Photo: Marco Albanelli
Text: Riccardo Sepe Visconti
ARAGONA ARABIANS
Circolo ippico, maneggio, scuola di equitazione
Via Vicinale Cretaio
Barano d’Ischia
340.3140221
www.aragona-arabians.com
Oltre 100 cavalli sono arrivati a Ischia per la seconda edizione di “Pithecusa Galà. A cavallo tra mare e cielo”, lo spettacolo equestre pensato, fortemente voluto e realizzato da Bartolo Messina, che con il suo centro ippico e la scuola di equitazione Aragona Arabians sta diffondendo nell’isola la passione per questi magnifici animali. Per 3 giorni, dall’8 al 10 agosto, l’area del Pio Monte della Misericordia, a Casamicciola Terme, è stata trasformata in una vera e propria arena, dove abbiamo avuto la prova che i centauri non sono solo creature del mito, che l’uomo può fondersi con l’animale e insieme danno grandissime emozioni.
Veder cavallo in corsa, il crine al vento
Battere i ferri al suol, fare scintille.
Piano. Dice una voce in quel momento:
cavallo è il tempo, la vita, le faville…
(Avitabile)
Com’è andata la seconda edizione dello show equestre che tu hai ideato, il “Galà Pithecusa. A cavallo tra mare e cielo”?
Benissimo, anzi meglio di quanto avessi previsto, abbiamo avuto artisti di livello internazionale, per me è stato un sogno che si avvera.
Che tipo di spettacolo hanno proposto gli artisti?
Abbiamo avuto esibizioni al volteggio, Pasquale Beretta ha mostrato l’alta scuola ai massimi livelli, c’è stato un po’ di folklore in costume con Rossano e la ‘garrocha spagnola’, io ho eseguito esercizi con il ‘cavallo in libertà’, addestrato secondo i dettami della doma dolce e del metodo Parelli; inoltre abbiamo portato un paio di numeri di doma classica ed uno di dressage con Maurizio Agazzi.
Raccontaci dei protagonisti.
Pasquale Beretta è bergamasco, rappresenta il cavallo in Italia per non dire in Europa: ha vinto per tre volte di seguito il primo premio al concorso di Plaza de Toros a Siviglia con il cavallo attaccato alla carrozza e il cavallo in movimento. Lui possiede esemplari Andalusi e Lusitani: a Ischia ha portato 4 animali, fra cui Duca che vale oltre 100.000 euro e Venturero che lavora in dressage e doma classica. La performance in tandem l’ha proposta a Ischia per la prima volta e la rifarà a fine novembre al SICAB (ndr. “Siviglia Caballos”. Manifestazione dedicata esclusivamente ai purosangue spagnoli). Lui di solito non si sposta da Bergamo, salvo che per andare alla fiera di Verona (ndr. Una delle prime fiere mondiali fra quelle dedicate al mondo equino) e a poche altre: averlo avuto qui è stato un privilegio e da parte sua si è trovato molto bene. In verità è una persona molto umile: pensa che era alloggiato all’albergo Manzi, che è un cinque stelle, e ha detto che per lui era troppo lussuoso e per l’anno prossimo mi ha chiesto piuttosto un letto a casa mia! Al di là delle sue grandi competenze professionali, è una persona umanamente eccezionale. Maurizio Agazzi è un fenomeno nel suo campo, è uno dei migliori dressagisti italiani: quest’anno ha vinto il campionato a Verona proprio con un cavallo di Beretta. Rossano del Rossano Ranch di Reggio Emilia ed i suoi ragazzi hanno portato 9 cavalli e lui si è anche esibito insieme a me con il suo Andaluso. Infine, i Giona, artisti di stile un po’ gitano ma sono italianissimi, di Rovigo: si chiamano Alessandro e Pier Caniato. Pier e Bosco, del Rossano Ranch, hanno eseguito numeri di volteggio davvero spericolati, mentre Alessandro è sceso in pista con otto cavalli contemporaneamente. Con loro si è esibito anche il figlio di Alessandro, Diego, che a 8 anni è il più giovane volteggiatore d’Italia. Sento che sono veri amici e poi sono dei numeri uno, gli unici italiani ad essere andati al SICAB con lo stesso spettacolo portato a Ischia. All’estero dalla Germania alla Svizzera all’Austria alla Francia e saranno anche a Mosca; inoltre sono stati selezionati per la finale del circo di Montecarlo che si terrà a dicembre e io andrò con loro per aiutarli.
Al volteggio si è esibito anche un ragazzo ischitano?
