Thursday, November 21, 2024

Text_ Silvia Buchner  Photo_ Romolo Tavani

Casamicciola Terme si sviluppa sul mare, allungandosi a ridosso della litoranea e del porto turistico e, nell’interno, sulle numerose colline che annunciano le cime del versante nord del gruppo dell’Epomeo e cioè i Colli Jetto e Monte Bianchetto con il Capo dell’Uomo, che si ergono a distanza ravvicinata, dominando il paesaggio con ripide pareti boscose.

In particolare nella parte alta, che è anche quella di più antico insediamento, si distribuiscono numerosi gli alberghi, sia grandi che a gestione familiare, nei quali continua la tradizione delle cure con le acque termali che hanno fatto la fama di questo centro. Gli alberghi si sono raccolti soprattutto intorno alle molte fonti, tutte alimentate da due grandi bacini idrotermali, il Gurgitello, il più vasto dell’isola, nella zona di piazza Bagni, e La Rita, al confine con il comune di Lacco Ameno, mentre al limite del territorio verso Ischia, presso la collina omonima, sorge il parco termale del Castiglione. Proprio sul promontorio del Castiglione, uno sperone di roccia lavica coperto di fitta macchia mediterranea che si protende in mare, c’era un antichissimo villaggio preistorico (età del bronzo, 1400-1300 a.C.) che fu annientato da un’eruzione intorno alla metà dell’VIII sec. a.C.: gli utensili ritrovati e tutto quanto ne testimonia la vita sono esposti al museo archeologico di Villa Arbusto a Lacco Ameno.

La storia di Casamicciola come stazione turistica per le terapie termali è plurisecolare, comincia, infatti, agli inizi del Seicento quando fu costruito, per iniziativa di un gruppo di nobili napoletani, lo stabilimento del Pio Monte della Misericordia, con lo scopo di consentire anche ai malati poveri di giovarsi delle cure con le acque, che venivano dispensate loro gratuitamente, creando quello che è stato definito con felice espressione “termalismo sociale”.

Nell’Ottocento, prima che il terremoto del 28 luglio 1883 distruggesse ogni cosa, Casamicciola era un centro rinomatissimo dove curarsi e riposare, le colline del Maio e della Sentinella e quelle intorno a piazza Bagni erano punteggiate di alberghi eleganti e piccole pensioni. Accoglievano una clientela internazionale, spesso molto agiata e aristocratica e talvolta anche i loro nomi – Hotel Suisse, Villa Sauvé, Hotel Bellevue, Villa de Rivaz – richiamavano la discendenza straniera dei proprietari o la volontà di rifarsi a un ambiente europeo. E alle porte della cittadina oggi si incontra un edificio, purtroppo in totale decadenza, con la lunga facciata che si estende sulla litoranea: è la sede tardo ottocentesca del Pio Monte della Misericordia, ricostruita in basso dopo che il terremoto aveva buttato giù quella eretta nel 1604 nella zona collinare presso piazza Bagni.

Alcuni degli illustri visitatori della cittadina termale sono ricordati ancora oggi: così fra i tanti scrittori provenienti dal nord Europa che numerosi abitarono sull’isola d’Ischia, uno dei più famosi scelse Casamicciola, si tratta di Henrik Ibsen, il drammaturgo norvegese autore di “Casa di bambola”, che sull’isola si dedicò sistematicamente alla stesura di una delle sue opere più importanti, “Peer Gynt”. Era letteralmente innamorato di Casamicciola e delle sue colline boscose lo scrittore francese Ernest Renan, autore del celebre “Vita di Gesù”. Egli vi soggiornò a più riprese insieme alla famiglia e il figlio Ary, che si sottoponeva alle cure termali, ha lasciato una serie di interessanti disegni con vedute che documentano l’aspetto della cittadina prima del terremoto del 1883. Non è possibile dimenticare, infine, il breve ma importante soggiorno di Giuseppe Garibaldi, che venne a Casamicciola nel giugno 1864, per curare i postumi della ferita alla gamba infertagli in Aspromonte due anni prima. Dai giornali e documenti dell’epoca sappiamo che la permanenza sull’isola gli fornì soprattutto la possibilità di convocare con una certa discrezione e senza allarmare le autorità governative i suoi collaboratori, mentre si operava ancora per completare l’unità d’Italia.

Nei decenni successivi al 1883, la cittadina lentamente riuscì a riconquistare un suo spazio come centro di villeggiatura; l’abitato che era andato distrutto, in particolare nella vasta zona collinare, fu ricostruito di preferenza nelle brevi aree pianeggianti lungo il mare, considerate più sicure. Camminando nel paese, si individuano facilmente i quartieri edificati dopo il terremoto, frutto di una pianificazione dall’alto, per esempio alle spalle della marina di Casamicciola e a Perrone, caratterizzati da strette stradine a incroci ortogonali e nei quali ancora si vede qualche tipica casa dell’epoca (un paio di esse sono anche originalissimi esempi di architettura antisismica), con caratteristiche come i tetti a doppio spiovente e l’uso di materiali quali la lamiera e il legno, totalmente estranei all’edilizia tradizionale ischitana.   

Oggi Casamicciola è certamente un luogo adatto a un soggiorno riposante che all’animazione di piazza Marina unisce la possibilità di allontanarsene per fare passeggiate nella parte più agreste del paese. In primo luogo, lungo le strade che, affacciandosi su valloni in cui le case ancora lasciano spazio alla natura, salgono al Maio, uno dei nuclei storici che fu completamente distrutto dal terremoto, e da qui alla via Borbonica, la vecchia strada che collegava Casamicciola alta con Lacco Ameno (nella sua parte collinare di Fango) e Forio (dove arriva nel quartiere di Monterone). Essa si snoda alle pendici dell’Epomeo e vi si può godere un notevole panorama, verso la montagna e la marina sottostante. Altra meta gradevole è la collina della Grande Sentinella che regala una visuale amplissima sia sul versante nord dell’isola che sulla terraferma.

Nel territorio di Casamicciola troviamo quello che è certamente uno dei capisaldi del patrimonio naturalistico ischitano, costituito dal Monte Rotaro, raggiungibile percorrendo con la macchina via bosco Cretaio e poi inoltrandosi a piedi. Il Rotaro con i crateri e dossi che lo attorniano formano un complesso vulcanico oggi coperto da una folta pineta, una parte della quale prende il nome di Bosco della Maddalena. Tra il Rotaro e il retrostante cratere di Fondo d’Oglio, nei campi di fumarole che creano un particolare microclima caldo umido, cresce bene una pianta oggi unica in Europa, il Cyperus polystachjius, un papiro che di solito si trova solo nei paesi a clima tropicale e subtropicale. Qui a Ischia, le condizioni di temperatura e umidità offerte da alcune fumarole come al Rotaro, appunto, hanno consentito a questa pianta, che è un vero e proprio “relitto” delle epoche in cui il clima nelle nostre zone era molto più caldo e umido, di continuare a vivere anche quando, per le mutate condizioni ambientali, scomparve altrove: data la sua estrema rarità è una pianta che va assolutamente salvaguardata.

Alle spalle del Rotaro vi è il Cretaio, coperto da un folto castagneto e attraversato dalla strada rotabile che ne prende il nome e che collega Casamicciola con Fiaiano, seguendo un tracciato estremamente panoramico, che regala in alcuni punti una vista quasi a volo d’uccello su Vivara, Procida e la costa.