Text_ Lello Montuori Photo_ Dayana Chiocca
È venuto, come è giusto che fosse. Come molti si aspettavano. Come era suo dovere. Non importa che l’isola non fosse distrutta come si era creduto subito dopo il sisma. Non importa che i morti non fossero decine.
Ma due. Non dico ‘solo’ due.
Perché ci sono state due vittime. Due donne la cui vita è stata spezzata dal terremoto. Famiglie distrutte. Affetti colpiti.
E centinaia, migliaia di sfollati fra Casamicciola alta e Lacco Ameno, i comuni più colpiti.
È venuto. A rappresentare il popolo italiano. Fosse stata anche una soltanto la vittima di questo evento tragico.
Perché l’Italia c’è.
È vicina e non dimentica.
È venuto nel rispetto del dolore. Senza clamore. Senza gli annunci spesso beffardi dei politici.
Serio e composto come si addice al Presidente, perché il Capo dello Stato rappresenta l’unità della Nazione.
Una Nazione che ama dividersi e che fatica a trovare l’unità persino nel cordoglio di fronte a eventi così gravi.
Una Nazione in cui tutti si oppongono a tutto. I politici ai giornalisti, i giornalisti agli abusivi, quelli presunti e quelli veri. Gli abusivi a tutti e due.
Ammesso che c’entrino qualcosa gli abusivi. Stavolta no, direi di no.
Perciò la visita del Presidente assume anche più valore. Per dire che nessuno deve sentirsi solo di fronte alla tragedia.
È vero, non c’è modo di lenire il dolore di chi ha perso i propri cari.
Di chi ha perso la casa, il luogo di una vita. Di chi forse una casa in quel luogo non potrà avercela mai più.
Non c’è modo.
Non basta il Presidente.
Non basta niente.
Per le comunità di quelle contrade che ora non vivono più insieme. Strappate alle loro più care abitudini. Fosse anche solo quella di affacciarsi al balcone e riconoscere, uno per uno, i vicini ed i passanti. Le loro storie, quelle di chi in quel posto ci è nato ed ha sempre pensato di continuare a viverci consegnando in eredità luoghi, case, affetti e memorie a chi viene dopo di lui. Figli e nipoti.
È vero, non basta niente per far fronte a questi drammi. Veri, intensi, atroci a volte.
Ma lo Stato c’era. Non a dire ‘domani sarete di nuovo a casa vostra’.
Ma a portare l’affetto e il cordoglio di tutta la nazione.
La stessa i cui cittadini – ospiti affezionati anno dopo anno – hanno consentito a Casamicciola di risorgere dalle sue rovine dopo il grande terremoto del 1883 grazie alle sue Terme, al Gurgitello, ai paesaggi, al Parroco Santo, alla sua storia e alle sue tradizioni. Quelle di gente semplice, che non si è mai arresa e ha continuato a vivere nel luogo forse più pericoloso dell’isola, la loro terra, il loro posto nel mondo, quello in cui sono nati e desideravano morire.
Per questo per un giorno l’Italia intera è Casamicciola. Ognuno dei Comuni di questo scoglio verde e fragile, accogliente e spietato, è Casamicciola.
Grazie Presidente. Di essere venuto. Di esserci stato.
Di aver rappresentato lo Stato.
Tutti noi.