33/2012
Photo: Tommaso Monti
Text: Silvia Buchner
Se l’inventore del Golfo, il quotidiano dell’isola d’Ischia che – da oltre 20 anni – raccontandone la cronaca politica e non, è divenuto specchio e testimone dell’evoluzione di questa articolata realtà, è stato Domenico Di Meglio, l’uomo che da sempre ha creduto in questa impresa, che l’ha sostenuta economicamente, che ha gestito il delicato momento di passaggio quando “Il Direttore” è scomparso e in tanti hanno pensato che con lui sarebbe finita anche la sua creatura, è Antonio Pinto. Che lo ha fatto rimanendo quasi sempre dietro le quinte, e da lì ha lavorato perché non venisse mai meno la possibilità di fare informazione anche in un ambiente piccolo come quello di Ischia. E se quando si è trovato ad essere assessore, Pinto ha sempre scelto ambiti impegnativi (i trasporti, l’edilizia privata, con lo spinoso problema dei condoni), ai quali ha cercato di dare un’impronta fattiva molto forte, nel momento in cui inizia la sua Presidenza del Rotary Club di Ischia, ha le idee molto chiare sull’impegno che deve avere un Rotariano e sull’indirizzo che vuole dare in quest’anno di dirigenza. Rotary International è un’istituzione radicata in tutto il Mondo (1 milione e 200mila soci, 34mila clubs distribuiti in oltre 200 regioni geografiche) che promuove e finanzia grandi campagne umanitarie per contrastare problemi strutturali che impediscono lo sviluppo, dall’analfabetismo alla carenza di acqua potabile, e sconfiggere malattie che ancora mietono vittime in certi paesi (per esempio la poliomielite), ma che ha fra i suoi principi-guida pure quello di incidere sul territorio in cui i Rotariani vivono e operano. Il Rotary, infatti, nasce all’inizio del ‘900 a Chicago – una delle tante metropoli americane che attirava con il suo impetuoso sviluppo migliaia di persone provenienti dalla provincia – dall’esigenza di un gruppo di 4 amici, non a caso provenienti da paesi diversi, che professavano religioni diverse ed esercitavano mestieri differenti, di ritrovarsi insieme ad altri come loro, intorno a degli ideali comuni. Quindi, il senso della comunità unito all’importanza della propria identità sociale definita attraverso la professionalità, sono le fondamenta dell’essere Rotariano. I componenti dei clubs – quello dell’isola d’Ischia ne conta 29 – sono, perciò, scelti fra figure che eccellono nella loro comunità, i migliori fra i professionisti e gli imprenditori, le persone di cultura e quelle impegnate nel sociale, che nel momento in cui divengono Rotariani decidono di mettere una parte del loro denaro (attraverso le quote di iscrizione), del loro tempo e, soprattutto, delle loro capacità a servizio della comunità mondiale come delle realtà locali, per migliorarle. Hanno come simbolo una ruota dentata, e nello spirito della ruota in cui ogni parte è uguale all’altra, tutti i soci a turno rivestono il ruolo di Presidente. “Desidero imperniare il mio anno da Presidente del Rotary Club dell’isola d’Ischia su alcuni passaggi fondamentali: mettendo da parte certi eccessi di astrazione, intendo puntare sulle eccellenze che sono nel Rotary, fra le migliori espresse dall’isola, coinvolgendo i miei amici soci per dare concretezza alla mia idea, vale a dire realizzare una ‘fotografia’ quanto più fedele è possibile della realtà socio-economica dell’isola d’Ischia, così com’è oggi, nel 2012. L’altro obiettivo che mi sta particolarmente a cuore è riuscire a portare il Rotary fra la gente, vorrei che facesse opinione, che la società ischitana conoscesse le nostre attività, che sono numerose. Al club appartengono persone di differenti convinzioni politiche, siamo infatti apartitici e questo è un punto di forza che ci consente di collocarci accanto – mai al di sopra o in contrapposizione – alle Istituzioni. Il contributo che possiamo dare è fatto di idee forti, progetti, ma anche di documentazione accurata su specifici aspetti della nostra realtà che mi piacerebbe fossero messi a disposizione di quanti agiscono sul territorio, a diverso titolo. Sono convinto, infatti, che il Rotary debba aprirsi alle Istituzioni, mi riferisco alle Amministrazioni, naturalmente, ma anche a entità importanti come la Chiesa e le Associazioni, e deve comunicare con chiarezza la disponibilità a contribuire al miglioramento della vita del paese”. E’ sicuramente un’esigenza sempre più avvertita quella di tracciare un quadro serio e attendibile del sistema economico e sociale dell’isola, cresciuto finora in maniera disordinata e senza una programmazione e Antonio Pinto ha individuato 4 campi sui quali considera indispensabile indagare, partendo dalle criticità che stanno prendendo corpo negli ultimi anni, e con lo scopo di iniziare a pensare delle risposte, per dare vita a proposte nuove, che le Istituzioni potrebbero fare proprie e mettere in atto. “Intendo, perciò, creare una commissione per ciascuno dei 4 studi da sviluppare, composte appunto da altri Rotariani, perché siano di impulso e controllo di un lavoro di indagine approfondita, anche in collaborazione con l’Università. In primo luogo, è necessario uno studio Economico-Finanziario: l’attuale momento di crisi, infatti, impone una riflessione da parte di tutti, con lo scopo di individuare in quali settori si sono persi posti di lavoro, quali squilibri sociali si stanno generando e quali possibilità di sviluppo credibili ci sono per le nuove attività imprenditoriali. Altra sfera sensibile è sicuramente il Territorio, lo scopo dovrebbe essere quello di individuare possibili piani di recupero edilizio, che potrebbero essere in seguito adottati dai Comuni. Evidenziare le precarietà sociali dell’isola è la terza priorità, con l’obiettivo di alleggerire il disagio di certe categorie di cittadini. Tengo molto, infine, al progetto dedicato alla Cultura, in quanto sono convinto che a Ischia esistano i margini perché espressioni e attività culturali e artistiche, finora slegate fra loro, possano divenire un sistema, accrescendo così il valore del territorio isolano e generando anche occupazione”. I risultati delle indagini, che potrebbero anche costituire oggetto di una pubblicazione, saranno un punto fermo a disposizione di chi ha grandi responsabilità sul futuro dell’isola, dai politici agli imprenditori. Operare accanto a chi governa e affronta i problemi del territorio, fare formazione, orientamento, cultura, portare il Rotary fra la gente: è così che Antonio Pinto intende interpretare la sua Presidenza. Sono intenti ambiziosi, ma è giusto che sia così, perché incarnano appieno lo spirito di quanti hanno fatto la grandezza del Rotary: persone che credono si debba guardare in prospettiva, che hanno capito che questo è l’unico modo per riuscire a incidere sulle realtà, quelle lontane, ma a maggior ragione quelle con cui ci si confronta ogni giorno.