Thursday, November 21, 2024

02/2005

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Photo: Petra Braun
Text: Riccardo Sepe Visconti
Styling: Valentino Federico
Dress Woman: La Caprese più Donna
Jewellery: Le Monde des Bijoux
MakeUp: Anna Castaldi
Location: Ristorante Il Pescatore

 

Bellissima, raggiante, di un´allegria contagiosa. Incontro Katrin nella sua magnifica villa a Panza e la cosa più sorprendente che registro durante l´intervista è che nel rispondermi usa solo temini positivi: nelle sue parole i termini felicità, amore e fortuna si sono alternati continuamente. Quando ci siamo salutati ho lasciato la sua casa con la certezza di aver incontrato una donna assolutamente felice.

R.: Che cosa ti ha condotto a Ischia?
K.: Dodici o tredici anni fa, penso nel ´92, sono venuta per puro caso con una mia amica in vacanza a Ischia. Eravamo sul lago di Garda e improvvisamente venimmo a sapere che degli amici avevano lasciato sfitta una casa presa per le vacanze ad Ischia. Così prendemmo la Fiat della mia amica e ci mettemmo in viaggio senza neanche una lira! Avevamo 20 anni, la mattina andavamo sulla spiaggia e vedevamo tutte le barche che passavano e pensavamo “mannaggia se conoscessimo uno con una bella barca!…”. Poi la sera del mio compleanno il 25 agosto, andammo alla riva destra a cenare e precisamente alla Carrozzella, che adesso non c´è più (ho pianto un pò quando l´hanno tolta), eravamo sedute noi due sole a guardare quelli che passavano, le due sedie di fronte libere… non ti dico, uno dopo l´altro i ragazzi chiedevano: “È libero qua”? E noi: “NO, NO, NO”!!! Eravamo entrambe fidanzate. Al tavolo a fianco c´era un gruppo di ragazzi e ragazze a cui noi inizialmente non avevamo fatto neanche caso, si divertivano nel vederci dire a queste persone: “No, no, non è libero” perché volevamo stare tranquille. Alla fine da quel tavolo si alzò una ragazza – che poi è diventata la mia migliore amica – Paola, di Napoli, e ci venne vicino e disse: “Sentite ci sono due nostri amici che vi vogliono conoscere, però sono molto timidi e non hanno il coraggio di presentarsi, visto che voi avete mandato via tutti. Noi domani facciamo una festa, vi volevamo invitare”. Così abbiamo cominciato a chiacchierare, io allora non parlavo neanche bene l´italiano.
R.: Chi erano questi due ragazzi?
K.: Uno era Roberto, l´uomo che in seguito ho sposato, l´altro un suo amico, Corrado: si sono alzati, si sono presentati, poi l´amica ci ha detto: “noi domani verso l´una usciamo e facciamo un giro in barca. Perché non venite con noi?… Fatevi trovare all´una al bar La Lucciola” . E noi abbiamo pensato: Finalmente!!!
R.: Dici la verità, a mezzogiorno eri gia lì?
K.: No, perché quella notte andammo al Valentino e ci restammo fino alle 5 e mezza del mattino, e, non è molto alla tedesca, ma ci svegliammo alle tredici e un quarto e, come due sceme: “Ma perché non ci siamo alzate, perché non abbiamo messo la sveglia?!…” allora facemmo una corsa a piedi da Monterone e alle quattordici arrivammo alla Lucciola, ma non c´era nessuno di quelli che conoscevamo, quindi ci sedemmo e facemmo colazione, e dopo mezz´ora si presentò Paola e disse: “Ah voi già state qua?” e noi “Ma come già?… Sono le due e mezza del pomeriggio!…”. Poi arrivarono tutti gli altri. E noi che ci eravamo preoccupate che l´una volesse davvero dire l´una! Così ho imparato subito che l´una vuol dire minimo le due, due e mezzo! Intanto loro ridevano di noi che stavamo lì ad aspettarli come due sceme tedesche!
R.: Con Roberto è stato amore a prima vista? Quanto tempo ci hai messo a capire che lui ti piaceva?
K.: Una settimana.
R.: Ah, beh, quindi “una cosa veloce”?
K.: Sì, abbastanza veloce, perché lui mi piaceva, ma io dovevo stare a Ischia solo altri 4, 5 giorni e non mi interessava “una cosa veloce”.
