Thursday, November 21, 2024

Text_ Emma Santo  Photo_ Gennaro Filisdeo

IL TALENTO E L’AMORE PER LA MUSICA LI HA EREDITATI DAL PADRE MAURIZIO, MA IL SUO PERCORSO ARTISTICO È TUTT’ALTRA STORIA. GENNARO FILISDEO AKA “BLACKCHILD ITA” RACCONTA COM’È NATA LA SUA PASSIONE PER LA SCENA UNDERGROUND, CHE LO STA PORTANDO AD ESIBIRSI IN GIRO PER L’EUROPA.

A ventitré anni, sapere cosa vuoi essere e dove sei diretto non è una cosa da tutti. Gennaro Filisdeo lo capisce che è ancora bambino, quando inizia a muovere i primi passi nello studio di registrazione del padre Maurizio, una delle voci più amate dal pubblico ischitano e partenopeo.

La musica che gli si insinua sottopelle appartiene a un mondo distante da quello dei compagni di gioco: soul, R’n’B, pop, blues, jazz. I suoi supereroi preferiti sono le icone della black culture, da Stevie Wonder a Marvin Gaye a Michael Jackson, passando naturalmente per Pino Daniele, il nero a metà di casa nostra. Ecco spiegata l’origine dell’aka “Blackchild ITA”, un nome d’arte creato anche per distinguersi dal Filisdeo senior. “Mio padre appartiene alla scena mainstream (il suo vasto repertorio va dalla canzone napoletana, ai classici della musica italiana fino alle hit del momento, ndr) lontanissima dal mio genere – spiega Gennaro. Sarebbe stato difficile presentarmi con lo stesso cognome in un circuito musicale totalmente diverso. Se da un lato mi aiutava, dall’altro mi penalizzava. I primi tempi, mentre ero in procinto di firmare con una famosa etichetta discografica napoletana, la Dirtycub Music, stavano per rifiutarmi proprio perché ero il figlio di”.

Il genere a cui si riferisce è quello underground, nato come ricerca sonora fuori dai parametri commerciali tradizionali, che non si piega alle logiche di mercato e non cerca di intercettare i gusti della massa. Una passione che sboccia intorno ai 13 anni, con la scoperta dei Disclosure, band britannica che ha fatto la storia dell’elettronica, portando l’house garage made in UK in tutte le classifiche del mondo. A 18 anni, iniziano le serate all’Ecstasy, poi sarà la volta dell’Alchemie Friends Club, fino alla consacrazione come dj resident al Valentino.

Nel frattempo, Gennaro produce la sua musica, il nome Blackchild ITA comincia a girare, artisti di fama internazionale scoprono, apprezzano, suonano le sue tracce. Tra questi, c’è Marco Carola, uno dei dj più richiesti al mondo, definito l’ambasciatore globale della techno; ci sono i Martinez Brothers, i due fratelli del Bronx che, come Gennaro, hanno ereditato l’amore per la musica dal padre (un resident dello storico club newyorkese Paradise Garage) arrivando in giovane età al meritato successo. L’artista ischitano sta per firmare proprio con la loro label, Cuttin Headz. E ancora, Kenny Dope, Fisher, Todd Terry, Neverdogs, le collaborazioni con Antonio Pica che ha remixato le sue tracce, e con Roberto Surace, “che oltre ad essere uno dei miei migliori amici è anche un ottimo producer. Insieme abbiamo scalato le classifiche tech house”.

Nomi e stili che hanno cambiato la musica da club e hanno segnato una svolta per la carriera del giovane dj e producer isolano, che ben presto viene contattato da un’agenzia di booking, prendendo così il volo per le principali capitali europee. Londra e Ibiza sono le tappe principali, poi Svizzera, Francoforte, Monaco, Bucarest, Madrid, Slovenia, e chiaramente l’Italia con Napoli in testa, Modena, Bologna, Reggio Emilia, Como. Per assistere alle sue performance ad Ischia, bisognerà aspettare l’estate e l’immancabile party al Valentino. “Qui è difficile lavorare con il genere che propongo, si può fare un evento una volta ogni due/tre mesi. Se voglio suonare tutte le settimane devo necessariamente spostarmi nelle città dove la musica underground funziona di più di quella commerciale o perlomeno vanno di pari passo. Tuttavia, non sono uno che si fossilizza solo sul suo set, sono aperto ai compromessi, adeguandomi al tipo di pubblico che ho di fronte, ma sempre restando fedele al mio stile”.

Tra le esibizioni nel nostro Paese e all’estero e le giornate passate in studio, nei periodi in cui è a casa, a registrare tracce, perfezionare, personalizzare, Gennaro riesce a vivere di musica e a portare avanti quel sogno che ha preso forma da bambino, tra i dischi della collezione del papà che negli anni ‘90 fece esplodere la “Filisdeomania”. Se pensano di esibirsi insieme? “Lo abbiamo fatto in passato, quando ero ancora alla ricerca della mia identità musicale – chiosa il giovane Filisdeo. Però ho sempre desiderato fare un evento all’aperto, in una location dell’isola, dove creare diverse aree in cui far convivere, nella stessa serata, il mio sound con quello di mio padre”.

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