E’ L’APPELLO CHE DOMENICO BARRA, COMMISSARIO DELL’AZIENDA DI CURA, SOGGIORNO E TURISMO HA RIVOLTO AI COMUNI ISOLANI, PROPONENDO IL “PIANO STRATEGICO TERRITORIALE PER LO SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO DELL’ISOLA D’ISCHIA”: PERCHE’ REALIZZARE UN TAVOLO DI CONCERTAZIONE E’ L’UNICO MEZZO PER RIUSCIRE AD ACCEDERE A IMPORTANTI FINANZIAMENTI EUROPEI.
Formula anticrisi o soluzione obbligata? Prove tecniche di Comune Unico o accorta tattica per prendere l’ultimo treno dei finanziamenti europei? Si chiama “Piano strategico territoriale per lo sviluppo socio-economico dell’isola d’Ischia” la piattaforma sulla quale Domenico Barra, commissario dell’Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo delle isole di Ischia e Procida, ha invitato i sei sindaci.
Per pensare, tutti insieme e auspicabilmente senza le divisioni di sempre, all’isola che verrà. Non solo filosofia, però: l’obiettivo più immediato, e già dichiarato, resta quello di approntare linee d’azione condivise e unitarie, seguendo le indicazioni della Commissione Europea in tema di politica di coesione 2014-2020 e di sviluppo locale, e mirare con efficacia ai fondi del nuovo POR 2014-2020. «Per una valida interlocuzione con Unione Europea e Regione – ha spiegato Barra – è necessario un approccio strategico integrato sul territorio, infatti gli strumenti a disposizione sono capaci di dare risultati tangibili solo se inquadrati in una politica integrata e multisettoriale di crescita. E non a caso l’orientamento regionale consiste nell’evitare una miriade di proposte che conducono inevitabilmente alla distribuzione di finanziamenti pubblici a pioggia».
I sei Comuni dell’isola d’Ischia, capeggiati da Forio, non si sono fatti pregare: hanno firmato il protocollo d’intesa, concordando appieno sullo spirito dell’iniziativa, e hanno sottolineato come «l’allarmante perdurare della crisi economica renda necessario ed urgente intraprendere iniziative sul posto dirette alla tutela del benessere della nostra comunità, a contrastare l’attuale recessione e a favorire un’ulteriore espansione sostenibile, la competitività e la crescita socio economica dell’intero territorio isolano». E tra gli scopi prioritari, compare quello di evitare la «frammentazione delle iniziative, avviate da molteplici soggetti senza
una pianificazione comune e in assenza di obiettivi e concertati». Non di rado, in effetti, gli slanci di un’amministrazione o di un sindaco sono parsi tutt’altro che nati in accordo con il territorio, producendo l’effetto deleterio di un’isola dalle mille anime (almeno sei, naturalmente). Sforzi decuplicati per risultati minimi. Zero coordinamento. Anzi, come
ha sottolineato il Commissario «molte iniziative si sovrappongono, a volte si contrastano, con il negativo effetto di disperdere utili risorse finanziarie e provocare una notevole riduzione del livello di efficacia degli interventi programmati». Di qui, dunque, l’iniziativa – ai nastri di partenza – dell’Azienda di Cura e Soggiorno: proficui i primi incontri, il tempo dirà se la strada intrapresa è quella giusta. Tutti gli attori hanno accettato «di riconoscersi nell’obiettivo di dotare l’intero territorio dell’isola di un Piano strategico che sia strumento di miglioramento accettato da tutti: enti pubblici, soggetti privati e della società civile, parti sociali e associazioni di categoria».
L’isola come soggetto unitario, in attesa di comprendere se e come possa riprendere l’iter per la creazione del Comune Unico. Quanto al Piano, la programmazione toccherebbe aspetti cruciali per la sua stessa esistenza: dalla depurazione
a un progetto di utilizzazione degli arenili, dal ripascimento delle spiagge alla mitigazione del rischio idrogeologico, dalla rigenerazione urbana alla diffusione delle energie rinnovabili. Passando per l’implementazione delle filiere termali e del turismo del benessere. Non ci sarebbe tempo da perdere.
text_Pasquale Raicaldo