Friday, November 22, 2024

n.03/2005

Photo: Archivio Ischiacity
Text: Federico Simonassi

 

F.: Nato cresciuto pasciuto …?
L.: Nato a Casamicciola Terme, cresciuto a Ischia fino all´ età d 20 anni, poi sono andato a Londra, dove sono rimasto 6 anni x poi tornare alla base…
F.: Sei anni passati come?
L.: 6 anni d sacrifici, 6 anni d militare direi, anke se molti nn lo immaginano, dal momento ke vedono Londra come la città dei balokki. Senza dubbio un´esxienza ke mi ha dato molto: una città cosmopolita, una metropoli europea dove t confronti dal primo momento ke arrivi; poi già il fatto ke nn avevo mai volato, vedere Ischia dall´alto… “è nu muorz” :-D, t rendi conto da dove vieni e da cosa tallontani.
F.: E questi sei anni ti hanno cambiato in peggio o in meglio?
L.: Sicuramente in meglio, t aprono la mente, soprattutto dal punto d vista musicale, dato ke, diciamocelo, fino a quel momento musicalmente ero cresciuto a Ischia e allora internet nn era ancora diffuso come oggi.
F.: Ed Ischia rispetto al resto del mondo che hai conosciuto è messa molto peggio?
L.: O_o Nah … È una realtà diversa, a me Ischia serve x trovare la mia tranquillità, x concentrarmi sul lavoro, quando ritorno dai viaggi e dalle serate posso mettere fuoco le idee e le sviluppo, è un envoiroment ke comunque aiuta dal punto d vista creativo xché qui abbiamo i nostri posti, il mare, ad esempio, ke in questi anni mi è mancato tantissimo… È sempre così, quando lasci qualcosa t rendi conto d quanto quella cosa realmente conti, già il fatto d passeggiare o guidare vicino al mare x me è importante. Quindi Ischia nel modo in cui la vivo io mi aiuta … Poi io ovvio sono sempre collegato ad internet.
F.: Quindi Ischia diventa il tuo “laboratorio creativo”.
L.: Sì ;-).
F.: E invece quando viaggi come vedi l´isola?
L.: Da isolano quando viaggio mi confronto sempre, mi reputo una xsona genuina e quindi quando vado fuori porto con me la mia semplicità, il mio provincialismo.
F.: E non è quindi una cosa negativa?
L.: No, no. Anzi in molti suscito curiosità vogliono capire come mai io ke vengo da un´isola piccola ho scelto d confrontarmi con realtà così diverse, molto + grandi…
F.: L´essere un isolano quanto ti ha aiutato? Ti aiuta nell´essere umile?
L.: Sì, sì, t aiuta tantissimo, soprattutto xké apprezzi magari delle cose ke altri nn vedono … T accontenti delle cose + semplici, tutto quello ke viene lo prendi x buono.
F.: Insieme a te viaggiano anche i tuoi successi discografici?
L.: :-\ Mah, successi… Io nn li kiamerei successi, forse sono le mie creature, i pezzi della mia vita.
F.: Io parto dal presupposto che siano successi perché riescono a suscitare interesse…
L.: :-E Io nn faccio altro ke mettere in musica le mie idee e suonarle, forse,rispetto all´isola mi posso anke distinguere xké qui nn c sono molti ke lo fanno a certi livelli.
F.: Cosa significa fare musica a certi livelli?
L.: Significa riuscire a suscitare interesse in dj professionisti, come Danny Tenaglia, Steve Lawler, Sasha ecc… Il fatto ke loro suonino i miei diski vuol dire molto x me, mi stimola ad andare avanti.
F.: Ultime produzioni in programma?
L.: Ne ho diverse, 4 x la precisione: “Luca Ricci presents Aenaria – set me free”, “Luca Ricci feat Monica Hernandez – Musica vs el dinero”, “LucaRicci presents Ventunesimo secolo – Tributo a San Francesco d´Assisi”, “ATG – sim city”. X me è fondamentale avere delle idee forti dalle quali partire, portare un messaggio alla gente nel dance floor, messaggio ke talvolta è esplicito, in altri momenti è meno evidente.
F.: Perché questa scelta di usare altri nomi come vesdino, when is dark, aenaria?
