Interview_ Riccardo Sepe Visconti
Photo_ Riccardo Sepe Visconti, Enzo Buono, Dayana Chiocca
Esistono personaggi pubblici che interpretano il proprio ruolo figurandosi quali grandi innovatori, persone che si ritengono in grado di forgiare la storia… piegarla alle proprie idee. Qualcuno li chiama dittatori, altri sceriffi, altri ancora guide. Poi ci sono i “surfisti”, coloro che la storia non la forgiano, ma l’assecondano, interpretandola. La Storia è l’onda, il loro intuito è la tavola da surf e se ne servono per cavalcare la modernità, attraversando onde gigantesche per vincere la grande sfida, tra la furia degli elementi e la capacità dell’uomo di dominarli, sfruttando a proprio favore le forze endemiche che le energie in campo sprigionano. Queste persone, che vivono il proprio ruolo a mo’ di surfisti, mi piacciono. E mi convincono. Veniamo a noi: a Pozzuoli, all’area Flegrea, al sindaco Vincenzo Figliolia: un uomo figlio di operaio, che ha capito che con la morte dei grandi insediamenti industriali di quell’area (Italsider, Sofer, Pirelli, ecc.), le nuove economie bisognava cercarle altrove. Dove? Costruendosele da sé, un pezzo alla volta, con pazienza, audacia, capacità visionaria, ottimismo, orgoglio, caparbietà, decisione, organizzazione. E quale migliore occasione di quella servita dalla storia contemporanea, complice la globalizzazione, che offre l’opportunità ad un territorio bello e potenzialmente ospitale, dagli immensi spazi (pronti ad essere riconvertiti), di venire trasformato in grande area di accoglienza turistica?
Pozzuoli sta vivendo un momento molto positivo, di grande rinascimento ed appare chiaro che il principale obiettivo del suo progetto sia di affermare la città come meta turistica, dando in tal modo un forte impulso all’economia locale.
Quando mi sono insediato ho trovato una città piuttosto abbandonata a se stessa, siamo partiti con la pulizia, con l’ordine, ho chiesto impegno alla polizia municipale, ma contemporaneamente abbiamo investito molto sul corpo dei vigili urbani, che adesso sono 120 unità, e spero di arrivare a oltre 200 sbloccando il concorso, in modo da dare un servizio efficiente sull’arco delle 24 ore. Ricordo, per esempio, che quando mi sono insediato durante il fine settimana c’erano tante risse, oggi non accade più. All’inizio sono stato molto duro, ho avuto contestazioni per le ZTL, ma sicuramente una parte della città ha apprezzato. Siamo riusciti a portare la raccolta differenziata della spazzatura quasi all’80%, un ottimo risultato per una città di 85mila abitanti che nel fine settimana arrivano a 110-120mila. E’ sotto gli occhi di tutti che Pozzuoli adesso è pulita, ordinata, che c’è un forte impulso al rispetto delle regole e alla tutela dei luoghi. Abbiamo dedicato a questo il primo anno della sindacatura, poi ci siamo rivolti alla valorizzazione del territorio. Che nella sua storia recente è stato un polo industriale internazionale, con Pirelli, che mise qui la sua prima fabbrica del Meridione, e poi Olivetti, Sofer, la stessa Italsider, Selenia, che hanno creato un terreno fertile per l’occupazione, tant’è vero che nello scenario della provincia di Napoli Pozzuoli è sempre stata vista come un posto dove la popolazione viveva meglio. Poi è arrivata la crisi, a partire dalla fine degli anni ’80, che ha portato alla chiusura di queste attività e, di conseguenza, a gravi problemi di disoccupazione. Nel 1983 abbiamo dovuto affrontare anche il dramma del bradisismo e la conseguente evacuazione di migliaia di persone da Rione Terra e dal centro storico. Tenga conto che abbiamo sempre avuto una popolazione di circa 60mila abitanti, oggi sono cresciuti a circa 85/90mila, il che significa che dopo l’evacuazione da Rione Terra e dal centro storico a causa del bradisismo, la città si è allargata, si è ‘allungata’. Venendo all’oggi, sono partito dal completamento del recupero di Rione Terra, migliorando il percorso archeologico, inaugurando la cattedrale, con l’obiettivo di creare una vera cittadella turistica. Poi abbiamo firmato un protocollo d’intesa importante con il Ministero e con il Governatore Vincenzo De Luca per la valorizzazione delle zone bonificate e recuperate all’interesse storico e archeologico di quest’area e degli altri siti archeologici già molto conosciuti (Ndr. Serapeo, anfiteatro Flavio, stadio di Antonino Pio ed altre aree pertinenti al territorio del comune di Pozzuoli). Ci aiuta sicuramente la riforma Franceschini sui beni culturali, che assegna a noi amministratori un peso nelle scelte di gestione del patrimonio che abbiamo. I Comuni dei Campi Flegrei, Bacoli, Monte di Procida, Quarto e Pozzuoli hanno mandato una nota congiunta al governatore De Luca affinché caldeggi la candidatura dei Campi Flegrei stessi a Patrimonio Universale dell’Umanità nella lista dell’Unesco. E’ inutile rimanere chiusi nel nostro territorio, dobbiamo allargare gli orizzonti, perché ci aiuta a salvaguardare e promuovere le unicità che abbiamo. Altro tassello strategico è il miglioramento del porto, siamo fortunati che ci sia.
