Photo: Redazione Ischiacity
Text: Riccardo Sepe Visconti
Chiedo scusa ai lettori se questa intervista a Benedetto Valentino, che insieme al fratello Elio è a capo dell’organizzazione del Premio Ischia Internazionale di Giornalismo, è fortemente concentrata sulla discussione di alcune polemiche tecniche di valore decisamente locale (come il fatto che il palco venga smontato, impedendo così alle manifestazioni successive di usufruirne), ma poiché ritengo che l’isola d’Ischia dovrebbe rendersi “adulta” e superare le troppe beghe paesane che ne impediscono di fatto lo sviluppo e soprattutto pongo il Premio Ischia fra le tre manifestazioni che a tutt’oggi promuovono l’immagine dell’isola in Italia e nel mondo, tutto ciò mi spinge a voler capire perché, nonostante il grande successo dell’evento, si sia costretti a vedere in giro musi lunghi e ad ascoltare parole di rabbia. Come sosterrò ponendo a Valentino le mie domande, purtroppo Ischia è un’isola in cui i sindaci che presiedono alle sei Amministrazioni sono di fatto tutti ugualmente, totalmente indifferenti alla cultura (quella vera!). Si spendono (anche giustamente) fiumi di denaro per promuovere sagre dedicate a salsicce, melanzane e affini, squinternati concertini di raglianti cantanti, dubbie esibizioni di ancor più improbabili artisti e non si curano, con un minimo di sensibilità e rispetto, le poche manifestazioni che, per intrinseco prestigio, tradizione e risonanza di comunicazione, valgono davvero. Non mi aspetto che i sei primi cittadini abbiano un moto di resipiscenza (ammesso che leggano questa intervista) ma spero almeno che cittadini e visitatori si facciano un’idea del tenore della “diatriba culturale” che anima questa terra!
Cominciamo con un bilancio dell’edizione 2008, la 29esima del premio Ischia internazionale di Giornalismo.
E’stata una delle migliori, a mio parere, abbiamo avuto un buon ascolto con le 2 trasmissioni in RAI.
Ho letto che ci sono state polemiche con Biagio Agnes, presidente del Premio da vent’anni. Agnes costituisce per la manifestazione un valore aggiunto?
Sicuramente. Sono state solo invenzioni giornalistiche. Tuttavia, c’è un dibattito aperto all’interno della Fondazione sulla necessità di rinnovarsi, dato che la formula attuale è stata concepita circa vent’anni fa e in questo periodo il mondo dell’informazione, dell’economia, l’isola stessa sono cambiati e quindi c’è una giusta esigenza di cambiare anche per noi.
Quanto è funzionale all’immagine dell’isola d’Ischia il Premio?
Molto, lo dimostro con un esempio. Timothy G. Ash, il giornalista che ha vinto nella categoria Premio Internazionale, in un’intervista a Il Mattino, ha dichiarato di conoscere il Premio Ischia ma non l’isola!
Il Premio è organizzato in modo da coinvolgere davvero l’isola?
Questo è uno degli aspetti su cui stiamo discutendo. Essendo noi anche una fondazione culturale, sentiamo l’esigenza di avere un più forte rapporto con il territorio, e in questa direzione va il progetto di pubblicazione delle tesi di studenti universitari ischitani. In effetti manca la comunicazione fra noi e il territorio e di questo mi sento parzialmente responsabile, ma, d’altra parte, quando si cerca di interagire con le realtà locali, sia nel settore privato che in quello pubblico, si riesce a rapportarsi solo con entità singole, non esiste ancora il “sistema Ischia”.
In quest’isola tutti i sindaci sono insensibili alla cultura…
Sai che sono editore da trent’anni, poi c’è il Premio, abbiamo la libreria, quindi questo è un ambito che conosco, ebbene ti posso dire che i politici che acquistano libri sono pochissimi, ignorano anche la storia del proprio paese.
Ma la responsabilità non è in parte nostra che siamo operatori della cultura?
E’ un problema che ci si pone dai tempi della rivoluzione francese, non pretendiamo certo di risolverlo noi adesso! Il fatto è che c’è stato questo fenomeno della cultura di massa che ha prodotto un innalzamento minimo della qualità, ma certo non ha prodotto né cittadini né amministratori validi. Ma questa è una considerazione che vale anche a livello nazionale.
