Antonio De Jesu, già questore di Napoli e da giugno 2019 Prefetto, Vice Capo della Polizia
Si devono creare centri di aggregazione nei quartieri e ci sono bellissimi esempi di attività del genere. Alla Sanità si è sviluppato un modello da seguire: è un pullulare di attività grazie al presidente della municipalità Ivo Poggiani, che stiamo accompagnando nel suo operato e che si sta muovendo molto bene, a padre Antonio Loffredo e al PON Sicurezza del Ministero dell’Interno che finanzierà il lavoro di 400 educatori di strada, persone che seguiranno nella loro vita quotidiana (accompagnandoli a scuola, stando insieme a loro) 400 ragazzi fra i più disagiati del quartiere. Padre Loffredo mi disse che i ragazzi gli chiesero di aprire una palestra di pugilato e aggiunse che la cosa andava fatta subito, chiedendomi una mano. Io ho parlato con alcuni tecnici delle Fiamme Oro (Ndr. il gruppo sportivo della Polizia di Stato), lui ha messo a disposizione la sacrestia – e non è una cosa scontata, perché a qualcuno una scelta del genere ‘potrebbe non piacere’. Vent’anni fa l’idea che ragazzi della Sanità andassero in palestra dentro una chiesa con degli ‘sbirri’ come allenatori sarebbe stata inconcepibile. Invece, oggi vengono, fanno attività e io la considero una rivoluzione culturale, un segno. Ancora, alla piscina militare Albricci la Federazione Nuoto, supportata sempre dai nostri atleti, assiste 400 ragazzi che praticano nuoto, ma fanno anche educazione alla legalità, un grande lavoro insomma. L’imprenditore Enzo De Paola ha creato senza finanziamenti pubblici l’orchestra dei Quartieri Spagnoli, composta da 42 giovani dai 7 ai 14 anni. Si deve stare sul posto, nel Bronx (Ndr. S. Giovanni a Teduccio), a Scampia, e creare occasioni di aggregazione, i giovani vanno attirati con il gioco, con lo sport e poi si può lavorare sulle coscienze, sull’anima dei ragazzi. Ecco, questo metodo lo si sta sperimentando alla Sanità. Penso che nessuna moglie di camorrista che abbia dei figli desideri per loro la stessa vita del padre e se ci sono strutture che si occupano di loro, che li intrattengono con attività che piacciono ai giovani, il più delle volte i ragazzi le frequentano. Una volta lì tocca alle persone che gestiscono queste strutture lavorare anche sulla loro formazione come cittadini. Io sono nato a Secondigliano e andavo all’oratorio con piacere, perché era stato creato un ambiente adatto a dei ragazzini come noi: c’erano gli amici, giocavamo a biliardino o a ping pong, mangiavamo insieme e poi il parroco ci diceva “Adesso parliamo di Gesù”, dato che si trattava della parrocchia, e svolgeva il suo compito di educatore. Per le associazioni laiche il meccanismo è il medesimo e possono lavorare intorno a temi etici e civili, l’importante è che ci siano i contesti giusti dove parlare ai giovani.