Che problemi dovete affrontare per il porto?
Siamo più vicini alle isole, la città è più tranquilla, sotto controllo rispetto a Napoli e questo spiega il fatto che si preferisca traghettare da Pozzuoli e, di conseguenza, l’enorme numero di passaggi. Nella prospettiva dell’apertura del tunnel di raccordo fra la Tangenziale e il porto, diventa strategico e non più rinviabile il trasferimento del braccio portuale destinato all’attracco dei traghetti per le isole a ridosso del tunnel stesso, che sarà inaugurato il prossimo anno, perché non possiamo più sopportare i 3 milioni e 200mila passeggeri che attraversano il centro di Pozzuoli per raggiungere l’attuale imbarco per le isole. Al porto era pendente un problema di concessioni, che De Luca ha risolto e attualmente il gestore è Astaldi (Ndr. Grande gruppo italiano specializzato in opere ingegneristiche e infrastrutture) che ha appena annunciato il finanziamento per il completamento della struttura portuale, che sarà di circa 25 milioni di euro. Essendo prevista una grande zona pedonale che si spinge fino al porto, realizzeremo parcheggi di interscambio all’ingresso della città, circa 1300 posti auto all’uscita della tangenziale, lì pensiamo di mettere anche una biglietteria per la stazione marittima, così da liberare il centro storico da traffico inutile. L’obiettivo è che le auto non ci arrivino proprio, soprattutto nelle sere dei fine settimana, ma per raggiungerlo ci vorrà ancora qualche anno di lavoro e sacrifici.
Se si riuscisse a fare in modo che una quota di questo flusso così imponente di turisti trascorra una parte del suo tempo-vacanza anche qui, per conoscere tutto quello che avete da offrire, spendendo naturalmente nei locali ed esercizi commerciali di Pozzuoli, l’intenso transito attraverso il vostro territorio da problema potrebbe trasformarsi in grosso vantaggio.
Certo! Ma c’è bisogno di maturità da parte di tutti, Pozzuoli non può essere più vista solo come luogo di passaggio. Anche perché non lo consentirò. Stiamo facendo investimenti importanti, la nostra è stata una corsa contro il tempo per non perdere i finanziamenti dall’Europa per la rigenerazione urbana – circa 45 milioni di euro – ed oggi spendere i soldi pubblici non è semplice, come non lo è avere finanziamenti, e quindi gli investimenti devono fruttare. È fondamentale però che questa spinta a valorizzare il territorio passi per la regolarizzazione delle vicende portuali: sono stato sindaco già dal 2001 al 2005, poi sono tornato nel 2012 e la mia è una vecchia battaglia su temi che la città sente e, con il lavoro di recupero massiccio del territorio che si è fatto, è nostro dovere provare a intraprendere la strada dell’offerta turistica.
In questa sfida lei ha puntato moltissimo sulle ricchezze culturali del Rione Terra.
Rione Terra è il volano del nostro progetto. Riordinare bene la città in un contesto urbano come il nostro è indispensabile per renderla attraente agli occhi del turista. Quindi, siamo partiti dalla ristrutturazione del centro storico, il Rione Terra appunto, con la sua bellissima cattedrale che invito a visitare, perché fa veramente ‘tremare le vene dei polsi’; integrano l’offerta, quando il progetto sarà completo, 600 posti letto di tipo alberghiero, il percorso archeologico alla scoperta della città sotterranea, di cui la prima parte è già stata aperta e verrà completato il secondo tratto, ancora più spettacolare perché è sul mare. Inoltre, vorremmo impiantare botteghe, negozi dedicati in particolare all’artigianato locale che vogliamo far crescere. E poi i Campi Flegrei sono una terra che ha tutto, dal punto di vista naturalistico e da quello storico-archeologico. Da una parte, il mare, due laghi, l’Averno ed il Lucrino, il monte Nuovo, la Solfatara e le fumarole, un fenomeno unico. Dall’altra la città antica sommersa a Baia e Lucrino, con il porto romano e poi Cuma, che possiamo considerare la culla della civiltà in Italia. Se abbiamo la capacità di essere determinati a mettere insieme queste sinergie per mostrarle al mondo intero, facendo la nostra parte come cittadini, penso che il successo sia garantito. In 7-8 anni, a mio parere, potremmo vedere i risultati. Tenendo conto che ci vuole tempo per convertire al settore turistico un tessuto professionale e umano votato soprattutto alle attività industriali, si deve agire sulla mentalità in primo luogo.
