Thursday, November 21, 2024

IL SOLE IN UN BICCHIERE n.03/2005

Wine

Photo: Enzo Rando
Text: Nicola Costa

In una tiepida giornata di primavera Ischiacity visita i nuovi vitigni della storica casa vinicola D´Ambra. Accompagnati da una guida d´eccezione, Nicola Costa, osserviamo la piantumazione dei tralci di vite che riporteranno all´antico splendore il terreno fertile che appartenne alla nobile famiglia Piromallo. Grazie alla determinazione di Andrea D´Ambra presto questa terra baciata dal sole tornerà a vivere…

La posizione geografica e il microclima di Ischia ne fanno da millenni uno dei luoghi eletti della vite e del vino. Negli ultimi cento anni ha dominato la storia del rapporto tra quest´isola e la viticoltura la saga di una grande famiglia: i D´Ambra. La loro passione per la terra e per la vigna è iniziata con il patriarca, Francesco D´Ambra, detto Ciccio che nacque a cavallo della fondazione del regno d´Italia da una famiglia di viticoltori e contadini ischitani. Fin da giovane intuì l´interesse ecomomico che poteva avere il commercio del vino. Iniziò aprendo tre spacci a Napoli, intanto il vino locale piaceva sempre di più e don Ciccio pensò di fondare una grande azienda a Ischia. Acquistò al porto villa Caravini, da dove partì, con geniale e insolita lungimiranza, la lunga strada che porterà il vino D´Ambra ad essere conosciuto in Italia e all´estero. Il viaggio del vino iniziava nei porti di Napoli, Genova e Trieste proseguendoper la Francia e la Germania. Gli affari prosperavano e don Ciccio consolidò la sua posizionenel mercato del vino. La famiglia divenne numerosa: naquero Agostino, Mario, Michele, Salvatore, Flora, Maddalena, Jolanda, Mafalda e Clara. L´entusiasmo e l´amore di don Ciccio per la sua terra si trasmise ai figli maschi, ormai già pronti a raccogliere questa affascinante eredità. Subito dopo la guerra l´economia dell´isola si modifica: inizia un turismo di qualità e il prodotto vino dovette migliorare, stabilizzandosi per affrontare le nuove esigenze dei consumatori. La qualità subentrò alla quantità. I turisti portarono lontano da Ischia l´entusiasmo e l´interesse per il Biancolella, il Forastera, il Per ´e palummo. Era il periodo d´oro del vino meridionale a livello nazionale, andavano svegliandosi tutte le piccole isole che cominciarono a produrre e imbottigliare vini di grande tipicità. A Ischia i figli di don Ciccio sentirono il bisogno di adeguare l´impresa a questi cambiamenti costruendo un moderno stabilimento enologico, nella nuova sede di Panza e potenziando le catene di vinificazione e imbottigliamento. Il figlio Mario divenne proprietario unico e riuscì a portare il marchio D´Ambra nel gotha dei vinificatori. Malgrado l´amore e la fatica gli esiti mediocri lo porteranno ad affrontare un breve periodo buio. L´azienda ha potuto risorgere, alla morte di Mario, in mano ai nipoti Riccardo, Corrado e Andrea. Siamo al presente: con un´amministrazione più oculata e una maggiore selezione delle vigne, si è dato vita a una serie di nuovi prodotti che rappresentano, conservando i nomi tradizionali, l´evoluzione del gusto. I vecchi mercati vengono tralasciati e l´attenzione è andata focalizzandosi sempre più su una produzione meno massificata ma di grande qualità. Infine nel 2000 il più giovane dei nipoti di Mario, Andrea, rileva e gestisce da solo tutta l´azienda. La saga iniziata da nonno Francesco nel 1888 continua grazie all´amore e al lavoro dei D´Ambra per questa terra che esponendo i suoi vigneti al sole, produce preziosi gioielli che allietano il cuore. Alzo al sole pomeridiano in silenzio un bicchiere di Kyme e mi rispecchio in un giallo paglierino con lievi riflessi d´oro. Il vino si presenta all´olfatto con grande eleganza e con la certezza che invecchierà bene nel tempo, liberando profumi e note sempre più particolari. Questo vino non è mai timoroso di mostrarsi agli occhi anche della clientela più esigente. Come tutti i grandi vini si decide di imbottigliarlo solo nelle annate migliori. L´Euposia, vale a dire “buon bere” è stato prodotto con una attenzione e un amore che porta il forastera che lo compone a una nobiltà mai raggiunta prima. Infatti da cento chilogrammi di uva si ricavano solo cinquanta litri diprodotto. Vino dai riflessi dorati, dal profumo di frutta e dal sapore secco, persistente, con sentore di mandorla. Non vi parlerò di abbinamenti, preferisco fidarmi del vostro palato. Magnifico aperitivo, bevetelo a pranzo, quando ancora il palato non è carico di residui di altri sapori. Infine ecco un grande rosso, il Mario D´Ambra, che raccoglie tutto il mio entusiasmo e la mia sorpresa. Mai mi sarei aspettato questo color rubino, questa persistente nota di vaniglia e una pienezza da grande vino. Da provare, seguendo la nuova cultura di moda oggi, in un grande balon da degustazione, prima di cena, per poi proseguire con lo stesso accompagnando una grigliata di carne o un arrosto di selvaggina. Avrei voluto scrivere di più sui vini D´Ambra e sulla dedizione di questa famiglia alla terra che circondata da parracine di tufo verde sprofonda nel blu del suo mare. Se vivesse ancora don Ciccio sono sicuro che il suo messaggio sarebbe questo: Non bevete tanto, bevete bene.

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