector: Riccardo Sepe Visconti
Text: Riccardo Sepe Visconti
Styling: Ciro De Angelis
Dress Woman: La Caprese più Donna
Jewellery: Calgaro per Gioielleria Bottiglieri
MakeUp: Alessandra Scotti
Location: Molo 18
Joe Di Maggio per descrivere sua moglie Marilyn Monroe disse: “avete mai provato a stare con una lampadina elettrica?” Di Barbara Dimini si potrebbe dire: “avete mai provato a stare con un fuoco d´artificio?”. Bella, incandescente, luminosa, colorata, esplosiva, divertente. Gambe chilometriche, chioma corvina, gli occhi due lagune nelle quali rischieresti di perderti… Durante i giorni delle prove del servizio fotografico e dell´intervista l´abbiamo sempre trovata sorridente, rilassata, disponibile. Mai un capriccio, mai un´esitazione. Flessuosa e flessibile a lasciarsi dirigere durante il lavoro, instancabile nell´affrontare una seduta di posa fotografica lunga cinque ore, Barbara è l´attrice ideale di ogni regista. E loro lo sanno! Il suo percorso è solo all´inizio ma Ischiacity è certo che percorrerà una lunga strada. È bella, è brava, è solare, è semplice.
R.: Da Ischia a Milano e per giunta nel mondo dello spettacolo, Barbara Dimini incarni il sogno di moltissime ragazze ischitane, parlaci della tua avventura.
B.: Sogno tra virgolette perché non credo possa essere il sogno di qualcuno… Cominciai nel ´96 con il concorso Bellissima che presentava Alberto Castagna su Canale 5. Fu mia madre a mandare a mia insaputa delle fotografie e tramite una selezione mi chiamarono per accedere alle semifinali; andò bene e passai tra le prime quaranta, poi ci fu la finale su Canale 5 in prima serata ed entrai nella rosa delle sei finaliste.
R.: Quindi non Roma tra le tue tappe bensì direttamente Milano?
B.: Si, direttamente Milano. Questa esperienza fu vissuta come gioco, per conoscere persone. Mi divertii ed andò anche bene. Ebbi la fortuna di conoscere gli autori del programma Bellissima che erano anche gli autori di La sai l´ultima e di Sotto a chi tocca e uno di loro mi prese in simpatia. Era agosto e mi disse che a settembre ci sarebbero state le selezioni per le Paperette di Paperissima.
R.: E l´esperienza di Paperissima è stata la più importante?
B.: Si è stata la prima e più importante.
R.: Che cosa ti ha dato Paperissima? Conoscenze, agganci, notorietà?
B.: Popolarità perché è un programma di Antonio Ricci che andava in onda il venerdì in prima serata su Canale 5. Si mi ha dato notorietà, mi riconoscevano!
R.: Che ruolo avevi in Paperissima?
B.: Ero una delle quattro paperette ballerine che facevano da contorno a Columbro e alla Cuccarini.
R.: C´era molta invidia tra voi colleghe?
B.: Sì anche se più che d´invidia parlerei di gelosia. Bèh, come sempre si creano dei gruppi ed io avevo stretto amicizia con una di loro mentre le altre due si erano coalizzate contro di noi. Non solo: con una delle due avevo anche preso in comune l´appartamento. Quindi è stata un´esperienza di convivenza terribile, ci mandavamo a quel paese 24 ore su 24, non c´era alcun feeling.
R.: A proposito di invidia senti che le ragazze ischitane provano invidia per te?
B.: Quelle che non conosco provano invidia, so che parlano di me attraverso altre persone. Mi viene detto che mi hanno vista ballare in discoteca, cantare in piazza, mi hanno vista passeggiare sul corso e qualcuna dice sempre qualche cattiveria su di me.
R.: Quali sono le cattiverie che si dicono su di te?
B.: Bah, per esempio che sono arrivata a lavorare nell´ambito televisivo a Milano perché mi sono “compromessa” o perché sono stata raccomandata… Io dico che ho avuto molta fortuna perché le cose non vanno sempre così! Sicuramente c´è molto nepotismo nell´ambiente televisivo così come in tutti i campi: va avanti chi conosce, chi ha gli agganci o chi si compromette ma non è sempre così. Eppoi io non sono così famosa. Nell´ambito isolano posso essere conosciuta ma non sono famosa. Quando ho fatto Paperissima avevo notorietà perché era un programma d´impatto, ero riconoscibile perché eravamo belle ragazze. Ma le persone e gli autori che ho incontrato e che mi hanno dato la possibilità di fare questi provini erano per lo più gay, quindi a livello di compromessi non ho avuto alcun problema, sono state comunque conoscenze importanti ma non determinanti.