L.: X più d un motivo: x distinguere i generi, x evitare ke la gente confonda le produzioni associate al mio nome, quindi ki compra Luca Ricci sa cosa aspettarsi o viceversa se compri When is dark sai come riconoscerlo. Poi ci sono anke problemi d carattere legale, come i contratti con opzioni d esclusiva sull´artista x il prossimo singolo ecc., x cui diciamo ke sono anke dei mezzi x svincolarti e x poter lavorare con altra gente.
F.: Sei stato a Miami al Winter Music Conference lo scorso marzo: cosa puoi raccontarci? Che aria si respira?
L.: È una convention alla quale prendono parte addetti ai lavori come dj, produttori, agenti, promoters d clubs ma anke xsone d altro genere: ritrovarsi è importantissimo, consultarsi e discutere sulle nuove tendenze, un pò come accadeva un tempo tra pittori, scrittori o appunto musicisti della stessa corrente d pensiero.
F.: C´è competizione in manifestazioni del genere?
L.: O_O Sì, ma la competizione tspinge a fare sempre meglio e poi si ha la possibilità d vedere e ascoltare quelli più bravi e si è stimolati.
F.: L´electro è la tendenza del momento, a quanto sembra. E tu cosa preferisci suonare in questo periodo?
L.: :-/ Io ascolto volentieri ma rimango con le mie idee, sono fuori dalla scena tedesca ke impone ora il mercato. L´electro nn mi emoziona, preferisco suonare deep house, progressive, tech house, spazio molto ma privilegio le sonorità + calde, ricerco sonorità ke riflettano la mia xsonalità, “music 4 body and mind,” musica x il corpo e la mente, ke faccia appunto ballare e riflettere allo stesso tempo. Ascolto da Mozart e Vivaldi alle cose + estreme: poi xò mi viene naturale, facile alla maniera d bere un bickiere d´acqua, ascolto e so con sicurezza quello ke mi piace e ke posso suonare. Sono libero dai pregiudizi dell´artista o dell´etiketta, ho la fortuna d lavorare con gente e x gente ke credo sia educata ad ascoltare e x questo posso essere libero, me stesso. Un pò come quando si va in una galleria d´arte e si trovano xsone appassionate, ke sono lì proprio xké tu sia te stesso.
F.: Che rapporto hai con internet e la tecnologia, il digitale?
L.: Internet è sicuramente parte della mia vita al 70%. Sono connesso 24/7 x tanti motivi, è un mio modo d vedere e relazionarmi con il mondo: mi serve x le mie serate, x conoscere le news discografike, x mantenere e curare i rapporti con amici e dj produttori…
F.: Internet significa pc e pc uguale musica: raccontaci come fai la tua musica.
L.: Sì, è così. Oggi con un´ottima skeda audio, con lo sviluppo delle tecnologie ed elevate perfomances, ke significa l´ausilio d una vasta gamma d software, riesci a sintetizzare tutto nello studio d registrazione, quello ke prima nn bastava una stanza a contenerlo ora è tutto lì, all´interno del tuo portatile e 6 libero d averlo con te in aereo e lavorare, anke in viaggio. I programmi ke uso sono diversi: degli elidor, come Wavelav, Cool Edit e dei software sequencer come Logic Audio o Ableton Live ke ha rivoluzionato il concetto d fare musica, nel senso ke si fa tutto on flight, in maniera istantanea. Io comunque cerco sempre d abbinare alla musica elettronica l´acustica e quindi uso spesso la musica d mio fratello Angelo ke è diplomato in flauto soprattutto xkè trovo ke siano suoni ke danno calore.
F.: Le performances preferisci farle sul vecchio vinile o sul CD?
L.: Io penso ke ciò ke conta sia il risultato finale: con il vinile è diverso ke con il CD, tendo a mescolare le 2 tecnologie x dare al pubblico uno spettacolo diverso. Credo ke il dj del futuro debba creare cose inedite dal vivo e nn limitarsi a suonare delle edit e delle cover. Fino a 10 anni fa, quando internet nn era ovunque, era facile x il dj, con i contatti giusti, avere dei promo esclusivi, da suonare molto prima degli altri. Oggi t dicono ke un brano lo hai solo tu ma in realtà nn è così xké internet fa conoscere tutto in tempi brevissimi, quindi il dj deve farsi delle edit, x avere un rextorio xsonale e in questo aiuta combinare vinile, CD e software diversi.
