Thursday, November 21, 2024

Giosi Gerardo Della Ragione è stato eletto primo cittadino di Bacoli nel giugno 2019 con il 64% delle preferenze: andando a governare una comunità di poco più di 26mila abitanti e un territorio per lungo tempo in preda all’anarchia, fra tasse non pagate e servizi non erogati, in un circolo vizioso che questo sindaco di 32 anni con piglio che definire battagliero è poco, vuole interrompere a ogni costo, con tutti gli strumenti che ha (molto social, egli posta quotidianamente gli interventi che si stanno facendo e che toccano ogni ambito della vita della città). Perché Bacoli custodisce luoghi di grande bellezza, due laghi, spiagge, siti archeologici e monumentali di grande rilievo (da Cuma, antichissima colonia greca alla città romana di Baia, sommersa ed emersa, dalla casina vanvitelliana sul Fusaro alla piscina Mirabilis, dal museo archeologico dei Campi Flegrei, un vero gioiello semisconosciuto, agli arenili di Miliscola). Eppure, nulla di tutto ciò finora è stato trasformato in “petrolio”, in risorsa che generi lavoro e quindi ricchezza. Naturalmente, facendone un attrattore turistico: ed è questo l’obiettivo ultimo, ambizioso, frutto di una visione che ha bisogno di creare un sistema per essere realizzata, di Giosi Gerardo Della Ragione. Un percorso arduo, pieno di salite impegnative, eppure è l’unico praticabile.

L’incessante attività che ha caratterizzato fin dal primo momento la sua sindacatura rende chiaro che lei ha un progetto di ampio respiro sul futuro della città che amministra.

Interview_ Riccardo Sepe Visconti Photo_  Riccardo Sepe Visconti, Enzo Buono

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Sono nato qui e la mia famiglia è bacolese da generazioni. Quando ero piccolissimo, però, i miei si trasferirono a Torvajanica, vicino Roma, per lavoro; poi siamo tornati e sono cresciuto sentendo le riflessioni dei miei genitori che dicevano “Forse era meglio rimanere lì…”. Sulla scorta di queste continue considerazioni negative, mi sono interrogato da ragazzo se restare o andare via, come del resto tanti hanno fatto (più dell’80% della mia classe del liceo ha lasciato Bacoli). Per quanto mi riguarda, ho deciso di rimanere, non per lamentarmi ma per cambiare il corso delle cose. La mia battaglia dura ormai da 10 anni, da quando fui eletto in consiglio comunale la prima volta a 22, mentre 4 anni fa sono stato eletto sindaco per la prima volta, sempre con liste civiche. L’idea che ci muove è di rendere Bacoli una città a vocazione turistica. Tanti giovani si interrogano se restare e l’unica strada che abbiamo per far sì che trovino qui un lavoro credo sia la valorizzazione turistica del territorio: non ce n’è un’altra!

Politicamente, in quale direzione guarda?

A sinistra, ma attualmente non c’è una casa che possa ospitare persone come me, credo che molte donne e uomini di sinistra stiano nel pd perché resta l’unico argine verso una destra che non è sociale, ma piuttosto populista, direi fascista da tanti punti di vista. Ma è necessario creare una casa della sinistra accogliente, Zingaretti questo spirito lo ha ma finora non mi pare che lo abbia applicato e, dove lo ha fatto, è stato realizzato male. Sui territori come il nostro le liste civiche hanno la loro ragion d’essere, non a caso un movimento come Free Bacoli da 3 elezioni consecutive è la lista più votata. Abbiamo battuto Forza Italia, PD, 5 Stelle, Lega, tutti!