R.: C´è un momento in cui lasci l´isola e parti per Milano con una valigia piccola forse piena di sogni, poi nel 99 torni ad Ischia, fai uno spettacolo in piazza per Capodanno e la percezione che gli ischitani hanno è che Barbara è cresciuta! Ti avevano lasciata ragazzina con tante speranze e ti ritrovano nei panni di artista completa. Come hai vissuto questo momento?
B.: Ci sono delle persone che apprezzano il mio talento. D´altra parte, le certezze te le costruisci pian piano, anche perché l´esperienza di vivere in una grande città come Milano, che lavora con la moda e con la televisione, è forte. Non voglio dire che abbia fatto grandi cose però quelle che ho fatto mi sono servite come palestra per migliorare.
R.: Ti senti arrivata?
B.: No certamente, non mi sento nemmeno “partita”.
R.: A che punto ti trovi, allora?
B.: Mah, mi sento una delle tante che può dare qualcosa. Nel senso che ne conosco di ragazze che come me son partite con dei sogni, che giungono a Milano e cercano in tutti i modi di arrivare!… Alcune hanno usato la “strada più facile”, che è una scelta di vita che io non condanno. E´ la strada più facile ma anche la più effimera. Poi ci sono quelle che cercano di andare avanti col talento. Purtroppo oggi come oggi il talento viene spesso mortificato, lo si vede dalla qualità della televisione, dai reality show e da tante cose il cui gusto io non condivido. Avverto che certi ragazzi possono avere una presenza ma non hanno talento, non offrono niente e quindi questo mi fa capire che chi sta a casa, i telespettatori sono di un livello mediocre.
R.: Se non ti senti arrivata dov´è che vuoi arrivare?
B.: Io ho iniziato la tv per gioco e mi sento già fortunata ad aver fatto quel poco che ho fatto ritenendo di averlo fatto bene. Per esempio io lavoro da 4 anni su Sky, molti non lo sanno perché non mi hanno vista, Sky ha una visibilità limitata rispetto a Mediaset. Però di molti programmi sono stata la conduttrice, ho presentato, ho recitato ed ho avuto dei complimenti e sono stata notata da operatori interni, persone che lavorano con gente dello spettacolo, famose, che mi hanno detto: “non hai niente di meno rispetto ad altre”. Queste sono gratificazioni che, per certi aspetti, sinceramente, mi bastano. Mi piacerebbe moltissimo fare del cinema anche se sono molto orgogliosa e non sono una che va a bussare alla porta, che va a cercare; quindi se mi chiamano per un casting, per un provino, sono felice ma non sono io che cerco vie traverse. Lo prendo così il mio lavoro: se mi chiamano, vado, faccio il lavoro e ci metto il massimo dell´impegno, lo faccio con amore perché mi piace e penso di essere portata. Però se un domani dovesse succedere di non diventare famosa ed essere qualcuno, di non sfondare nel mondo del cinema o dello spettacolo, sono pronta a fare la moglie, la mamma, condurre una vita semplicissima.
R.: Ti senti più bella o più brava?
B.: Non mi sento più bella di altre perché a Milano ci sono molte belle ragazze. La bellezza può essere il biglietto da visita iniziale che comunque ti aiuta. Per certi miei lavori chiaramente si sono fermati alla bellezza, alla telegenia, perché sono molto più telegenica che fotogenica. Però sul talento sicuramente sono più valida rispetto a tante altre che poi sono già conosciute.
R.: In tutto ciò quanto gioca la tua meridionalità?
B.: Ha giocato moltissimo perché mi hanno sempre trovato dei ruoli su misura, tipo la napoletana verace come Sofia Loren, molto spigliata. Mi chiedevano l´accento napoletano, la battuta napoletana, la barzelletta napoletana. E´ una cosa che comunque diverte, piace.
R.: Questo per il lato esteriore. Mentre essere napoletana dentro come ti ha aiutata?
B.: Mi ha aiutato perché notano la diversità con le altre ragazze, molte di coloro che lavorano a Milano sono dell´Est e quindi sono fredde. Le truccatrici, le parrucchiere dicono spesso: “Che bello quando ci sei tu, porti il sole, perché sei vivace, solare, sei sempre positiva” . E questa è una prerogativa dei napoletani! Io di mio posso dire di avere un buon carattere, ovunque vado mi faccio voler bene, sempre. Sono me stessa e mi apprezzano per quella che sono.