F.: Il tuo segreto.
L.: 😀 Mi piace sorridere alla gente, credo ke quando si suona davanti a tante xsone bisogna far passare energia positiva, mentre molti nn riescono a dialogare, comunicano messaggi negativi, se ne stanno imbronciati, nn ballano, mentre credo ke tutto ciò faccia parte dello spettacolo, il dj deve essere il primo a ballare. In certe situazioni l´attenzione della gente è tutta rivolta verso d te, come accade a un politico o a un predicatore e sta a te decidere cosa dargli, dargli bene o male, e io penso ke bisogna trasmettere allegria.
F.: Per questo usi le lucette ?
L.: Sì, mi piace fare le ombre cinesi, interpretare la musica ke suono attraverso delle facce, insomma interagire con il pubblico, ke poi è metà del nostro lavoro: se nn avessi le capacità x farlo nn mi metterei esposto in vetrina, sarei un dj da radio, dove parla soprattutto la musica; avendo invece scelto d suonare tra la gente preferisco sorridere: questa è la cosa ke mi riesce meglio e ke mi rende diverso.
F.: Il locale più bello dove sei stato o ti piacerebbe suonare?
L.: Ce ne sono molti, lo Stereo, in Canada, Zouk, Singapore…L´anno scorso a Madeira nelle Azzorre ho suonato davanti a 2000 xsone a un festival all´axto sul mare, era 1 scenario così suggestivo ke mi sono emozionato. Dico sempre ai promoters d assicurarsi ke ci siano le giuste condizioni, xké se problemi, anke tecnici, mi distolgono io nn riesco a sentire la serata nn la sente neppure la gente.
F.: Se per una sera potessi avere la valigetta dei dischi di un tuo collega, chi sceglieresti, quindi qual è il tuo dj preferito?
L.: Ti rispondo Danny Tenaglia, ke ho potuto conoscere e considero un mio maestro sia sul piano musicale ke umano. Ma aggiungo ke nn è la musica ke fa la differenza ma il modo in cui la proponi, il tuo atteggiamento, anke se suoni musica commerciale.
F.: Cosa comporterebbe per te suonare più spesso nella tua isola?
L.: Nn trovo Ischia molto stimolante, in passato ho provato ma nn ci sono ancora abbastanza xsone ke hanno le mie stesse esigenze e questo è un grande limite; xké organizzare qualcosa si risolve in una xdita d energie dato ke nn c´è ancora ki si diverte con il tipo d sonorità ke faccio io. Qui il divertimento è ancora associato al piano bar e alla musica commerciale ke si ascolta in radio e ke si può cantare mentre si balla. Quando suonavo qui ero il primo a mettere dei classici italiani, la musica commerciale del momento; ora sono cresciuto e associo il divertimento a una musica ke va oltre questo, ora vedo la musica come una forma d´arte, ke mi faccia pensare ma anke ke disinibisca, e quindi ke si allontani da parametri del tipo “questa la canto” oppure “questa la so” xké music is freedom. La mia nn è una critica ma solo la constatazione ke a Ischia nn c´è molta gente ke la pensi come me. E poi t assicuro ke nn è vero ke questa è una musica x drogati, nn t devi impasticcare o ubriacare x capire la mia musica. :-[[[[[
F.: Infine, cosa consigli a un giovane che voglia percorrere la tua stessa strada? Qual è il passo fondamentale da compiere?
L.: Ho avuto la fortuna d avere dei genitori ke mi hanno xmesso d andare a Londra x capire d + , dopo una prima esxienza su una nave da crociera. Comunque la musica è sempre stata dentro d me, a 6 anni ho avuto la mia prima kitarra classica da mio nonno e mio fratello, spinto da questo, ha iniziato anke lui. In realtà ho fatto le cose seriamente tardi e i miei genitori mi hanno appoggiato quando ho lasciato l´università dopo 2 anni d ingegneria. Quindi si deve riflettere su ciò ke si vuole, andare fuori da Ischia e fare un´esxienza d vita, cominciando magari con una vacanza, xké staccare dal nostro mondo isolano è molto importante, senza aver paura d lasciare quello ke si ha qui.