R.: Sei ritornata, allora?
K.: Sono tornata e mi sono affezionata. Il primo novembre dovevo incominciare a studiare a Monaco, era l´anno in cui dovevo iniziare l´Università, pertanto sono tornata a settembre e poi lui è venuto ad ottobre. Così abbiamo fatto 5 anni avanti e indietro, ogni 15 giorni, siccome io non avevo una lira, lui mi faceva trovare i biglietti pronti, mi chiamava e mi diceva: “Vuoi venire questo fine settimana? Se vuoi venire hai il biglietto pronto, lo vai a ritirare all´aeroporto e vieni“.
R.: Mi sembra di ricordare che Roberto sia più grande di te?
K.: Sì, di undici anni.
R.: All´epoca possedeva già la sua fabbrica di cosmetici?
K.: Sì, aveva appena incominciato, la gestisce da 15 anni. Lui è laureato in legge, la famiglia gli impose di scegliere tra studi di medicina o di giurisprudenza, ma poiché sviene alla vista di una goccia di sangue, ha deciso per giurisprudenza. Si è laureato, ma non ha mai esercitato la professione.
R.: E la tua amica tedesca che fine ha fatto? (ndr: domanda interessata!)
K.: La mia amica tedesca adesso è sposata.
K.: (Sigh!…) Con un italiano?
R.: No, con un tedesco, però è sempre affezionata all´Italia, ci ritorna spesso e parla benissimo l´italiano.
K.: Katrin, come ti trovi a vivere a Ischia?
R.: Bene, ho trovato una mia pace, una mia felicità sia nel lavoro sia in tutto il resto.
K.: Come sei riuscita ad integrarti in questa realtà che è così diversa dalla tua?
R.: Mi sono adeguata, cioè ho dovuto accettare delle cose, fare dei compromessi.
K.: Che tipo di compromessi? Qual è la cosa più importante alla quale hai dovuto rinunciare, qual è?
R.: Gli amici, quello forse è stato il mio compromesso più faticoso.
K.: A parte l´amore, la cosa più bella che hai trovato sull´isola?
R.: La felicità e la tranquillità, un posto tranquillo, non stressante e caotico.
K.: Dammi un concetto di felicità, che cos´è per te?
R.: Stare bene con le persone a cui voglio bene, avere questa famiglia che per me è un´enorme felicità, essere riuscita a ripescare quest´amore, perché ci eravamo persi. Questa per me è stata un´enorme felicità.
K.: Ti senti ben integrata qui a Ischia?
R.: Sì, sì.
K.: Hai costruito delle nuove amicizie?
R.: Sì.
K.: Hai perso un pò della tua matrice tedesca?
R.: Sì, mi sono un pò, come dice Roberto, “napoletanizzata”. Lui si arrabbia per questo e dice che non dovevo” napoletanizzarmi“, intanto però succede!
K.: Per esempio io nel lavoro ho rapporti con tante persone, foriane o napoletane e imparo delle parole nuove e non avendo studiato l´italiano le ripeto pensando siano parole italiane perciò lui ancora oggi si arrabbia e mi dice: “ Ma chi ti ha detto questa parola?… Sei proprio una napoletana di quelle classiche!…”.
R.: Nel tuo esserti “napoletanizzata” qual è l´aspetto della meridionalità che più ti piace aver acquisito?
K.: Vedo le cose con più leggerezza, mi faccio più spesso una risata, non le prendo più così sul serio: prima ero più “ingessata”, oggi spesso dico: “Va beh, non fa niente”!…
R.: Sei una persona ben affermata nel lavoro, giovane e bella, hai sposato una persona giovane bella e forse anche ricca, senti dell´invidia su di te?
K.: Sì.
R.: Questa cosa ti fa soffrire?
K.: Ogni tanto e quando me ne accorgo mi dispiaccio molto, però dopo dico: “va beh, non è che ne ho colpa, non ci posso fare niente”!… Questo comunque accade con gli estranei non con gli amici.
R.: La tua è stata fortuna o abilità?