Quale tipo di accordo si potrebbe fare con l’isola d’Ischia, la prima meta turistica dell’area metropolitana di Napoli?
Qualche anno fa abbiamo avuto momenti di confronto e di condivisione con i sindaci dell’isola sul tema dello sbarco dei camion della nettezza urbana, chiedemmo di farli arrivare non oltre le nove del mattino e fu raggiunto un accordo. Da parte mia sono propenso a creare un progetto insieme all’isola, l’ho già detto altre volte. Faccio un esempio: se ad Ischia si vendono soggiorni termali, nell’ambito di questi si potrebbero proporre tour verso il nostro territorio per turismo archeologico e culturale, cosa che peraltro si fa già verso altri ambiti della regione. La nostra ambizione è di riuscire a costruire pacchetti della lunghezza di un fine settimana.
Qui a Pozzuoli, però, la ricettività alberghiera rispetto ad Ischia, dove sono disponibili circa 30mila posti letto, è molto inferiore.
Certo, si sta parlando di un contesto diverso, ad Ischia si è sempre fatto turismo; entro il 2017 comunque cercheremo di inaugurare i primi 100 posti letto in hotel a Rione Terra.
Sarebbe importante costruire progetti per far sì che i turisti che raggiungono Ischia girino per i territori limitrofi, costituendo così una risorsa anche per voi, per esempio dormendo ad Ischia, e poi spostandosi, come già succede con mete come Sorrento.
Questa è la sfida, bisogna però che tutti l’accettino per vedere quali sono le sinergie che si possono mettere in campo.
In questo piano così articolato sulle nuove destinazioni economiche e commerciali di Pozzuoli, c’è spazio anche per la movida notturna?
Sono uno di quelli che negli ultimi anni ha fatto una battaglia su questo tema, anche con scelte impopolari: ho vietato la vendita di alcol dopo una certa ora, l’uso di bottiglie di vetro dopo le 21.00, non è possibile fare musica dopo le 24.00, ovviamente mi riferisco ai bar e non alle discoteche; d’estate il divieto è posticipato alle 2.00 del mattino durante il fine settimana. In generale, sono contrario alla movida “selvaggia”, punto piuttosto ad una movida sana, che selezioni la clientela e quindi valorizzi i locali, gli esercizi pubblici, tutelando anche i residenti.
Come affronta la campagna elettorale? Spera in una riconferma?
Questo non è un territorio semplice: sono stato eletto sindaco già nel 2001, a 39 anni, adesso ne ho 54 e sono alla fine del primo mandato di questa seconda tornata come primo cittadino, un po’ d’esperienza ce l’ho, credo fino ad ora di aver compiuto un buon lavoro, ci ho messo passione, impegno fino a tarda sera, e penso che i risultati siano evidenti. Affronto la campagna elettorale sereno di aver fatto tanto per la città di Pozzuoli, di essere riuscito a spendere al meglio 45 milioni di euro che altri stavano sprecando, di essere un riferimento sia per i cittadini che per gli imprenditori, sapendo, però, che sono anche pronto a prendere decisioni impopolari, perché l’interesse generale della città viene prima di quello dei singoli.
Per un’Amministrazione è molto importante un rapporto efficiente ed efficace con la Regione e mi sembra di capire che il suo con il governatore De Luca sia ottimo. Quanto è importante la collaborazione della Regione in un piano di rilancio come quello che state realizzando qui?
Fondamentale. Da quando è arrivato De Luca abbiamo fatto passi da gigante.
Come si fa ad avere un buon rapporto con il presidente della Regione?
Guardi, io qualche errore nei confronti di De Luca l’ho commesso in passato, ma il Governatore con me è stato sempre affettuoso e sincero, mi ha sostenuto anche nei momenti di difficoltà che ho vissuto. Fra l’altro ha chiuso la mia campagna elettorale nel 2012 e sono molto legato a De Luca come sindaco che vuole rappresentare i suoi 85mila concittadini e un territorio per i quali egli ha fatto molto, e io cercherò di ripagarlo per l’attenzione che ha dato alla mia città.
Mi sembra di capire che un’altra persona alla quale questa Città deve qualcosa è il ministro Franceschini, è così?