Sì, si chiama Alessandro Conte, ha 15 anni e tieni conto che di solito il volteggio si inizia a 17. Ho cominciato a prepararlo io 4 mesi fa ed ha già fatto grandi progressi: esegue tutte le figure, le verticali, sale e scende, va sotto la pancia ecc., usiamo Rio, un cavallo della mia scuola, ottimo per questo tipo di lavoro.
Anche tu fai volteggio?
L’ho fatto da giovanissimo, a 18 anni, ma si deve essere leggeri! (ndr. A questo punto guardo Bartolo ‘con odio’: parla di leggerezza a me che peso 100 kg. Ammazzerei i miei genitori per essere magro come lui!)
Non pensi che lo spettacolo abbia dato un po’ troppo spazio a performances di tipo circense invece che a quelle classiche dell’equitazione?
C’era quello e quello. A me che sono anticonformista per natura, vedere 8 cavalli (del peso ciascuno di circa 5 quintali!) che lavorano in libertà – mi riferisco al numero con i cavalli grigi di Alessandro dei Giona – seguendo alla lettera le indicazioni di Alessandro appunto, che è il loro ‘capobranco’, fa venire i brividi. Queste prestazioni sono il risultato della doma dolce, in cui credo molto: consente di stabilire un rapporto di fiducia con l’animale e si basa sul fatto che il cavallo non percepisce la differenza fra sé e l’uomo che, per lui, è semplicemente un altro cavallo. Facendo leva su questo meccanismo, l’addestratore assume il ruolo che in natura ha il capobranco e allo stesso modo esercita il suo ascendente sugli altri cavalli. Ti faccio un altro esempio: quando mi sono messo Ribò sulle spalle davanti a tanta gente con le luci e la musica abbiamo eseguito una figura difficile perché se lui avesse stretto le zampe mi avrebbe ucciso, l’affiatamento quindi dev’essere totale e anche io ho usato la doma dolce per raggiungere questi obiettivi. Ti assicuro che quelli che si sono esibiti al Galà Pithecusa sono artisti e professionisti seri che non si servirebbero mai di metodi troppo duri, i cavalli li rispettano, anche se è vero che il problema di come questi animali vengono trattati nei circhi esiste. Il cavallo, secondo me, non è solo fasce bianche e perfezione nell’assetto in sella, esiste un modo diverso di intendere una creatura che fa parte della vita dell’uomo da 3000 anni, lo ha reso forte, consentendogli di vincere guerre, di spostarsi, ha lavorato con lui.
Portare un fuoriclasse come Beretta costa molto?
Lui non ha voluto nessun compenso. Abbiamo approfondito la nostra conoscenza alla fiera di Malpensa, io mi occupavo di un arabo intero (ndr. non castrato) in libertà e lui mi ha detto ” Tu sei o un pazzo o un fenomeno a ‘lavorare’ un arabo così”. Da lì è nata la nostra amicizia e ha accettato il mio invito, gli altri invece sono stati tutti regolarmente pagati.
Quanto è costata la manifestazione?
Quest’anno 23mila euro: non molto. Ma tieni conto che in tanti ci hanno aiutato e abbiamo montato da soli gli spalti con l’aiuto di amici che non hanno voluti compensi, il trasporto del terreno lo ha fatto mio fratello, altrimenti sarebbero stati necessari almeno altri 10mila euro.
Che risposta c’è stata da parte del pubblico?
Ottima, dico solo che l’ultima sera abbiamo avuto 1260 ingressi e 200 persone sono rimaste fuori perché i posti erano esauriti. Penso che queste siano le manifestazioni che fanno crescere Ischia, perché sono delle novità, spettacoli mai visti qui. Ci ha ripresi la trasmissione di Sky “Cavallo Mania” e loro di solito sono molto diffidenti, ma ci conoscevamo già da Verona (ndr. Bartolo Messina partecipa e si esibisce alla fiera di Verona) e conoscevano le nostre capacità.
A chi devi dire grazie?
Sicuramente agli sponsor, circa una ventina, senza di loro la manifestazione non ci sarebbe stata, perché non siamo riusciti ad avere contributi né dalla Provincia, né dalla Regione. Il quotidiano Il Golfo mi ha dato molto spazio, in particolare voglio ringraziare la giornalista Rosa di Iorio, promotore di I.sole d’Amore l’associazione con cui collaboriamo per l’ippoterapia; vorrei ringraziare anche Vincenzo D’Ambrosio, sindaco di Casamicciola, perché è stato un uomo di parola, onesto. Devo un ringraziamento speciale anche a Giosi Ferrandino, sindaco di Ischia, che mi ha dato le tribune.
Rincorri i nostri cavalli con la tua fantasia
(frase apparsa su un muro di Napoli nell’inverno del 1979)