IL LAVORO DELLE CANTINE TOMMASONE E DELL’ENOLOGA LUCIA MONTI PIACE: TANTA CURA IN VIGNA E ATTENZIONE AI GUSTI IN TEMA DI VINI,
OGNI ETICHETTA RIFLETTE LA PRECISA FILOSOFIA CHE STA DIETRO
LE SCELTE DI QUESTA FAMIGLIA DI VITICOLTORI ISCHITANI.
Continua a raccogliere riconoscimenti il lavoro appassionato e lungimirante dell’enologa Lucia Monti, che guida le cantine Tommasone, casa vinicola nata a partire dal vigneto di famiglia in località Fango a Lacco Ameno, cui il padre Antonio ha deciso di ridare vita. La prima vendemmia è del 2004: oggi sono oltre dieci gli ettari a vigneto sparsi in tutta l’isola, con una media di 100mila bottiglie prodotte per undici etichette. Particolarmente richiesti i DOC rosso Ischia Per’ ‘e Palummo dai vigneti di S. Angelo e Ischia Biancolella, ma anche il Pithecusa, biancolella e fiano e il Terradei (cioè l’Ischia Bianco realizzato con i due vitigni locali biancolella e forastera).
E’ Tommasone a gestire l’appezzamento vitato più grande dell’isola, alla tenuta Piromallo a Panza, e poi ci sono quelli sempre a Forio alla Chiena, alla Spadara, in zona Baiola e a S. Angelo, appunto. “Sono alla ricerca di terreni da coltivare, perché mi piace seguire l’insegnamento di mio padre secondo cui il vino si fa nella vigna!”. Ma occorre anche attenzione al mercato, ai gusti, alle tendenze e Lucia Monti – per metà ischitana e per metà tedesca – interpreta decisamente bene entrambi i ruoli di enologa e imprenditrice. E durante l’edizione 2016 di Vitignoitalia, rassegna dedicata a vini e distillati nazionali e punto di riferimento per enoteche, ristoratori, appassionati per tutto il Centro Sud Italia, presenti oltre 1000 etichette di 250 aziende italiane, che si è tenuta la scorsa primavera negli spazi di Castel dell’Ovo a Napoli, l’annata 2015 del Rosamonti Tommasone, vino rosé da Aglianico al 100%, ha vinto la Medaglia d’Argento nella sua categoria. “Il rosato è un prodotto particolare, che unisce alcune peculiarità del bianco con certe caratteristiche dei rossi. La richiesta è in aumento, anche se in Italia si beve meno che in altri paesi. E’ molto diffuso nella stessa Germania e negli Stati Uniti, dove vendiamo il nostro, ma anche i francesi sono grandi produttori ed estimatori di rosati”. Il più pregiato si fa con sola uva rossa, per il Rosamonti Aglianico appunto: 5000 bottiglie realizzate con uve raccolte proprio nelle vigne di Lacco Ameno, quelle che costituiscono il nucleo storico delle cantine Tommasone, nelle prime due settimane di settembre, quando l’acidità è ancora un po’ alta, simile a quella del bianco e il grado zuccherino più basso, per mantenere la gradazione alcolica intorno ai 12°. L’uva che resta sulle piante servirà a produrre il Pignanera e il Pithecusa Rosso. In generale, il rosato va trattato come se fosse un bianco. “Lo raccogliamo, diraspiamo, pigiamo e va subito nella pressa, quindi non facciamo la macerazione sulle bucce tipica del rosso. Anche la pressatura è soffice e veloce, gli ultimi litri li eliminiamo, perché vogliamo conferire al vino solo una venatura rosa, in questo mi sono ispirata ai francesi che hanno creato alcuni dei migliori rosé fermi e con le bollicine del mondo. Il mosto, poi, decanta in vasca per 24 ore a freddo, metodo che usiamo anche per i bianchi. Si travasa quindi in un’altra vasca, si aggiungono i lieviti e fermenta sempre a freddo, per consentire di sviluppare meglio gli aromi. Trascorse due settimane viene svinato e fa una serie di batonage, cioè rimontaggi in vasca con i lieviti fini per renderlo più strutturato. Quello che volevo ottenere è un vino che ha la freschezza del bianco e i sentori del rosso, cioè fragoline di bosco, ciliegia. Piace molto alle donne, per il suo colore certo, ma anche per la bevibilità, è un vino da divertimento, di piacere”. E’ versatile negli abbinamenti, si sposa bene infatti con la mozzarella di bufala, ma anche con il carpaccio di pesce e gamberoni, il sushi, il risotto alla pescatora, le linguine ai frutti di mare: insomma è un’alternativa da scoprire al classico bianco; e la sua freschezza lo rende anche ottimo come aperitivo e con la pizza. Alle spalle, dunque, un’annata 2015 eccezionale, sia per qualità che per quantità dei vini prodotti, nel presente per le Cantine Tommasone e Lucia Monti ancora nuovi vigneti che entrano in produzione e un progetto che vedrà la luce nel 2018, la creazione di due spumanti, uno rosato e uno bianco con uve forastera e biancolella, realizzato con metodo classico dello champagne.