29/2011
Photo: Archivio Ischia Film Festival
Text: Angela Mattera
Luoghi che raccontano l’emozione di un film e divengono essi stessi un’emozione irripetibile: selezionare e premiare i film e le fiction che propongono ambienti particolari, ponendoli al centro del racconto è l’obiettivo dell’Ischia Film Festival e del suo direttore artistico Michelangelo Messina, che abbiamo raggiunto per farci raccontare l’evoluzione e le prospettive di un progetto ambizioso che finora ha raccolto grandi consensi. La scelta, infatti, di creare un evento che si occupi degli ambienti utili per le produzioni di cinema e tv è unica in Italia nel suo genere, e finora ha ripagato ampiamente gli sforzi profusi per realizzarla. Il progetto di Messina investe moltissimo nella scelta di produzioni italiane e straniere che calano la narrazione del film nella vita di un posto. A tal proposito, non possiamo non citare alcuni film proiettati nell’ultima edizione come “New York, I love you”, “Tzar”, “Basilicata coast to coast”, premiati perché pienamente in linea con l’idea alla base del festival, a volte persino a partire dal titolo: portare in luce la località, accedere ad un nuovo livello della narrazione che fa del posto un elemento imprescindibile per raccontare efficacemente la storia. Anche Ischia, nel suo passato più o meno recente, è stata set di film di successo come “Il corsaro dell’isola verde” con Burt Lancaster, il premio Oscar “Cleopatra” con Richard Burton e la famosissima Liz Taylor, scomparsa recentemente, “Delitto in pieno sole”, successo del 1953 interpretato da Alain Delon ed il suo remake del 1998, “Il talento di Mr. Ripley”, con Matt Damon e Gwyneth Paltrow, “Il paradiso all’improvviso” di Pieraccioni, oltre che fiction di successo come “I delitti del cuoco” con Bud Spencer. Va ricordata anche una serie di commedie brillanti girate ad Ischia e prodotte da Angelo Rizzoli negli anni ’50 e ’60 e che costituirono un formidabile strumento di promozione per l’isola e contribuirono a farne uno dei miti del turismo nazionale. Notevoli anche le personalità che ormai da nove anni si avvicendano sul palco dell’Ischia Film Festival nella splendida cornice del Castello Aragonese: Mariagrazia Cucinotta, Giorgio Pasotti, Sir Ken Adam, sceneggiatore premiato con l’Oscar per alcune celebri pellicole di Stanley Kubrik, e Cinzia Th Torrini, regista della famosissima fiction campione d’ascolti “Elisa di Rivombrosa”, che ha reso popolare il castello piemontese di Agliè in cui lo sceneggiato fu girato e che ha visto lievitare i visitatori da 9000 a ben 23000 presenze annue. Ma questo festival accende i riflettori su un fenomeno ben più ampio e complesso, connesso all’economia e al marketing. I luoghi scelti per girare le pellicole, infatti, riscontrano immediate e positive ricadute sull’economia e, in prospettiva, si creano promettenti vantaggi per l’industria turistica di quelle località. Ma quali sono i meccanismi che stanno dietro la scelta della location (come oggi si chiamano le ambientazioni, prendendo in prestito il termine dagli addetti ai lavori statunitensi) dove ambientare un film? Strategiche sono le Film Commission, enti pubblici regionali istituiti appositamente per mettere in collegamento le produzioni con i territori potenzialmente adatti a essere trasformati in location e valorizzare e ‘vendere’ i luoghi da utilizzare per le riprese. La scelta di una località invece di un’altra, è dettata, infatti, da molti fattori, e quello economico può rivestire un notevole peso: avere sul posto dove si dovrà girare il film una disponibilità di strutture e servizi tale da poter contenere i costi, per esempio, è molto importante. Da parte sua, la comunità dove giunge una troupe cinematografica riceve un vantaggio immediato, costituito dal fatto che le produzioni preferiscono assumere sul posto parte del personale necessario alla realizzazione del progetto (comparse, sarti, driver, assistenti di scena). Quando la pellicola o la fiction sarà sugli schermi, poi, quella città, paese, borgo riceverà un’ottima pubblicità, non solo per la diffusione capillare della sua immagine, ma perché potrà essere una meta da inserire nei circuiti del cineturismo. Sempre più spesso, infatti, un’interessante quota di viaggiatori sceglie di visitare i posti in cui sono stati ambientati i loro film preferiti per rivivere ancora le emozioni provate davanti allo schermo, e su questo devono puntare le strategie di marketing del territorio. In tale ottica, l’Ischia Film Festival dedica uno spazio apposito al cineturismo, istituendo dei workshop durante la settimana di proiezioni per agevolare il più possibile la comunicazione e l’incontro tra l’industria cinematografica, le Film Commission e l’industria turistica. Nonostante la problematica, tutta italiana, legata al reperimento dei diritti sulle immagini dei film e la crisi economica degli ultimi anni che ha penalizzato anche la promozione della cultura, il progetto di Messina non si è mai piegato davanti agli ostacoli e, anzi, è andato potenziandosi anche grazie a convegni e giornate di studio sul tema come l’International Film Festival Summit di Berlino e la conferenza internazionale del cineturismo di Londra, appuntamenti che hanno riconosciuto all’evento isolano la capacità di individuare e potenziare un tema specifico ed innovativo fra le tante tematiche legate alla cinematografia.