Friday, November 22, 2024

ISCHIA GLOBAL FILM & MUSIC FEST 2016: IL GRANDE SPETTACOLO DEL CINEMA E DELLA MUSICA

 

 

Text_ Gianluca Castagna  Photo_ Dayana Chiocca  Daniel Conte

 

 

 

Alla darsena de L’Albergo della Regina Isabella, a Lacco Ameno, lo sguardo corre dal maxischermo sul mare all’Epomeo imponente, come un’immagine in Cinemascope che registra il legame innato tra il cinema e l’Isola Verde. Luoghi (ri)scoperti, vissuti e amati da uomini speciali come Angelo Rizzoli, che ne fece punto d’incontro di eccezionale splendore e ospitalità. Luoghi destinati a diventare mete preferite delle celebrità internazionali e a gareggiare, quanto a fascino, con l’isola di Capri. Un’eredità raccolta oggi dalla famiglia Carriero che, grazie all’intuizione del padre Leonardo, ha creduto sin dall’inizio nella straordinaria avventura di Ischia Global Fest e nella sfida lanciata dal suo ideatore Pascal Vicedomini. Riportare l’isola d’Ischia tra le capitali mondiali del cinema e dello star system; favorire la creatività e la bellezza, terreno fertile per la nascita di nuovi progetti, d’arte e vita, in grado di vincere le sfide del nostro tempo; giocare il brand “Ischia” come carta vincente e convincente per ridare smalto e visionarietà a un patrimonio di immagini sempre più lontane dai sogni della gente. Strada impervia (il cinema è in crisi, il turismo pure), ma obbligata. In questi 13 anni di lavoro intenso e impegno convinto, si è creata una vera e propria rete di stima ed amicizia che collega il festival, l’isola d’Ischia e l’Italia al mondo dello spettacolo internazionale. Un rapporto sempre più solido, una promozione significativa della Campania e dell’intero Mezzogiorno, un contributo prezioso per invertire la rotta e augurarsi un’importante stagione di ripresa italiana. Quanto ai temi dell’edizione 2016, com’è auspicabile in tutti i festival degni dell’etimologia del termine, l’ha vinta l’eclettismo. E non è possibile scindere exploit o delusioni, fanfare e martirio, in base ad alcun filo rosso formale o di contenuto, se una delle sezioni più attese – le anteprime – ha allineato ai nastri di partenza l’umanità disfunzionale di Todd Solondtz in “Wiener dog”, la ‘tartaruga’ (più che l’urlo) di Alexander Skarsgard ne “La leggenda di Tarzan” e i neo-cacciatori di spettri in versione femminile di “Ghostbusters”, remake di una geniale contaminazione, tra paura e ironia, che diventò un classico della commedia americana anni ’80. La variegata lobby dei cinefili, anche quella più decisa nell’alzare la posta dello specialismo punitivo, ha avuto pane per i suoi denti con l’omaggio (più che retrospettiva) al canadese David Cronenberg, autore di un cinema visionario e provocatorio, responsabile di tanti salutari scossoni ai danni dei blasonati ammessi alla liturgia. A Ischia Global uno dei suoi interpreti più bravi: Jeremy Irons, che insieme a Tim Robbins, Danny Glover, Danny DeVito, il nuovo “Ben Hur” Jack Huston, Bruce Beresford, Barry Morrow e Madalina Ghenea, ha dato corpo alla pattuglia internazionale. Ma gli italiani non stavano a guardare: tra gli ospiti, il trionfatore della stagione Paolo Genovese con la commedia “Perfetti sconosciuti”, filmmaker alla carica come Matteo Rovere insieme al suo bello e sfortunato “Veloce come il vento”; il vincitore di Berlino Gianfranco Rosi, che ha portato sul grande schermo dell’Albergo della Regina Isabella un’opera intensa e dolorosa come “Fuocoammare” (sulla tragedia dei migranti), e soprattutto Gabriele Mainetti con “Lo chiamavano Jeeg Robot”, coraggioso cinecomic di borgata che ha svettato sulla passata stagione cinematografica tricolore fatta di santi, santini e madonne.  Nelle notti di Ischia Global Fest – come sanno i viveur più accaniti e i presenzialisti più irriducibili – si consumano di solito gli appuntamenti maggiormente attesi dal popolo festivaliero. Dopo le consuete proiezioni e gli incontri con i grandi protagonisti dello spettacolo italiano e internazionale, la kermesse trasloca in magnifiche location per le feste più cool dell’estate. Happening e party animano luoghi incantevoli, privilegiando le spiagge degli alberghi, le ville, i giardini quasi tropicali. Qui tutto il mondo patinato dello star system si ritrova, tra cocktail e gossip, in bella compagnia. E’ facile incontrare le stelle di Hollywood mentre camminano a pieni nudi sulla battigia, o si lasciano convincere a tuffarsi in piscina per un bagno notturno, e i grandi della musica improvvisano indimenticabili jam session. In questa edizione di Ischia Global, Dionne Warwick con il canzoniere elegante di Burt Bacharach, un sodalizio il loro che ha segnato il Novecento pop della musica; e Zucchero “Sugar” Fornaciari tornato per il premio umanitario vinto con la canzone, “Street of surrender”, composta a quattro mani con Bono Vox degli U2. Per non parlare degli Heffron Drive di Kendall Schmidt, bombe a orologeria che innescano il delirio dei teen agers. E se qualcuno ha provato a fare la faccia feroce, ricordiamoci che i proclami integralisti non sopravvivono alla durata di un videoclip.