Torniamo all’obiettivo ultimo del suo lavoro: non può nascondersi che finora, nonostante la ricchezza del patrimonio archeologico, culturale, ambientale questa zona, come del resto tutti i Campi Flegrei, non è mai riuscita a diventare una realtà turistica di peso. Fino agli anni ‘80 la gente era impiegata nell’industria, negli stabilimenti delle aree limitrofe di Pozzuoli e Bagnoli e qui a Bacoli nella Selenia (specializzata in radaristica) che negli anni d’oro ha avuto anche 2500 dipendenti di cui 1600 bacolesi (oggi ne ha 330), e poi c’erano i cantieri navali che occupavano centinaia di persone – mentre adesso sono quasi tutti chiusi. Tutto ciò ha generato una classe operaia che però è sempre rimasta non organizzata; senza dimenticare il Municipio che aveva 500 dipendenti. A suo tempo, a partire da 20-25 anni fa, quando la crisi di questi settori dell’occupazione è iniziata, non si è saputo cambiare, invece di pensare a riconvertire, si è solo succhiato il più possibile da un sistema che era finito, l’area cantieristica andava convertita in alberghiera 15 anni fa e nulla si è fatto (lo stesso discorso è valido per il lungomare di Pozzuoli e Bagnoli). La situazione del treno della Cumana è emblematica di come si è ragionato finora: pensi che è ancora attiva la stazione Cantieri e i treni si fermano, quando i cantieri navali non ci sono più, mentre ancora non si è aperta la stazione Baia fondamentale per pensare di portare turisti qui! Siamo al centro di un circuito forte che comprende le isole, la Costiera, Pompei: ma è vero che i turisti girano attorno a noi, ci sfiorano ma ai Campi Flegrei non si fermano e, considerando che abbiamo 14 siti archeologici, 2 laghi, affacciamo per tre quarti sul mare, è nostro preciso dovere operare con ogni mezzo per invertire l’attuale situazione e trasformare la bellezza in ricchezza, cioè in occupazione.

L’Amministrazione deve contemporaneamente gestire seri problemi finanziari.

Bacoli è un comune in dissesto, ma ciò non significa che non si possa iniziare a lavorare per diventare una stazione turistica. Ci sono, infatti, alcune figure e realtà positive che emergono, l’associazionismo è diventato più consapevole dei propri strumenti, perché si è stancato di fare mero volontariato e punta anche a guadagnare e questo è fondamentale, sennò non si crea quel circuito virtuoso di cui abbiamo bisogno. Sono molto interessato a come si svilupperà il bando per la gestione del Serapeo (a Pozzuoli) e della nostra piscina mirabilis (lo scorso anno ha avuto 18mila visitatori che possono entrare grazie alla presenza di una persona incaricata; con una gestione seria, programmata potremmo averne molte di più); il Comune da parte sua produrrà un bando per la gestione del parco Vanvitelliano, che comprende la Casina Vanvitelliana e l’edificio storico detto l’Ostrichina. Oggi abbiamo solo un turismo balneare che poco o nulla lascia sul territorio il quale, di conseguenza, lo rifiuta. Se riusciamo a far crescere il livello complessivo della città, anche i turisti da una giornata si adegueranno, avranno un maggiore rispetto dei luoghi, potranno scoprire, se noi riusciamo a creare le condizioni perché ciò accada, che Bacoli non è solo la spiaggia.

Quanti alberghi ci sono?

Non arriviamo a 150 posti letto.

Prossimi allo zero…

Sì, è così!

E quanti B&B?

Legali pochissimi; se guardiamo al sommerso, di recente siamo stati informati che ci sono 50-60 B&B (Ndr. con una media di 6 posti letto ciascuno, sono circa 300 posti letto) sconosciuti al Comune. Nascono come funghi, ma è anche facile rilevare l’abuso perché sono iscritti ai siti di affitti per le vacanze. E non pagano nessun tipo di contributo.

Avete la tassa di soggiorno?

C’è un regolamento non applicato. E lo abbiamo scoperto perché uno dei pochi B&B legali voleva pagarla ma non è stato possibile appunto perché non era in atto, comunque partiremo dal prossimo anno. Ed è allucinante che in un Comune in dissesto che punta sul turismo non si introitino questi soldi.

Attraverso quali passaggi vuole arrivare a fare di Bacoli una meta di vacanza – dandosi direi almeno 10 anni di tempo.

La nostra si caratterizza per essere una realtà urbana che comprende più situazioni con caratteristiche proprie al suo interno: Baia è la città antica sommersa più estesa al mondo, Alberto Angela ci fa due documentari all’anno che hanno milioni di spettatori, che però quando vogliono venire a vederla da vicino hanno difficoltà anche ad arrivare fino a Bacoli. Abbiamo il museo archeologico del castello di Baia, che il presidente Napolitano nel 2008 definì il museo più bello d’Italia, e ancora Cuma, Miseno, dove soggiornava la flotta imperiale romana. Ciò che, a mio parere, ci distingue da un sito come Pompei, è che lì si arriva, si entra, si visita l’area degli scavi e si va via; qui, invece, per andare in tanti siti archeologici differenti necessariamente si interagisce con il territorio, con la città di Bacoli e, quindi, con negozi, attività e servizi che offre.

