19/2008
Text: Emma Santo
30, 40, 50, 70. A dare i numeri da gennaio sono i negozi e chi non aspettava altro che i saldi per poter scucire soldi, un gioco di parole scontato, d’accordo, ma di questi tempi cosa non lo è?
In passato bisognava aspettare la fine dell’Epifania, per potersi mettere a dieta e correre alla ricerca di quel tanto amato capo, il cui prezzo ‘ipercalorico’ faceva venire il colesterolo persino alle buste paga. In tempi come i nostri, in cui si punta al ribasso per sollevare il morale da un aumento preoccupante del costo della vita, il periodo tanto atteso, soprattutto dalle donne e dagli uomini che amano ricevere regali, gioca d’anticipo. Apre le danze delle spese pazze Napoli, che sfrutta il motto di Capodanno “fuori il vecchio dentro il nuovo” e lo applica agli armadi dei suoi cittadini il giorno dopo – il 2 – quando finalmente ci si sente in diritto di smettere di arrovellarsi sulla questione del ‘cosa regalare agli altri’ e ci si dedica al sano egoismo di ‘cosa mi compro oggi’. Alte sin da subito le cifre tonde degli sconti, per sopperire ad un Natale fatto di spiccioli e di rimandi, e nei negozi si grida già al ‘tutto esaurito’, commesse incluse. “Ma davvero ci si azzuffa per una borsa o un paio di scarpe?”, domando ad una di loro, dopo essere uscita illesa da una rissa per ritrovarmi in mano solo uno stivale destro, mentre la donna che mi ha strappato via il suo ‘compagno’ sinistro è lì che l’accarezza come fosse un figlio.
Eh sì, per quanto cerchiamo di chiamarcene fuori, la febbre dei saldi scoppia come un’epidemia e prima o poi chiunque si ritrovi fuori ad un negozio affollato di persone che scavano, scrutano, scartano, s’illuminano davanti ad un manichino, passano giornate intere in un camerino, dimenticando per un attimo lungo ore i problemi di una vita, chiunque, sebbene si dica allergico alla mischia, finisce per dire ‘giusto un’occhiatina’. Un’ ‘occhiatina’ dalle mille e una busta, che ti è quasi costata la pensione che non avrai mai, motivo in più per riderci su, anche quando torni a casa e ti rendi conto che non sai proprio quando la indosserai questa minigonna che avevi scambiato per una fascia per capelli. Perché uno dei rischi che si corre spesso è che questa smania di compere che ci invade nonostante i buoni propositi di non farci coinvolgere, ci spinge il più delle volte a spendere per cose che in condizioni mentali ‘normali’ non compreremmo mai. Certo capita anche agli uomini di esagerare con le spese, che chissà perché ci sembrano quasi sempre insensate, solo che loro non arriverebbero mai a pestare piedi per accaparrarsi un foulard. E non sono luoghi comuni, io per prima ci sono passata, sopra ogni singola persona mi sbarrasse la strada da una maglioncino all’ultimo grido, il mio.
Per sopravvivere nella giungla degli sconti è necessario appuntare qualche piccolo suggerimento, primo fra tutti che il motto “meglio cambiare” il più delle volte vale per uno spot pubblicitario ma non per un acquisto fatto in saldo. Perciò se si tratta di un capo d’abbigliamento è preferibile provarlo prima, oppure, qualora oppongano resistenza, fare una lista preventiva di persone che hanno la tua stessa taglia, nel caso tu non sia nata con la camicia per cui non c’è proprio verso che possa andartene bene una.
Altro consiglio, per colei che non ha mai voluto saperne della moda ma poi ci resta male quando l’amica aggiornata le rivela che il jeans che sfoggia con tanto di lacrimuccia vincente era un modello di punta dieci anni fa, è quello di portarsela dietro, l’amica, prima di vedersi rifilare una finta occasione come un vero affare.
Aggiungete, infine, un pizzico d’intuito, un confronto oculato tra ‘pezzi’ di ieri e ‘prezzi’ di oggi e non vi lasciate fuorviare, il Diavolo non veste solo Prada.