Ho sentito varie lamentele contro di te, una per tutte, sia lo scorso anno che adesso, sei stato criticato per aver fatto smontare il palco al termine del vostro evento, anziché lasciarlo per le manifestazioni che si tengono successivamente…
Mi fa piacere di avere l’occasione per chiarire questa polemica. In primo luogo, questa è l’isola dell’abusivismo, in cui anche le forze dell’ordine controllano che queste manifestazioni siano tenute nella piena legalità solo fino ad un certo punto. La legge richiede, infatti, moltissime autorizzazioni, 27 per la precisione, per poter montare un palco, che vanno dai permessi di Polizia al piano sicurezza. Sono costose, sia in termini di lavoro che economici e il contributo che riceviamo dal Comune di Ischia serve a pagare i tre quarti della struttura che montiamo a Ischia Ponte e su cui si svolge lo spettacolo. Mi sembra molto becero da parte di tutti di voler usufruire del mio lavoro per le proprie manifestazioni, mi sembra giusto che tutti rispettino la legge, e non solo noi! Piuttosto l’Amministrazione o qualsiasi ente delegato riunisca gli interessati, in modo che questa spesa, che attualmente mi sobbarco solo io, venga distribuita su tutti gli eventi che si tengono. Tanto più che noi nel 2007 abbiamo ricevuto 30.000 euro di contributo dal Comune (oltre alla quota di partecipazione dalla Regione), mentre ad altri vengono assegnate cifre molto più ingenti. Noi siamo quelli maggiormente penalizzati in termini di contributi pubblici e contemporaneamente siamo quelli che pagano di più.
Penso che siano 3 le manifestazioni di rilievo che si tengono nell’isola: l’Ischia Global, il Premio Ischia e l’Ischia Jazz, e dato che lavorano nell’interesse dell’isola, tengo a parlarne nel mio giornale, in nome dell’impegno comune nell’interesse dell’isola…
Sono trent’anni che lavoriamo per Ischia, ma a me non sembra un obbligo che la mia manifestazione debba essere primariamente finalizzata alla promozione dell’isola. Tanto più che in tutto questo periodo non abbiamo mai avuto né camere dagli albergatori, né rinfreschi o decorazioni floreali gratis o sconti, eppure i vantaggi che vengono da una promozione dell’isola ricadono in primo luogo sugli albergatori. Il fatto è che gli imprenditori ischitani sono stati abituati, da Rizzoli in poi, al fatto che altri siano venuti da fuori, dando un forte impulso alle attività turistiche dell’isola, mentre loro si sono sempre limitati ad aumentare il numero delle camere o ad acquisire nuove strutture. Oggi, per vari motivi, tutto ciò è cambiato, per promuovere l’isola gli albergatori devono decidersi ad agire in prima persona, che poi è quello che fa Giancarlo Carriero con l’Ischia Global, che certo serve alla sua azienda, ma contemporaneamente ha una buona ricaduta sull’immagine esterna dell’isola tutta.
Il punto debole in ciò che dici sta nel fatto che tu stai facendo politica…
Io non sto facendo politica, semplicemente mi sono candidato per 2 volte, non sono stato eletto e la cosa finisce qui.
Non intendo assolutamente criticarti. Dicendo che ‘fai politica’, intendo dire piuttosto che hai idee chiare su certi argomenti e hai di conseguenza dei progetti. Ma fare politica e fare cultura sono due cose differenti, certo possono anche intrecciarsi, ed è proprio quello che stai facendo in questo momento e ritengo che sia sbagliato. Io con Ischiacity sto ben attento a tenere la politica separata dal giornale.
Anche per me l’attività personale in campo politico è una cosa distinta dal Premio, per me la politica è finita quando è terminata la campagna elettorale.
Credo che l’impegno per le idee in cui si crede non termini così facilmente…
In questo momento sto ragionando come operatore della cultura: noi realizziamo una serie di programmi televisivi, ci muoviamo in un segmento diverso da quello del cinema e ritengo ci sia spazio per tutti. Sono convinto che le sinergie con gli altri imprenditori siano necessarie, tuttavia non sto facendo un discorso politico.
Diamo per scontato che non sono uno stupido né un debole nel gestire il mio giornale. Ebbene, benché in estate abbia molte richieste che mi consentirebbero di vendere ognuna delle pagine che compongono Ischiacity, sia lo scorso anno che adesso ho scelto di dedicare ogni volta ampio spazio del giornale al Premio Ischia. Lo faccio perché ritengo che come evento meriti di avere questi spazi, e il tal modo investo su di te i 3900 euro del valore delle mie pagine, come tu dici che altri non fanno.
Lo so e ti ringraziamo, ma questa sensibilità si deve estendere ai veri ‘padroni’ dell’isola che devono capire che in questo momento di crisi bisogna sedersi assieme a un tavolo, con le Amministrazioni, gli organizzatori delle manifestazioni, gli imprenditori, per poter programmare, creando magari anche pacchetti da far coincidere con certi eventi.
