21/2008
Text: Lucia Elena Vuoso
Le Ventarole | via Borbonica, 84
Tel. 081.900221 | Lacco Ameno
Le Ventarole: un nome che richiama l’architettura antica e la tradizione contadina, il vino e le cantine di Ischia, un luogo dove la storia si fonde con la buona cucina e la cura dei dettagli, un ristorante circondato da settemila metri quadrati di orto, limoneti, vigneti e alberi di fico, che col loro profumo contribuiscono a fare di una semplice cena, un piacevolissimo momento di pausa dal caos di tutti i giorni, per ritrovare i valori semplici della convivialità.
Il ristorante prende il nome dalle quattro nicchie cave che troneggiano sul tetto, le ventarole appunto, antichi condotti d’aerazione che contribuivano a mantenere fresco il vino, ognuna rivolta verso uno dei quattro punti cardinali e collegata all’interno tramite un caminetto. Le origini della cantina dalla quale è stato ricavato questo particolarissimo locale, si perdono nella storia dell’isola d’Ischia. Sorge al confine tra i comuni di Lacco Ameno e Forio e di sicuro ha più di 150 anni, poiché si sa che è sopravvissuta al terremoto di Casamicciola del 1883, e si sa anche che la cantina era dotata di un’ulteriore camera che fu espropriata e abbattuta dal Comune durante la costruzione della via Borbonica. La famiglia Verde, proprietaria della cantina, ha dato lavoro a più di ottocento coloni e mezzadri, che coltivavano le terre circostanti e producevano dell’ottimo vino che veniva poi esportato in tutta Italia. Nel dopoguerra con l’abbandono dei vigneti la cantina è stata chiusa fino a quando, cinque anni fa, Giancarlo Mandl, visitandola, non ci vide solo un cumulo di botti abbandonate e di erbacce, ma il caratteristico ristorante che è ora.
Molto poco è stato cambiato della struttura originaria: due grandi botti, una pompa usata per tirare il vino e uno tra i primi torchi a pressione dell’isola sono rimasti come esclusivi oggetti decorativi, molti dei tavoli sono stati ricavati dalla parte rotonda delle botti e fuori si può notare, ancora funzionante, un irrigatore a pressione con cui fino agli anni Sessanta si attingeva l’acqua per i campi. In linea con lo spirito del luogo, anche i ‘complementi d’arredo’: pomodori del ‘piennolo’, mazzi di aglio, origano, peperoncini e le cipolle di Citara, grandi e dolci perché crescono in un terreno sofficissimo, sono appesi ai muri e alle travi; bicchieri, piatti e scodelle sono in ceramica pugliese decorata a mano con temi agresti, cestini di paglia e fiaschetti di vino sparsi qua e là, e una grande griglia in mattoncini di terracotta. La qualità è alla base della filosofia della cucina di Maurizio e Giancarlo Mandl, che propone i piatti della tradizione isolana, con una particolare attenzione alla salvaguardia del gusto, ma anche alla leggerezza delle pietanze. Il menù cambia in base alla stagionalità dei prodotti, ma di certo non mancherà mai l’insalata cafona del Fango, preparata con la ricetta dei contadini di un tempo. I piatti più apprezzati sono sicuramente la pasta e patate con provola, la pasta e fagioli con le cozze, la genovese, la pasta con salsiccia, provola e melanzane o zucchine, e naturalmente le grigliate di carne e di pesce. La bontà dei dolci, babà, caprese, torta di mandorle e pere, e del pane non è da meno. Annesso al ristorante, negli antichi palmenti della cantina, i fratelli Mandl hanno infatti fortemente voluto la creazione di un panificio. E possiedono tutte le carte in regola: l’esperienza trentennale con La Tinaia – ristorante di successo al centro di Forio – l’essere stati sempre in giro per il mondo, l’aver frequentato la scuola alberghiera a Stresa hanno contribuito a formare una professionalità che si ritrova anche nel pane di qualità superiore. Impastato a mano con lievito madre liquido, ogni mattina c’è la fila per acquistarlo e il panificio delle Ventarole propone anche tutta una serie di pani speciali, farciti con salame, mortadella, formaggio e olive.
Dopo essere stati immersi per qualche ora nel passato, dopo aver ritrovato sapori ormai persi e luoghi ormai dimenticati, si avrà voglia di tornare alle Ventarole più e più volte, per cenare sotto l’agrumeto o accanto alla griglia scoppiettante, per scambiare quattro chiacchiere tra amici e per complimentarsi con Maurizio e Giancarlo che hanno dato a tutti l’opportunità di apprezzare e godere appieno di un pezzo di storia dell’isola.