Ma avete una obiettiva difficoltà logistica data dalle dimensioni limitate delle vie di accesso.

E’ vero, l’accessibilità dell’area è il nostro maggior problema, sia usando il trasporto pubblico che l’auto. Stiamo lavorando a un sistema di parcheggi nelle aree limitrofe al centro (Fusaro, Cuma, cantieri dismessi a Baia che pensiamo di riconvertire al momento in parcheggi e, in futuro, di utilizzare i volumi per realizzare alberghi che mancano sul territorio) e disciplinando il centro stesso  con un sistema di ztl. Sono consapevole delle nostre difficoltà, ma se continuiamo a parametrare tutto su un livello basso, continueremo a rimanere in basso, se alziamo il livello nei diversi ambiti, nella ristorazione (ottimo che ci sia sul nostro territorio uno stellato come il Caracol), nella gestione dei beni archeologici, nella manutenzione di laghi e parchi, il territorio dovrà di conseguenza riassestarsi guardando in alto.

Avete fonti termali?

Le Terme Stufe di Nerone sono nel comune di Bacoli. Al quartiere Scalandrone usufruiscono delle fonti termali abusivamente per ricavare acqua calda, ma non sono sfruttate per altro. Il Centro Ittico Campano, la spa comunale che gestisce i laghi Miseno e Fusaro e tutto ciò che c’è intorno, un tempo gestiva anche le acque termali, ma non c’è stata finora alcuna attività di valorizzazione.

E la ristorazione?

Nel settore della ristorazione ed eventi Bacoli ha visto negli ultimi anni una crescita enorme di imprese che si dedicano all’organizzazione di eventi, si potrebbe creare un brand Bacoli Wedding, posto che il territorio è in grado di coprire le esigenze di chi si sposa a partire dalla location per la cerimonia (la Casina Vanvitelliana) fino a quelle per le fotografie e per il rinfresco. Facendo così conoscere a tante persone le possibilità che offre la nostra città in questo ambito. Per Natale abbiamo organizzato una serie di eventi intorno a quello principale delle luci d’artista: ci troviamo in un buco nero e per uscirne dobbiamo attrarre in tutti i modi la gente per aumentare l’interesse verso questo territorio. Le luci ci servono a fare luce su altro, sul patrimonio che abbiamo.

Quali sono i suoi rapporti con Roberto Laringe, presidente di Federalberghi e patron dello stellato Caracol?

Ottimi.

Che rapporti ha con il presidente della Regione De Luca? Il suo progetto di fare di queste aree la Romagna del Sud è in totale sintonia con le sue idee per il futuro di Bacoli.

Stimo il presidente De Luca; essendo stato un sindaco sa quali sono i problemi di chi amministra i territori, ha trasformato Salerno da un paese in una delle più importanti città del sud e anche in Regione ha portato uno stile da sindaco, di chi si muove in prima persona per risolvere le cose, di chi prende gli impegni e vuole mantenerli. Nello stesso periodo in cui fui eletto la prima volta, nel 2015, lui divenne Presidente e in un convegno a Castelvolturno si parlò del masterplan per il litorale domizio flegreo, la Romagna del Sud appunto, su cui puntava tantissimo. Adesso che sono tornato a essere Sindaco posso dirle che non si è realizzato ancora nulla, ma quell’idea di riunire i centri del litorale domizio-flegreo attorno ad un piano comune grazie a De Luca almeno sulla carta c’è. Adesso hanno chiesto a noi sindaci i nostri progetti e spero che questo sia un passo in avanti verso la concretizzazione.

Quanto la segue la città?

Negli ultimi 4 anni si è votato 3 volte, sempre con ballottaggio, quindi 6 volte, su 22mila votanti ho preso 40-45mila voti nel complesso, due elezioni le ho vinte (l’ultima con il 64% di preferenze), e una l’ho persa 49 a 51 al ballottaggio (dall’altra parte si erano aggregati tutti pur di batterci). La gente ci segue, ma dobbiamo essere bravi a tenere un contatto costante con loro per spiegare cosa stiamo facendo. Gli interventi, infatti, sono su diversi piani: avendo trovato una città sporchissima, abbandonata, nei primi mesi si è lavorato letteralmente per pulirla. Il primo punto è la normalità, cioè una città dove gli abitanti pagano le tasse e sanno di ricevere dei servizi, faccio l’esempio del calendario per lo spazzamento delle strade, una cosa comune per tante città ma finora non per noi, oggi i bacolesi sanno con precisione in quale giorno ciascuna zona viene pulita e devono quindi togliere le macchine parcheggiate per strada.