Che valore ha la trasmissione del Premio Ischia in RAI?
Le nostre due trasmissioni in RAI superano il milione di contatti: vale davvero molto in termini di promozione per Ischia e non può più passare come una realizzazione di cui si occupa esclusivamente Valentino.
E’ assolutamente necessaria una sinergia, basata sul fatto che sempre più spesso il contributo pubblico tende a ridursi e l’iniziativa deve di conseguenza passare ai privati: il problema è che qui si ragiona in termini troppo individualistici e facilmente si arriva al litigio.
Tenendosi il Premio in alta stagione, probabilmente per gli albergatori è difficile riservare delle camere libere e assegnartele.
Benissimo. Infatti, a settembre intendo parlare con gli albergatori e gli altri operatori del settore per cercare di renderli partecipi, in occasione dei trent’anni del Premio, del mio format, dei contatti e della tradizione consolidata del Premio Ischia di Giornalismo e cercare di trovare un’intesa che serva a tutti.
Non pensi, guardando a quello che fa Pascal Vicedomini con l’Ischia Global Fest (ndr. manifestazione ricchissima di ospiti famosi e star del cinema internazionale, che si protrae per circa una settimana, lasciando così i riflettori accesi a lungo sull’isola), che l’evento non possa più esaurirsi in una sola giornata?
Infatti, e da qui sono scaturiti gli articoli sui giornali a cui accennavamo prima. Ad Agnes va la riconoscenza di tutta l’isola, oltre che quella mia e di mio fratello, ma oggi il meccanismo va cambiato, non possiamo più continuare con la parata ‘da prima Repubblica’, che è andata bene fino a poco fa, ma ora non più.
Quale formula proponi, quindi, per il futuro del Premio Ischia?
Poiché penso che ognuno debba saper fare il proprio lavoro, ci siamo affidati a un’importante società che cura eventi, il cui esperto di marketing svilupperà la nuova formula. Questa grande società di comunicazioni con cui ci siamo associati curerà, a un costo basso, insieme alla Fondazione, già a partire da settembre, la Trentesima edizione del Premio che cade nel 2009: puntiamo ad avere la diretta RAI, possibilmente in prima serata, con un ricco cartellone di ospiti. Questo è il metodo di lavoro che sempre ci ha contraddistinto, fin dai tempi di mio padre, vale a dire prendere i ‘numeri uno’ di ogni settore e affidare loro il progetto. Anche se organizzo il Premio da trent’anni, so che ci sono persone più competenti di me nella soluzione di alcuni problemi che dunque affido a loro.
Quali fra le altre manifestazioni che si tengono a Ischia ritieni valide per l’immagine dell’isola?
Ho fatto fare una ricerca per capire quanto si investe per promuovere l’isola attraverso gli eventi, anzi pensiamo anche di pubblicarne i risultati. L’importo complessivo si aggira intorno a un milione e mezzo di euro, cifra che rappresenta il budget pubblicitario di una grande azienda internazionale. Ebbene tutto viene sprecato in litigi e personalismi. Deve cambiare la mentalità: noi siamo una delle prime località turistiche del mondo, se guardiamo alle risorse e infrastrutture locali e ai fondi investiti. L’isola è come un’azienda, amministratori ed operatori, devono mettersi attorno ad un tavolo su un progetto comune e serio, allora ci sarebbe sicuramente spazio per tutti, da noi, all’Ischia Global al festival musicale Ischia Jazz. Anche se, al di là della grande amicizia e stima che ho per il suo ideatore Davide Conte, non mi piace l’idea di importare un format gia realizzato altrove (ndr. Il festival Umbria Jazz), mentre da parte mia ho sempre tenuto al fatto che il nostro Premio, quando nacque, fosse unico, e nel tempo sono stati gli altri a imitarci.
Tornando per un momento allo spettacolo, chi ha preparato le schede degli interventi della serata, e chi sceglie gli ospiti dello spettacolo?
Fa tutto la RAI , perché si tratta di una trasmissione RAI.
Te lo chiedo perché mi ha colpito molto la scelta di proiettare il video in cui Enzo Biagi faceva dichiarazioni durissime contro l’attuale premier Berlusconi.
Casimiro Lieto, che firma i testi di grandissime trasmissioni, ha curato anche quelli per il Premio Ischia., sempre per il principio secondo cui preferiamo affidarci a chi sa fare le cose meglio di noi, naturalmente pagandolo. Nello specifico Lieto mi è parso molto bravo e ha fatto un ottimo lavoro, molto equilibrato.