29/2011
Photo: Archivio Ischiacity
Text: Riccardo Sepe Visconti
Pochi giorni dopo l’intervista a Pascal Vicedomini, fondatore e produttore dell’Ischia Global Film & Music Fest, non appena sono stato nominato assessore a Turismo, Cultura, Spettacolo e Comunicazione per il comune di Casamicciola Terme, ho presentato come mia prima delibera in giunta il protocollo di partenariato con il Global Fest, poiché desidero a tutti i costi che Casamicciola partecipi a questo evento così importante per l’immagine dell’isola. Quali novità ci riserva la nona edizione dell’Ischia Global Fest? Lavoriamo per consolidare i rapporti con le parti più qualificate dell’isola, infatti il successo avuto da Ischia presso i grandi opinion makers internazionali che sono arrivati in occasione del Global Festival, ha fatto crescere di anno in anno l’interesse per l’isola che pian piano ha dimostrato di apprezzare il mondo del cinema che per una settimana si riunisce qui. Noi, come media, ci impegniamo costantemente per farla conoscere. Devo dire che è sempre più sorprendente la capacità che ha Ischia di attrarre e legare a sé i grandi personaggi internazionali. L’attività di Pascal Vicedomini quanto giova all’immagine di Ischia nel mondo? Non sta a me dirlo. Io so solo che basta andare a confrontarsi con la comunità ischitana che c’è in California e chiedere quello che abbiamo fatto, basta vedere il numero di personalità che annualmente si ritrovano qui per capire il tipo di successo che abbiamo ottenuto. Il Global Fest per una settimana rende Ischia alternativa a Saint Tropez – il massimo che si possa desiderare in fatto di vacanze – visto che molti personaggi famosi raggiungono la località francese prima o dopo il nostro evento. Il lavoro che facciamo con i Sindaci ha grande importanza e ha riqualificato l’isola: nel 2003, quando iniziammo, aveva un’immagine molto offuscata, era considerata meta per vecchi o di persone non esattamente raccomandabili. Ora, invece, è l’isola delle star: è sufficiente andare sul sito dell’Ischia Global Festival e vedere le gallery delle diverse edizioni e ci si rende conto di chi è passato nell’isola in otto anni. Possiamo dire, senza mezzi termini, che il Global Film Festival è una delle feste del cinema più importanti che si fa al mondo? Certo e consideriamo, poi, che non paghiamo gli artisti e abbiamo mezzi limitati che gestiamo nel migliore dei modi, tanto che ormai il festival mi dà serenità. Un tempo ero costantemente preoccupato; ora non è così, anche nel momento più difficile, come fu il 2009 quando la crisi si è fatta sentire parecchio, c’è stata una partecipazione notevole di giovani artisti, un fermento, un successo continuo. Nove anni fa ospitammo Jerry Batler che nessuno conosceva, adesso ha un’immagine più forte, addirittura, di quella di George Clooney. Lo scorso anno è stato qui Jeremy Renner e leggo oggi sul Corriere della Sera che sostituirà Matt Damon in “The Born Legacy”. Ci piace invitare giovani attori in ascesa così che sia significativa la loro presenza, ma anche tutti i più grandi registi di Hollywood da Oliver Stone a Steven Frears, Bill Jordan, Alan Parker, Taylor Hudford, Joel Schumacher, Liv Daniels, hanno parlato con grande entusiasmo del festival e vorrebbero tornare. Quest’anno Trudie Styler, dopo essere stata al Global Fest anche col marito Sting, sarà il nostro presidente: è una donna molto impegnata nel sociale, di grande carisma. Vogliamo puntare molto sulla promozione dell’isola presso gli inglesi e Trudie mi sembra la persona ideale per il ruolo di portavoce. L’idea forte che ha fatto sì che il festival si diffondesse nel mondo è proprio aver coinvolto come protagonisti nella squadra i grandi personaggi. Ovunque vada a chiedere sostegno a grandi artisti, magari già venuti, accettano subito. Questo lo si deve non solo alla straordinaria ospitalità che riservano realtà come l’Albergo della Regina Isabella, ma anche al fascino intrinseco dell’isola. C’è grande consapevolezza del fatto che il livello qualitativo si sta alzando, c’è orgoglio. Se l’isola riuscisse ulteriormente ad autodisciplinarsi, sarebbe una meta ambitissima: Ischia, infatti, ha una marcia in più, una ricchezza costituita da luoghi bellissimi e da strutture accoglienti e curate. Ischia va a 100 all’ora, tu a 110. La politica regionale, invece… In realtà, Ischia va molto più veloce di me. La politica, invece, cambia e nel cambiamento deve vederci chiaro sul passato. Nel frattempo, accade che anche gli eventi consolidati subiscano una battuta d’arresto nella considerazione dei politici, ed è un peccato perché chi più ne risente è