Sono contento che lei mi ponga questa domanda. Pozzuoli, per la prima volta, ha un ruolo importante nella gestione dei siti archeologici presenti sul suo territorio, e questo grazie a una serie di circostanze. Prima di tutto perché è arrivato un sovrintendente per l’area metropolitana di grande spessore, e si è presa piena consapevolezza che i tempi sono cambiati, che il ministero non ha più quella disponibilità di un tempo per far fronte all’apertura dei siti, ma soprattutto che i siti devono avere un ruolo nello sviluppo di un territorio. Finora non sono mai stato chiamato come sindaco della città a partecipare ai tavoli istituzionali per la valorizzazione di Cuma, del percorso archeologico, del tempio di Serapide, dell’anfiteatro. La riforma del ministro Franceschini, il protocollo che ha firmato con il sottoscritto insieme a De Luca, l’input che ha dato alla Soprintendenza, fanno sì che oggi per la prima volta abbiamo deciso insieme alla soprintendente Adele Campanelli il progetto esecutivo con un bando da 5 milioni di euro per il recupero dell’anfiteatro. In molti mi chiedono: “Ma perché il terzo anfiteatro d’Italia non diventa come l’arena di Verona”? In effetti, può essere un’attrattiva importante. È la prima volta che attraverso il ministro Franceschini ed insieme alla dottoressa Campanelli abbiamo ricevuto la gestione di un sito archeologico, che è il percorso di Rione Terra, è la prima volta che siedo con la Soprintendenza e il Ministero per decidere le sorti di Cuma, ed è la prima volta che ci riuniamo noi sindaci di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto per parlare di intese istituzionali, per concordare il modo di tenere aperti come ambito flegreo i siti archeologici, e per me questa è una sfida importante.
C’è stato un momento in cui lei ha fatto una grossa apertura verso il settore delle navi da crociera, ma mi è parso di capire che ultimamente non è più così propenso, cos’è successo?
Le navi da crociera molto grandi non possono ormeggiare nel nostro porto. L’invaso centrale, compreso il molo Caligoliano, dopo il trasferimento del braccio commerciale dovrebbe diventare un porto turistico, che potrà ospitare barche da diporto di grossa stazza ed anche navi da crociera da 80/100/1000 posti, come ci è già capitato di fare. C’è da dire che ci sono alcune contraddizioni legate allo sviluppo del porto. Oggi una parte degli spazi a terra del porto servono a gestire il transito di 3 milioni di persone dirette alle isole, ed un’altra è utilizzata come parcheggio, devo farlo, perché un parcheggio agevole favorisce le attività commerciali che stanno sorgendo nei dintorni. In prospettiva, vorremmo che una parte del molo Caligoliano possa ospitare navi da 1000 a 1500 posti.
In definitiva lei vorrebbe comunque diminuire il transito, preferirebbe cioè che i viaggiatori partissero da Napoli o che continuino a partire da Pozzuoli ma a condizioni diverse?
Guardi, io non mi nascondo mai dietro al dito, sono diretto, e dico che di certo Pozzuoli non può più solo ospitare traghetti e aliscafi. Quando la Medmar dice di voler aumentare le corse per Ischia da Pozzuoli (hanno richiesto alla Capitaneria di Porto l’istituzione di ulteriori 4 corse), che tradotto in passeggeri significa 2 milioni 200mila persone da maggio a settembre, capisco che per loro sono un risultato dal punto di vista del fatturato, ma è evidente che dovrò oppormi, e non perché sia pregiudizialmente contro Ischia, ma perché prima dobbiamo completare i lavori di rifacimento del porto. Non vorrei essere costretto a chiudere il porto per qualche giorno o chiudere il centro storico, perché è vero che devo assicurare la continuità territoriale, ma se creo una grande zona a traffico limitato e metto gli orari per potersi imbarcare (proibendo il passaggio e quindi di fatto l’imbarco fra le 9 e le 13 e fra le 16 e le 21, praticamente gli orari di apertura dei negozi, divento santo a Pozzuoli!) potrei creare qualche problema… Io non voglio creare problemi a nessuno, tuttavia voglio rispetto perché devo fare gli interessi del mio Comune. Vorrei porre una domanda agli amici di Ischia, che siano cittadini, imprenditori, albergatori o amministratori: ma è giusto che una città come Pozzuoli subisca, al di là del traffico, diciamo diretto alle isole, quello costituito dai compattatori dei rifiuti? E’ corretto che arrivino a Pozzuoli in qualsiasi orario? Ed è una lotta continua con i vigili urbani, fra verbali e lamentele, perché da parte loro c’è un atteggiamento noncurante, ed oggi non è più possibile. Oggi il porto è fatto di attività, di esercizi commerciali partiti con fatica e grandi sacrifici, ma perché ci dev’essere questa mancanza di attenzione per un territorio che comunque si assume delle responsabilità?