Thursday, November 21, 2024

IACONO – CORTESE: INTERELAZIONI D’ARTE

Text_ Pasquale Raicaldo

LA GALLERIA IELASI AD ISCHIA PONTE HA OSPITATO LE OPERE A QUATTRO MANI IN CUI L’ARCHITETTO E FOTOGRAFO MARCO CORTESE E IL PITTORE RAFFAELE IACONO HANNO MESSO INSIEME LE LORO ARTI PER RACCONTARE VOLTI ED ESISTENZE.

La bellezza salverà il mondo. Le relazioni, anche. Intrecci tra gli individui, relazioni con il proprio “io”. Un equilibrio complesso tra la nostra interiorità e ciò che ci circonda. Siamo il frutto di incontri quotidiani, il risultato di uno straordinario percorso chiamato vita.

“InTeRelazioni” è un progetto che comprende, custodendolo già nel nome, l’obiettivo di fondo, perseguito attraverso l’arte, nelle sue molteplici formi: le relazioni sono tra noi stessi, tra le mille anime che ci compongono, ma anche con gli altri. Siamo animali sociali, e la nostra socialità ci condiziona al punto da diventare parte di noi stessi. Raccontarci e raccontare è, dunque, un’operazione difficile. Vuol dire scegliere, tra le mille sfumature che ci compongono, quelle più evidenti e caratterizzanti.

La fotografia e la pittura, per esempio, sono fortemente condizionate dalla soggettività di chi scatta o ritrae. Lasciandosi ispirare dai particolari dominanti. E tralasciandone altri.

“InTeRelazioni” penetra nell’io profondo dei soggetti. Diventa il loro specchio, fedelissimo. Hanno accettato non solo di lasciarsi ritrarre ma, soprattutto, di aprirsi. Mostrandosi nudi nel rapporto con se stessi e con ciò che li circonda. Sorrisi e smorfie. Tic e sguardi. La prossemica: distanze che comunicano, il nostro modo di occupare gli spazi fa parte di noi. Ci esprime.

“InTeRelazioni” è l’incontro di due discipline: la pittura e fotografia. Il ritratto diventa non già la somma di due arti, ma la loro perfetta integrazione. All’hic et nunc dello scatto, che cattura un attimo di realtà rendendolo immortale e irripetibile, si aggiunge l’intervento pittorico dell’artista, che interpreta e sottolinea,

evidenzia ed esaspera. Due filtri soggettivi per restituire esistenze, più che persone. Immagini che rappresentano, distinguendosi dunque dal “mare magnum” delle immagini che presentano e ci presentano, un caleidoscopio di scatti industriali che finiscono fagocitati dai social network, vittima della logica dei “like”.

“InTeRelazioni” è altro. Raffaele Iacono e Marco Cortese hanno scelto di andare a fondo nell’io dei soggetti rappresentati. Il loro non ha l’ambizione di essere un progetto finalizzato a ritrarre, come una gigantesca enciclopedia, i “tipi” dell’isola d’Ischia. Non ci sono mestieri, i sedici soggetti non sono un campione statistico della popolazione isolana. Sono, viceversa, in connessione stretta, si direbbe anche intima, con i due artisti. Né potrebbe essere altrimenti. Il ritratto è esso stesso una forma di comunicazione. La prima “InTeRelazione”. La più importante. Così, l’intensa galleria di opere che compone il progetto è un viaggio immaginifico attraverso le persone e i loro caratteri. Caratteri, intesi come “il complesso delle doti individuali e delle disposizioni psichiche che distinguono una personalità umana dall’altra, e che si manifesta soprattutto nel comportamento sociale, nella disposizione affettiva dominante,

nell’umore abituale”. Caratteri, intesi come “segni tracciati, impressi o incisi, cui si attribuisca un significato”. L’ambiguità della lingua sintetizza un’altra delle chiavi di lettura di “InTeRelazioni”: i sedici soggetti rivelano e si rivelano anche grazie ai segni di cui sono portatori, volontari o involontari. Ivi compresi gli interventi del pittore, Raffaele Iacono, il cui processo creativo non si rivela che un tassello del composito mosaico con cui si ricercano identità e bellezza. La bellezza, anzi, è proprio nell’identità. I volti sono privi di maschere. Era la “conditio sine qua non”, sottolineata dalle frasi con cui i soggetti si raccontano, una didascalia che è soprattutto una suggestione. Massimo e Luca, Karin e Nicola, Cristina e Lucia, Marco e Annamaria, Daniele e Silvana, Gilberto e Michele, Marco, Luciana e Carmela. Alcuni si relazionano tra loro. Parenti, amici, conoscenti. Alcuni sono vicinissimi agli artisti. Ma un legame ancor più viscerale è quello che si instaura con l’arte. Un legame destinato, per antonomasia, a sopravviverci. E a salvare il mondo, proprio come la bellezza.