R.: Abbiamo parlato di bellezza, secondo te essere bella è comunque una responsabilità?
B.: Si perché la gente si aspetta sempre il massimo da te, ti scruta sempre, ti studia.
R.: Domanda cattiva (e scontata): credi nella chirurgia estetica?
B.: Si.
R.: L´hai usata?
B.: Si, per il seno, sono 10 anni ormai. Probabilmente fui una delle prime e magari la prima a ricorrervi ad Ischia. Criticatissima, additata. Forse perché 10 anni fa non c´era il boom della chirurgia estetica che è una cosa che ha preso piede negli ultimi anni. Io 10 anni fa avevo 21 anni ed ero piccolina, pertanto questa cosa ha destato molte polemiche, discussioni, critiche, pregiudizi che tuttavia non mi hanno mai toccato più di tanto.
R.: Come hai reagito?
B.: Innanzitutto è stata una scelta molto meditata perché è un´operazione, non è un trucco che se non ti piace lo togli. L´ho fatto e sono contenta, non ho mai avuto problemi in 10 anni, ho avuto un buon assestamento perché il mio seno oggi come oggi sembra un seno normalissimo rispetto ad altre. La gente si è abituata, oggi per loro sono io, cioè sono come sono.
R.: C´è altro che ti vuoi rifare?
B.: No, non sono d´accordo con la chirurgia estetica usata massicciamente, ma solo se adoperata per aiutare a migliorare dei piccoli difetti. Sono per la chirurgia estetica ma non per le esagerazioni. Non mi piacciono le persone troppo artefatte.
R.: Barbara hai un compagno? Se si parlaci di lui.
B.: Si, ho un compagno è tra noi dura da un bel po´ di tempo perché ho sempre avuto storie lunghe; certo ho avuto anche avventure, come tutte. L´ho conosciuto in ambito televisivo, è un regista. Cinque anni fa era impegnato in una produzione di Sky, una di quelle con cui lavoravo anche io come inviata speciale. Fu una cosa normalissima: un incontro tra regista e attrice, un rapporto di lavoro. Eravamo in ambito lavorativo. Poiché eravamo vicini di produzione, cominciammo a nutrire reciprocamente simpatia, scherzavamo e ridevamo insieme ed infine finimmo con il frequentarci; poi è subentrata subito la convivenza, anche perché abbiamo avvertito immediatamente un certo feeling, siamo molto compatibili come caratteri. È più grande di me e questo ha determinato il mio star bene con lui. Ho sempre avuto compagni più grandi di me. Non riesco a relazionarmi con i miei coetanei.
R.: Hai amato molti uomini?
B.: No, avendo avuto storie serie lunghe ne ho avute poche, si contano sulle dita di una mano. Le altre sono state storielle estive: la storia estiva, la storia di un viaggio, la storia di una vacanza.
R.: Hai più amato o sei stata più amata?
B.: Sicuramente più amata.
R.: Cioè sei avara in amore?
B.: No, assolutamente. Io do tantissimo in amore e sono anche molto altruista, spesso mi metto da parte per dare all´altra persona. Però ognuno ha un suo modo d´amare. Non ho un carattere difficile, sono una persona allegra, a cui non piace litigare. Evito la lite e a volte per questo sbaglio, non mi va di arrivare alla litigata, alla polemica, è una cosa che mi infastidisce. Sono una tranquilla. Poi quando mi prendono i cinque minuti di rabbia faccio scendere i santi.
R.: Allora cosa vuol dire amare Barbara?
B.: Amarla veramente è accettare tutti i difetti.
R.: Sono tanti?
B.: Beh come tutti li ho anch´io sicuramente.
R.: Sei una persona in pace con sé stessa?
B.: Si, sembro inquieta ma sono un´inquieta positiva. Non sono una ragazza che soffre d´ansia o di depressione anzi sono molto positiva: sto bene con me stessa, vivo bene con me stessa, posso stare bene anche da sola; però sono sempre iperagitata ma questo fa parte del mio essere, del mio carattere, sono così da quand´ero piccola. Sembra sempre che mi stia scoppiando qualcosa dentro.
R.: Tra 10 anni, secondo te, dove sarai?
B.: Mi auguro di stare sempre bene, di avere la salute che è la cosa più importante. A me starebbe già bene così. Potrò trovarmi ancora a Milano e lavorare in un ambito più tranquillo o diverso, o diventare qualcuno, o aver messo su famiglia, una vita normale.
R.: Tornerai ad Ischia?
B.: Sempre.