17/2007
Photo: Redazione Ischiacity
Text: Riccardo Sepe Visconti
Incontro con Marco Bottiglieri, membro del Consorzio Ischia Isola che quest’anno ha curato l’organizzazione di Ischia Jazz
Tracciamo un bilancio dell’edizione 2007 della manifestazione Ischia Jazz.
E’ un bilancio sicuramente positivo, dato anche il poco tempo che avevamo a disposizione.
Pensi che la manifestazione pubblicizzata nel modo giusto possa avere anche una ricaduta sul piano delle presenze turistiche?
Credo di sì, anche se stiamo considerando la possibilità di anticiparla a giugno, perché se settembre è il mese adatto per la presenza nell’isola di turisti di un certo livello che sono interessati ad una manifestazione di jazz, tuttavia dal punto di vista alberghiero sarebbe più utile tenerla all’inizio della stagione, appunto, quando ci sono più posti letto liberi. Infatti con Carlo Pagnotta, direttore artistico di Umbria Jazz, con cui Ischia Jazz è affiliata, abbiamo concordato due possibili date a giugno e una in un momento più avanzato del mese di settembre, anche perché nella collocazione attuale coincide con altri eventi settembrini di richiamo, come Settembre sul Sagrato, gli Incontri nel Verde di Lacco Ameno e le manifestazioni alla Mandra. Altro problema è che la stagione stenta sempre a iniziare e finisce col partire sempre più tardi: l’anticipazione di Ischia Jazz colmerebbe questa lacuna e costituirebbe un inizio dell’estate valido e attraente.
La qualità della copertura mediatica dell’evento com’è stata?
Direi buona: Il Mattino e il Corriere della Sera ci hanno dato spazio e anche Sky gli dedicherà una trasmissione.
Quest’anno per la seconda volta Ischia Jazz è tornata all’arena Mirtina: che vantaggi e problemi pone questa sede?
E’ positivo che l’area sia ampia e consenta di ospitare anche 1000 spettatori, com’è stato con il concerto di Sergio Cammariere, ma questo è allo stesso tempo anche uno svantaggio, perché, viceversa, quando l’artista è di nicchia si rischia che l’esibizione avvenga davanti ad una platea semivuota. Quindi pensiamo per il futuro di tenere nell’arena Mirtina solo i concerti più grandi e di rendere gli altri itineranti, coinvolgendo per esempio il Castello Aragonese e altre zone dell’isola.
E le esibizioni nei clubs?
Sono andate tutte bene: all’Ecstasy ma anche all’albergo della Regina Isabella e al Continental Terme.
Il jazz tornerà di nuovo per le strade di Ischia?
Sicuramente l’anno prossimo ci saranno esibizioni nel centro.
Come organizzatore, quali sono state le richieste più stravaganti fatte dagli artisti?
Cammariere, per esempio, ha chiesto un quarto d’ora prima dell’inizio dello spettacolo, quando l’arena era già piena, di poter arrivare al camerino senza incontrare nessuno sul suo cammino. In generale queste richieste servono a creare il personaggio, ma in realtà gli artisti sono persone gentili e disponibili.
Come mai il Comune ha affidato al Consorzio Ischia Isola l’organizzazione di Ischia Jazz?
Avevamo già organizzato la serata del Global Film Fest che si è svolta in piazza a Ischia Ponte nel luglio scorso e che ci è stata affidata letteralmente 24 ore prima della data stabilita, perché l’amministrazione neoinsediata ha preferito non occuparsene direttamente. Noi abbiamo dato le necessarie garanzie, facendo un lavoro di equipe e tutto è filato liscio, quindi essendo il bilancio per ambedue gli eventi positivi ci candidiamo senz’altro anche per il 2008.
Qual è stata la differenza fra la vostra organizzazione e quella di Davide Conte, che ha curato Ischia Jazz fino all’anno scorso?
Lui ha certamente competenze musicali molto maggiori delle nostre, ma noi siamo riusciti a coinvolgere maggiormente le persone interessate all’evento e penso che abbiamo guadagnato la stima degli organizzatori di altre manifestazioni jazzistiche importanti, come quella di Padova che ci ha invitati da loro a fine ottobre.
Qual è il bilancio economico della manifestazione?
Partendo nei tempi giusti i costi rientrano: se continueremo ad organizzarla noi puntiamo per il futuro ad azzerare i costi dell’amministrazione, coinvolgendo sponsor importanti.
Il programma di quest’anno era particolarmente ricco di contaminazioni di altri generi diversi dal jazz, per esempio la musica di Giovanni Allevi e Andrea Mingardi: si è trattato di una scelta precisa?
Sì, il programma è stato tarato da Carlo Pagnotta anche sul tipo di pubblico presente a Ischia in quel periodo, non giovane e che desidera ascoltare buona musica ma non è molto competente di jazz vero e proprio.
Il Consorzio Ischia Isola organizzerà anche le manifestazioni per il Natale?
Diverse associazioni hanno fatto le loro proposte, adesso tocca all’amministrazione di scegliere: quello che è sicuro è che questa amministrazione darà vita a eventi natalizi interessanti.