Text_ Cecilia D’Ambrosio Photo_ Dayana Chiocca
GIOVANNI DI MEGLIO, UNA VITA DEDICATA ALL’IMPRESA E AL TURISMO, RACCONTA LA SUA STORIA DI SUCCESSI. A ISCHIA E ALL’ESTERO.
Giovanni Di Meglio, 80 anni splendidamente portati appena compiuti, appartiene a quegli ischitani che hanno fatto la storia del turismo nell’isola – che è la prima stazione di vacanze della Campania e fra le principali in Italia. Elegante nella sua giacca blu e foulard di seta, Giovanni ci racconta una vita di cui ha trascorso ogni momento intensamente, sia sul piano imprenditoriale che personale, stando sulla panoramicissima terrazza dell’hotel Terme Royal Palm affacciata sulla baia di Citara a Forio. Che è entrato a far parte dei gioielli della famiglia Di Meglio nel 1990; ma lui ha iniziato assai prima. E’ il 1950, infatti, quando ottiene il suo primo impiego. Nonostante il dissenso dei suoi insegnanti che non vogliono che abbandoni lo studio, i genitori hanno bisogno che lavori ed entra all’hotel Angarella, storico albergo al porto di Ischia, proprio all’inizio della mitica Riva Destra, teatro della Dolce Vita ischitana. Sono gli anni del boom economico, che coincidono con gli albori della inarrestabile crescita dell’isola verde che la proietta come oggetto del desiderio vacanziero di milioni di persone, italiani e non. E già dal 1954 il compito del giovanissimo Giovanni è di fare da intermediario fra i turisti che sbarcavano e gli alberghi dove avrebbero soggiornato, in un’epoca in cui non esistevano ancora le agenzie di viaggio e tantomeno le prenotazioni online. Ma le prospettive erano rosee e anche a Giovanni le cose vanno bene, lavora per conto di diverse strutture ed è intraprendente. Durante la stagione invernale, a 16 anni, sale per la prima volta su un aereo per volare a Londra, dove si impiega presso il mercato ortofrutticolo, e poi va in Germania: vuole imparare le lingue che ha capito quanto siano indispensabili nel rapporto con i turisti. Ma soprattutto ha il pallino degli affari e il suo sogno è diventare albergatore. Nella sua isola. Il progetto prende forma nel 1967 quando insieme alla giovane moglie Caterina, che gli ha sempre dato un sostegno fondamentale, compra un terreno a Forio: sceglie il comune con le spiagge più belle, dove il sole c’è anche d’inverno, amatissimo in quegli anni dagli stranieri, in particolare tedeschi. Grazie al lavoro di entrambi, sorgono prima l’Hotel Park Imperial e il San Marco nel 1985, a due passi da Citara, dove approda con il Royal Palm appunto e infine con il Caterina Beach: “per tanti anni – racconta Giovanni, abbiamo vissuto praticamente in albergo, mi sono dedicato ad acquistare le case per me e la mia famiglia solo quando ho raggiunto i risultati che mi ero prefisso sul lavoro”. Un piccolo impero dell’ospitalità a 4 stelle, attualmente condotto da Giovanni insieme ai figli, che negli hotel di famiglia ci sono letteralmente cresciuti, adesso partecipano a tutti i programmi presenti e futuri e si sono ritagliati ciascuno un proprio ambito di responsabilità ben preciso – Rosaria si occupa dei complessi termali, Maria Luisa è l’amministratrice della società, Giuseppe gestisce il Park Imperial e segue la manutenzione degli hotel e le grosse progettazioni, Marco è alla guida del Royal Palm e si occupa del personale e dell’economato.
Ma lui, Giovanni, “l’indomito ragazzo di Barano”, non riesce a fermarsi qui, non è nel suo carattere, ama troppo le sfide e ha ancora da dire e da dare al mondo dell’imprenditoria alberghiera. E’ il 1999, infatti, quando decide di investire sempre nel settore della vacanza, ma in un’isola lontana miglia e miglia da Ischia. Il suo brillante intuito gli fa scegliere le Canarie, grappolo di isole spagnole dalla natura selvaggia e superba al largo dell’Africa. “Cercavo terreni vergini su cui realizzare una struttura dell’ospitalità dove mettere tutto quello che considero importante per creare un’esperienza di soggiorno al mare indimenticabile”. Nasce così a Fuerteventura nel 2015 il Royal Palm Resort & Spa: quattro stelle superior (anche se i servizi sono da cinque stelle) affacciato su una suggestiva baia e sulla spiaggia di Esquinzo: la struttura, di dimensioni davvero imponenti (comprende oltre 300 camere, tutte molto ampie, che possono ospitare fino a 700 persone, mentre il personale arriva a 240 unità), dalle linee articolate e distribuita su terrazze, è moderna ma ha tratti architettonici arabeggianti. Giovanni Di Meglio vi ha portato tutta la competenza accumulata in 50 anni di lavoro a contatto con ospiti e clienti di ogni nazionalità di cui ha imparato a conoscere gusti e desideri. Che lì nell’isola sull’Oceano realizza: l’albergo si apre direttamente sulla spiaggia e al tempo stesso è un resort esclusivo ricco di spazi suggestivi come la corte di sapore spagnoleggiante, e poi la spa di 2000 mtq con palestra e sala yoga, piscine esterne di cui una di oltre 900 mtq e una coperta, tanti ristoranti dedicati a cucine diverse, boutiques per lo shopping. “Fin dal progetto e dalla posa della prima pietra la nostra idea era di dare vita a una struttura di eccellenza: la qualità di vita nell’albergo, e quindi della stanza, degli spazi comuni, dei servizi è fondamentale e ci fanno emergere rispetto agli altri. Non bisogna mai accontentarsi perché altrove stanno già facendo meglio, continuamente pensiamo a ciò che va migliorato – racconta Giuseppe, uno dei figli di Giovanni Di Meglio. E i risultati ci hanno dato ragione, quest’anno abbiamo vinto di nuovo il premio come miglior hotel di Fuerteventura (Ndr. Nell’isola ce ne sono circa 300), in base alle recensioni dei clienti TUI. E molti nell’isola ci stanno imitando, migliorando e rinnovando i loro alberghi”.
A Fuerteventura affianca Giovanni, che ormai vive alle Canarie quasi tutto l’anno, la figlia Raffaella che ha scelto di dedicarsi esclusivamente agli investimenti realizzati all’estero. Mentre Giovanni, che ha in preparazione nuovi investimenti sempre nell’isola delle Canarie, ogni sera sta fra gli ospiti, parla con loro “perché – spiega – essere presenti, conoscere ogni dettaglio, è essenziale per il buon andamento di un albergo, l’ospite è il centro e tutto deve ruotare attorno a lui”.