Thursday, November 21, 2024

Text_ Riccardo Sepe Visconti

Freddy è stato un uomo raffinato. Molto. Intelligente, colto, sensibile, idealista. Fu uomo di potere, Socialista di potere, Craxiano quando esserlo era un valore autentico. Regalava libri di poesie, beveva – purtroppo – molto. E questo – il bere non il regalare poesie – fu la sua rovina. Una rovina voluta, non subita, poiché in fondo Freddy sapeva fottersene perdutamente della sua stessa disgrazia. Custodiva e alimentava il mito di Panagulis come suo personalissimo eroe da condividere con l’umanità intera. La sua idealità di socialismo lo portava a credere che Napoli potesse essere una città in grado di cambiare. Che io sappia ebbe amori travolgenti: amò e fu riamato. Ma su tutto amò la Libertà che per lui significava Socialismo. Un giorno (di non troppo tempo fa) per insegnare a degli studenti cosa significasse fare Politica decisi di presentare loro Freddy Scalfati. Era sempre stato estremamente magro, ma la pancreatite – era appena uscito da una grave crisi provocata dalla malattia – l’aveva ulteriormente scavato: ci sedemmo al bar Epomeo per chiacchierare di Libertà… Ma quell’incontro con giovani che avrebbero voluto ascoltarlo, sconvolse la sua emotività al punto tale che si versò un maledettissimo bicchiere di whisky… l’avevo visto tante volte rigirarsi tra le mani ossute e lunghe quel bicchiere fin dalla dalle prime ore di interminabili mattinate trascorse a Napoli in piazza dei Martiri di fronte al palazzo Calabritto, seduto ai tavolini de La Caffetteria. Era il suo “ufficio” quando riceveva ogni giorno, decine e decine di persone semplici che venivano – negli anni del potere – ad invocare un suo interessamento, una sua intercessione. Lo ripeto, Freddy fu molto potente e sempre molto, davvero molto, disponibile e generoso. Provò ad esserlo anche al bar Epomeo con il gruppo dei miei studenti: l’emozione lo tradì, bevve e non riuscì più a raccontare, a raccontarsi… Capii quel giorno che il sipario si era chiuso, anche sui ricordi, anche su quella garbata ed ormai fragile gentilezza che aveva sempre accompagnato la mente affilata e lucidissima di quell’uomo oramai giunto al termine di un percorso bellissimo e tragico. Freddy, dagli occhi profondi e consapevoli, una carezza e addio.