Ischia. L’Ischia Global Fest non è in discussione, è diventato così forte che non ha bisogno dei finanziamenti regionali, ma siamo ben coscienti che grazie ad essi si può ampliare l’eco mondiale. Tutti i finanziamenti, infatti, sono destinati alla tv e all’advertising sui giornali internazionali. Ma ci vorrebbe un ufficio di comunicazione trasversale per la Campania, che non dipenda dall’una o dall’altra parte politica e che si occupi davvero della promozione dell’evento. Il Bando regionale per l’attribuzione dei finanziamenti si esprime chiaramente a favore di tutte le manifestazioni che riescono a trasmettere un’immagine diversa rispetto a quella che è stata data dai media, per note vicende che hanno riguardato la Campania. Trovo incredibile che ogni volta si stia a rinegoziare l’importanza del tuo festival. Possibile che cambia la politica e dobbiamo spiegare ogni volta ciò che si sta facendo per Ischia? Molto spesso, purtroppo, la politica non dà peso al merito, è una vecchia mentalità sbagliatissima che appartiene a chi ci governa. Per fortuna, lo ripeto, non è in discussione che si faccia il festival, visto il consenso che ha, anche da parte degli imprenditori. Ma, in questo modo, viene penalizzata l’eco positiva di cui l’isola avrebbe bisogno. Quanta gente, nel mondo, vede le immagini di Ischia e del Global? E’ un calcolo che non si può fare. Ciò che conta non è l’audience, ma la capacità di raggiungere il pubblico e, soprattutto, la mia serenità nel sapere che, pur non avendo ancora organizzato molto, comunque andrà bene. Non avendo ancora certezze economiche, infatti, non mi scopro molto, per non correre il rischio di investire tutti i mezzi che ho invitando persone che sono meno funzionali di altre alla riuscita dell’evento e alla sua ricaduta mediatica. Non invito i miei ospiti per simpatia o antipatia, è chiaro, tutto quello che faccio è finalizzato alla strategia del festival. Recentemente, un mio grande amico, Pupi Avati, ha scritto un pezzo nel quale ha ammesso una iniziale titubanza nei miei confronti come organizzatore, scoprendosi invece, successivamente, un mio grande fan. Sai, quando non sei conosciuto e vedono che trasmetti tutto questo entusiasmo, la gente è perplessa: nel momento in cui, però, si rendono conto della qualità del pensiero che comunichi, prevale quello. Secondo me il merito è l’unico metro in base al quale si può andare avanti nel tempo: la mia non è una sfida sui 100 metri, lavoro su tempi lunghi, investendo negli anni. Siamo oggi alla 15esima edizione di Capri-Hollywood, alla nona dell’Ischia Global Festival, alla sesta di Los Angeles-Italia. Sono attività che hanno una loro continuità e questo in barba a chi pensa che tu sia simpatico o meno giudicandoti, magari, da un sorriso dato o non dato. Quello che conta è fare le cose bene. Se alla fine, oggettivamente, fai un buon lavoro, potranno giudicarti in qualsiasi modo ma non potranno negare che sei bravo. Hai mai pensato di fare qui, d’inverno, una ribattuta del festival di Capri? E’ la Regione che dovrebbe pensarci, ma purtroppo ha una politica turistica molto confusionaria e, a complicare le cose, ci si mettono i tempi molto stretti con cui operano i politici. E’ un peccato che le eccellenze non vengano salvaguardate. Ischia, Capri, Napoli, e così molte altre mete campane, avrebbero la possibilità di vivere di turismo tutto l’anno: la gente, però, ha erroneamente interpretato le potenzialità che ha questa Regione nel settore turistico. Quando vedo i ristoranti e gli chalet sorti sul lungomare di Napoli, da Piazza Vittoria fino all’albergo Excelsior, sono felicissimo: questa è la vocazione della città, un ristorantino accanto all’altro e non negozi di divani e di auto, come era in quella zona fino a un po’ di anni fa. È questo ciò a cui dobbiamo tendere e sono convinto che, pian piano, la 18 – E V E N T i Interview: Riccardo Sepe Visconti Photo: Archivio Ischiacity L’ISOLA DELLE STAR gente si riapproprierà di idee imprenditoriali che mirano al miglioramento del territorio avendo a cuore la salvaguardia delle sue peculiarità. In questa direzione, ha dato un grandissimo esempio Diego Della Valle, che costantemente sostiene il festival Capri-Hollywood, sta investendo 25 milioni di euro sul Colosseo e si è detto disponibile a farlo anche su Pompei. E’ una lezione che dà a tutti gli imprenditori campani che hanno paura di impegnare del denaro su attività turistico-culturali nella Regione per non “esporsi troppo”. Come dimostra Della Valle, investire sul Colosseo paga, investire su Pompei potrebbe pagare, investire su Ischia pagherebbe sicuramente.