E funziona?

Sì, con noi funziona. Il cittadino deve spostare l’auto, sennò avrà una multa, passa la spazzatrice e il macchinario che lava la strada: prima ottenere questo servizio era come un privilegio, la municipalizzata veniva se conoscevi l’assessore che ti faceva il favore di mandarla, oggi è un diritto. Sembra una sciocchezza, ma poiché coinvolge tutta Bacoli, significa che l’intera comunità ha fatto un piccolo passo in avanti. Ritorno alla normalità è anche ripristino delle regole, quindi pagare le tasse, i tributi locali. Bacoli è in dissesto perché c’è chi non le ha pagate e non è tanto un problema delle famiglie ma delle aziende, il problema sono i grandi evasori, chi guadagna con un’impresa sita nel comune di Bacoli e non paga le tasse.

Qual è il bilancio del Comune?

56 milioni di euro, comprendendo anche i finanziamenti; con la Tari (tassa sulla nettezza urbana) introitiamo 7 milioni, nel complesso i tributi locali in entrata sono 10 milioni. Che adoperiamo per gli stipendi dei dipendenti, più che dimezzati rispetto a 4 anni fa, sono circa 130 essendo molti andati in pensione e non sostituiti, e per coprire i costi della nettezza urbana.

La scorsa estate ha fatto chiudere le forniture dell’acqua alle aziende morose.

Il ristorante più moroso deve oltre 700mila euro fra Tari e acqua. Ed è ancora aperto, cambia continuamente società per sfuggire ai suoi doveri. Per la sola evasione della bolletta dell’acqua molti devono fino a 30-40mila euro, e fra di essi ci sono anche stabilimenti balneari militari. Abbiamo un sistema di rateizzo e siamo disponibili ad andare incontro alle attività commerciali, non vogliamo calare una mannaia, ma è importante che ci paghino. Anche per rispetto a chi fa impresa e versa il dovuto.

Ha mai ricevuto minacce?

Certo. La notte prima della proclamazione con una chiamata anonima hanno minacciato di farmi fare la fine di don Peppe Diana e proprio quando abbiamo iniziato a chiudere le attività morose, arrivò in Comune una busta contenenti bossoli, una era destinata al responsabile del procedimento che doveva firmare; non ha più firmato e ha chiesto di andare via fruendo di quota cento. E’ vero che spesso il ripristino delle regole e il consenso elettorale sono in posizioni opposte, ma devo dire che a Bacoli se solo ragionassi guardando a questo consenso, fare la guerra ai grandi evasori lo fa crescere tanto. Questa è una comunità silenziosa, che non si ribella, diversamente per esempio da Pozzuoli, dove se qualcosa va male si riversano in strada. Ma quando vedono il loro Sindaco che ripristina le regole, riporta la legalità, sentono di avere una boccata di ossigeno.

Mi ha raccontato che ripulite la città, fate pagare le tasse, da cui ricavate denaro per erogare i servizi, ma diventare una località turistica richiede anche altro, è un obiettivo complesso…!

Stiamo operando per gradi. Considero indispensabile questo ritorno alla normalità: dico sempre che in una zona dove ci sono siti archeologici, devono passare prima gli spazzini e poi le guide turistiche. E penso che, rispetto a quando ci siamo insediati, a giugno scorso, abbiamo restituito dignità al territorio. Lo step successivo è creare un sistema virtuoso, in cui la bottega del centro storico, la salumeria (ad esempio, quella di mio padre), la gelateria come il fruttivendolo si sentono parte del sistema turistico, per cui aiutare ad aprire un sito, contribuire a diffondere le informazioni ai turisti, far conoscere il meglio di Bacoli, partecipare alle riunioni per programmare la stagione farà parte dei loro impegni, e ne avranno naturalmente un vantaggio economico. Credo molto nel coinvolgimento delle persone ad ogni livello, quindi comitati di quartiere, associazioni di categoria, Federalberghi, con la missione di un lavoro complessivo che innalzi il livello del territorio, anche con proposte di qualità – intesi sia come promozione in senso lato che come eventi specifici.

E’ recente il finanziamento di 800mila euro della Città Metropolitana destinato alla riqualificazione della zona costiera di Miseno.