K.: Fortuna, si è stata fortuna. Io sentivo dentro di dover ritornare. E nei due anni che sono stata lontana da Roberto da un lato soffrivo sebbene dall´ altro stessi anche meglio perché avevo eliminato una situazione che per me era diventata troppo impegnativa per la mia giovane età. Poi piano piano dentro di me è cresciuto questo dispiacere, la consapevolezza di aver perso il mio amore e la mia felicità. Un bel giorno mi sono detta: “Lo devo scoprire, o è ancora sì o è no!” e allora sono tornata, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo capito: “ Sì, lasciamo perdere tutto il passato e ricominciamo…”
R.: In quel caso chi doveva perdonare l´altro?
K.: Lui doveva perdonare me.
R.: È stata dura?
K.: Sì, per lui è stata molto dura. Ma oggi siamo una coppia felice.
R.: Parliamo ora della tua famiglia, l´arrivo di tua figlia Carolina come t´ha cambiata?
K.: Tantissimo e in meglio. Sento ancora più forte il senso della famiglia, mi sento mamma, penso più da donna matura. Essere mamma è un´esperienza incredibile, prima vivi tutta la gravidanza e dopo c´è questo bambino che ha solo te e dipende totalmente da te!… Questo evento ci ha cambiato! Diciamo che oggi siamo più uniti sia con la famiglia di Roberto che con i miei genitori e i miei fratelli. Ci fanno visita più spesso e così adesso ci vediamo più di prima.
R.: Oltre Carolina e Roberto cos´altro ami?
K.: Amo molto il mio lavoro. Amo avere una cosa mia, indipendente, ovviamente amo la mia famiglia, si è capito già che è molto importante, amo viaggiare, infatti ogni tanto quando mi viene “la crisi dell´isola” me ne vado, per esempio una settimana a casa da mia mamma o con delle amiche faccio dei viaggi. Ho un gruppo di amiche molto strette con le quali una volta all´anno facciamo un viaggio da qualche parte. Poi amo molto la tranquillità, la pace che ho trovato solo sull´isola, amo la natura, stare nella campagna in questo posto bellissimo che mi rilassa molto specie durante il fine settimana: spesso preferisco non uscire e occuparmi del giardino o del mio orticello.
R.: I tuoi hobby quali sono?
K.: I miei hobby sono cambiati molto perché prima di venire qua facevo un sacco di sport, giocavo molto a golf, che ho imparato da mio padre che era un appassionato, ero diventata anche abbastanza brava, poi ho dovuto abbandonare perché ad Ischia non esistono campi da gioco.
R.: Come tutti i “bravi tedeschi” fai lunghe passeggiate per l´isola?
K.: Sì, ma non a piedi.
R.: E che passeggiate sono?… Non mi dirai che non sei mai stata sull´Epomeo?!!!
K.: Siiiiì, ci sono stata. Però devo dire che sto riscoprendo l´isola attraverso mio padre, che quando viene a trovarmi mi costringe a fare delle passeggiate. L´ultima volta siamo andati tra Sant´Angelo e Testaccio, abbiamo fatto un bellissimo percorso a strapiombo sul mare: là ci sono dei sentieri, dei tragitti bellissimi.
R.: Mi hai anche parlato della tua passione per la cucina: tedesca o cucina italiana?
K.: No, no, cucina italiana.
R.: Per esempio che cosa ti piace preparare?
K.: Sono molto brava a fare la pasta alla siciliana, mi piacciono molto i crostacei e i frutti di mare, il pesce, mi vengono bene anche i risotti e poi Roberto ha sei sorelle e una mamma, tutte bravissime cuoche, quindi ho dovuto diventare brava anch´io per soddisfarlo.
K.: Un pò ho imparato da loro e un pò da mia madre, che ama molto cucinare, infatti noi a casa in Germania cucinavamo sempre italiano e siccome non amiamo molto la carne mamma preparava un´enorme quantità di verdure e in tal modo mi ha fatto conoscere e amare l´Italia. Quando ero piccola abbiamo visitato spesso l´Italia: abbiamo girato l´Umbria, la Toscana, le Marche, siamo andati in Sicilia, in Sardegna. In giugno, in Germania, abbiamo quindici giorni di vacanze e ogni anno andavamo a scoprire un´altra parte dell´Italia, in tutti i posti mangiavamo cucina italiana, mamma consultava la guida e ci diceva:”C´´è scritto che in questo ristorante si mangia molto bene la mozzarella, i carciofi, ecc.” Infatti io ho girato l´Italia più di Roberto: lui non la conosce come me.
