Si può essere seri senza essere noiosi
Text: Riccardo Sepe Visconti
Primavera, ora legale, luci, profumi: appeso l´impermeabile nell´armadio (era ora!) ci si prepara alla stagione turistica 2005. Puntuale Ischiacity torna in edicola nel mese di aprile per quello che, oramai, è un atteso appuntamento. Ho già accennato precedentemente all´enorme (e perfino sorprendente) successo registrato dalla nostra rivista e mi convinco sempre più che il pubblico ha deciso di premiare un´iniziativa editoriale dietro la quale c´è (evidentemente) molto lavoro, molta creatività, molta ricerca. Alcuni amici mi hanno suggerito di assumere una veste grafica un po´ meno glamour per dare più spazio all´approfondimento di taluni problemi. La mia risposta è che si può essere seri senza essere drammatici (o noiosi) e che l´aver scelto una linea editoriale rivolta solo al bello, all´utile ed al creativo è un modo per andare in profondità, guardando l´altra faccia della medaglia. I nostri più fedeli lettori noteranno che in questa terza uscita Ischiacity è cresciuto nel numero di pagine e nella quantità di testo: in particolare si è scelto di dedicare uno spazio molto ampio all´approfondimento della figura di un uomo recentemente scomparso, che ha dedicato tutta la vita allo studio dell´Isola d´Ischia. Si tratta, naturalmente, di Giorgio Buchner, il grande archeologo scopritore, tra l´altro, della famosa Coppa di Nestore. Le sue fondamentali indagini sul mondo antico hanno permesso di ricostruire frammenti di storia che testimoniano come l´isola d´Ischia sia stata il crocevia di partenza della civiltà greca diffusa nel Mediterraneo occidentale. Per quanto Buchner abbia condotto studi molto importanti, il suo carattere riservato, modesto e taciturno lo ha sempre tenuto lontano dalla pubblicità, e benché gli “addetti al settore” sappiano tutto di lui, egli è sempre stato un personaggio poco noto al grande pubblico. È per questo che a poco più di due mesi dalla sua morte ho fortemente voluto dedicargli una parte di Ischiacity. Mi è sembrata un´operazione assolutamente in linea con la politica editoriale da me scelta: parlare delle cose belle, dei talenti, di chi produce. Giorgio Buchner, come scienziato, ha incarnato perfettamente, e forse più di chiunque altro, questa capacità di creare bellezza intorno a sé. Quindi trovo appropriato che nella stessa rivista coesistano armonicamente la vita di un importante archeologo con le proposte moda delle griffe internazionali, le ville da sogno, le tele degli artisti e così via: sono tutti aspetti di uno stesso modo positivo di vivere l´isola guardando al lato bello delle cose. L´inserto sulla vita di G. Buchner è stato impegnativo ma mi ha anche dato moltissima soddisfazione: innanzitutto ho goduto della fiducia della famiglia Buchner che, tra l´altro, mi ha permesso di accedere all´archivio fotografico, quindi ho lavorato in tandem con la dottoressa Costanza Gialanella, che mi ha fornito la maggior parte dei contatti, e con la dottoressa Nicoletta Manzi che mi ha aiutato a raccogliere la testimonianza di don Pietro Monti, il parroco-archeologo amico di Buchner. Ho avuto molte conversazioni con i suoi amici e colleghi sparsi un po´ ovunque, così, poco a poco in questo viaggio alla scoperta di Giorgio Buchner (che personalmente non avevo mai incontrato) è apparso sempre più evidente quanto sia stato instancabile e severo il suo lavoro di ricerca al quale egli dedicò, senza sosta, tutta la vita. Non credo che per lui si possa parlare di sacrificio, ovvero non potrò dire che egli “sacrificò” tutta l´esistenza all´archeologia, poiché ricostruendo la sua personalità ho capito che egli aveva per i suoi studi un amore profondissimo ed inesauribile: ciò che lo animò fu il “fuoco sacro” di un´autentica passione. E questo mi è sembrato molto bello ed emozionante, quindi ho voluto raccontarlo.
P.S. Ore 1,30 (tra la notte del 6 e il mattino del 7 aprile), tra circa otto ore inizieranno i funerali del Papa, con le mie amiche Paola e Silvia ho dato l´ultima rilettura alle bozze di Ischiacity. Sono un po´ stanco, approvo il lavoro e decido di dare l´OK per la stampa. Quindi lascio la mia postazione al Mac ed esco dalla redazione per prendere una boccata d´aria nella notte. Vado al Dionisio´s Pub, bevo birra. Mi accorgo che manca qualcosa: è la musica, non c´è musica! Dionisio mi dice: ”Ho tolto la musica per il Papa: se l´è meritato!”. Già, penso tra me, quella “vecchia quercia” ha combattuto anche per questo, affinché nel giorno della sua sepoltura, per rispetto, Dionisio togliesse la musica nel suo locale! …”Se l´è meritato!…”. E sorridendo esco dal pub e mi avvio verso casa.