Sì, stiamo attingendo a finanziamenti pubblici per dare corpo ad una serie di progetti, per esempio i fondi del Parco Archeologico dei Campi Flegrei ci consentiranno, oltre che di effettuare la manutenzione dei siti, anche di realizzare parcheggi a Cuma e a Bacoli centro, di riqualificare il centro urbano con marciapiedi, fioriere, ecc. e sono lavori già messi a bando. Sempre con i fondi del Parco vogliamo ristabilire il collegamento fra Baia e la zona del Fusaro attraverso una galleria dismessa della Cumana da trasformare in percorso ciclo-pedonale. I fondi del piano strategico della Città Metropolitana saranno distribuiti su diversi blocchi: Cuma, con la riqualificazione del campo di calcio, Lago Fusaro, con la riqualificazione dell’intero percorso intorno allo specchio d’acqua, replicando ciò che è stato fatto al lungomare di via Napoli a Pozzuoli. Quindi, i beni che affacciano sul lago, la Casina Vanvitelliana, il parco della Quarantena che comprende 110mila mtq di verde abbandonato con 14 strutture dismesse al suo interno, che vorremmo recuperare per farne B&B, aree campeggio, ristorantini.

Osservando il suo lavoro da lontano, attraverso la sua pagina Facebook, ho tratto l’impressione che ci sia una persona che fa le cose, cioè lei, ma non appare una squadra. E’ davvero così?

In realtà, ho una squadra che lavora molto sotto traccia, per esempio tutta la progettazione di riqualificazione a Miseno è opera dell’assessore all’urbanistica, sono silenziosi ma attivi per mettere in collegamento tutti i finanziamenti – perché non è vero che i soldi non ci sono, spesso i Comuni non sono capaci di andare a prenderseli. Io ho il ruolo del comunicatore che parla con i cittadini raccontando cosa stiamo realizzando.

Mi ha raccontato i vostri progetti, ma vorrei conoscere anche i problemi con cui deve confrontarsi chi amministra Bacoli.

Il problema principale è sicuramente il dissesto, economico-finanziario e strutturale: i dipendenti vanno in pensione, la qualità del personale cala sempre più, alcuni funzionari ce li ha prestati un altro Comune. E a proposito di questo mi preme di dire con chiarezza, anche agli Enti superiori, che è sbagliato consentire questo spopolamento di personale senza permettere un ricambio – essendo in dissesto, infatti, non possiamo assumere. In tal modo, mi ritrovo i vice dei vice che oggi sono diventati capo area, ci mettono enorme buona volontà ma loro stessi riconoscono di avere dei limiti. Quanto alla politica, se un 32enne come me si ritrova a essere sindaco è perché manca la struttura, i partiti, la formazione, gli esempi. E’ necessario dare qualità alla classe dirigente, avere una coscienza politica a partire dai consiglieri comunali, diversamente non potremmo mai ramificarci nella città. Le faccio l’esempio di Alessandro Parisi, oggi consigliere comunale, ha 72 anni e una visione enorme, forse perché è figlio di una cultura politica migliore dell’attuale, quella dei partiti che formavano le classi dirigenti.

Mi dica quali sono per lei le soluzioni concrete.

L’approvazione, che abbiamo avuto, del bilancio riequilibrato da parte del Ministero dell’Interno ci consentirà di ricominciare ad assumere puntando su figure di qualità, almeno nei ruoli strategici, cioè il comandante della polizia municipale e il dirigente dell’Ufficio Tecnico che adesso è in ginocchio, sia dal punto di vista del controllo del territorio che della programmazione, perché dobbiamo essere capaci di attingere a finanziamenti con progetti validi. Tutto questo per riuscire ad invertire il trend, guardando a obiettivi che siano alti rispetto a ciò che si è fatto finora. Ovvio che al momento si deve far leva tanto su associazionismo, volontariato, buona volontà dei dipendenti, sugli assessori che fanno anche i capo area (la progettazione per la riqualificazione, per esempio, la dobbiamo all’assessore all’urbanistica non a un tecnico del Comune). Siamo in una fase complessa e devo dire che la comunità dei bacolesi lo ha compreso e ogni passo in avanti lo celebra come una tappa in più, tuttavia non voglio essere ricordato per aver pulito le strade, ma per essere riuscito a contribuire a rendere Bacoli una stazione turistica, obiettivo da conseguire nel tempo, naturalmente.

Interview_ Riccardo Sepe Visconti Photo_  Riccardo Sepe Visconti, Enzo Buono

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