K.: Non hai mai pensato di lavorare insieme a tuo marito?
R.: No, anzi!… Ti ripeto, amo molto il mio lavoro, mi piace tantissimo essere a contatto diretto con le persone, da medico dentista aiutarli mi piace molto. Roberto, al contrario, è più timido, ha iniziato questo lavoro per puro caso, poiché nessuno nella sua famiglia trattava più il fango, c´erano queste fangaie abbandonate e gli alberghi che richiedevano i loro prodotti ma nessuno se ne interessava, allora lui ha deciso di dar vita all´azienda e così ha incominciato questa attività. Noi nel lavoro siamo molto diversi e penso che bisticceremmo tutti i giorni perché io sono molto precisa, non voglio dire che lui non lo sia, anzi, però vede le cose diversamente, io sarei più rigida, cambierei tante cose, mi arrabbierei di più con le persone che lavorano, invece lui è più morbido: “Va beh, non fa niente, lascia perdere….”, io invece non sono così.
K.: La vostra è l´azienda di cosmetici più importante dell´isola d´Ischia?
R.: Sì, penso di sì, è la prima, l´originale. Adesso hanno fatto tantissime copie però penso che la sua azienda sia più importante dell´isola. Talvolta mi chiede consigli, per esempio la sera dopo cena discutiamo dei suoi progetti ed io dico la mia… per fortuna lui è molto paziente.
K.: Gli hai mai imposto qualche decisione importante?
R.: Sul lavoro? No, lui decide sempre da solo.
K.: E lui ti ha mai imposto delle decisioni?
R.: Imposto no, spesso mi consiglia: in questo siamo uguali, accettiamo i suggerimenti, poi però ognuno fa quello che ritiene più opportuno. Ed è giusto così, perché del mio lavoro lui non se ne intende così come io non sono un´imprenditrice.
K.: Che progetti hai per il futuro?
R.: Sicuramente un altro figlio o altri due…
K.: Sai c´è quella pubblicità del Mulino Bianco: la casa con il marito bello, il cagnone, etc… Tu hai realizzato il “sogno del Mulino Bianco”?
R.: Sì, sì, in un certo senso sì, però non è stata una cosa che io avevo in mente di realizzare: è capitata! So di essere molto fortunata, ho quasi tutto quello che desidero, diciamo che non mi manca veramente niente. Ma questa fortuna in parte l´ho anche costruita, ho studiato, ho fatto molti sacrifici, ho avuto dei genitori che mi hanno permesso di studiare e non mi hanno mai fatto mancare nulla (anche questa è una fortuna!), però ci ho messo anche un bel pò di mio! Spero che anche il futuro vada bene così.
K.: È stato difficile convincere Roberto dell´idea di accettare l´invito di essere sulla copertina di Ischiacity?
R.: Un pò sì, all´inizio era perplesso, temeva che la cosa potesse venir male: non perché è geloso, ma perché è timido, è riservato!…
K.: Tu l´hai presa come un gioco?
R.: Sì, io mi sono proprio divertita, lui era più preoccupato della riuscita ma io non avrei mai accettato se non ti avessi conosciuto, mi fido di te, lui non ti conosce e allora io gli ho dovuto spiegare che persona sei e qual era il tuo progetto. Poi sapevo che mi avrebbe fotografato Petra Braun che mi è molto simpatica, e non perché siamo tedesche! Anche lei è molto italianizzata e mi piace molto come persona.
K.: Quindi “la battaglia” con lui è stata breve, gli ho detto che volevo fare questa cosa e lui mi ha solo chiesto di rifletterci. Poi mi divertiva l´idea in quanto da piccola, come ogni ragazza, avevo il sogno di fare la modella, non l´ho mai fatto perché non mi è mai capitata l´occasione, oltretutto non mi sentivo tanto bella da piccola, ma, almeno una volta nella vita, mi sarebbe piaciuto fare la modella!…
R.: Quindi praticamente questo servizio è stata la “ciliegina sulla torta della tua felicità”?
K.: Sì, sì, nel mio mosaico mancava ancora qualche piccolo tassello: ecco questo l´abbiamo inserito! Spero che sia riuscito bene.

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