32/2012
In barba al buon vecchio Orazio ed alla sua celebre massima “In medio stat virtus”, possiamo affermare senza pensarci due volte che, quando si parla di sesso facendo riferimento alla terribile età di mezzo – i 30 anni – di virtuoso c’è davvero ben poco. Sarà che da una parte cominciamo a sentire sempre più forte il fastidioso ticchettio dell’orologio biologico, mentre dall’altra siamo ancora bloccate nella nostra fanciullesca precarietà, che ci porta ad effettuare l’estenuante ricerca del Principe Azzurro, affidandoci rigorosamente alla legge dei grandi numeri: più rospi ‘baciamo’, più possibilità abbiamo che, prima o poi, uno di questi si trasformi. Cresciute a pane e fiabe Disney, il primo bacio e il primo, platonico amore verso i 16 anni (non come adesso, che a quell’età si sforna il primo pargoletto), noi, la generazione degli anni ’80, che guardavamo tutti i pomeriggi ‘Kiss me Licia’, avevamo fissi gli 883 nel walkman, e credevamo che l’iniziale del nome del compagno della nostra vita sarebbe stata decretata dalla linguetta di una lattina di Coca Cola, possiamo essere inquadrate in tre categorie differenti, a seconda dei modi di intendere e praticare l’eros: le sposate, le fidanzate e le single. Nonostante un recente studio dell’Università di Liverpool secondo il quale il massimo della felicità, compreso l’appagamento in campo sessuale, duri dai 28 ai 30 anni, le ragazze che hanno coronato il loro sogno di principesse indossando il lungo abito bianco e si ritrovano a quest’età con un marito, un paio di frugoletti da tirar su e una casa da tenere in piedi, non rispecchiano esattamente il prototipo di soddisfazione dei sensi. Di solito i novelli genitori riescono a ritagliarsi una mezz’oretta il sabato sera per coccolarsi, finendo addormentati dopo i primi 3 minuti, salvo essere risvegliati dai piccoli sbraitanti che richiedono attenzioni, posticipando tutto alla domenica mattina. La pratica più in voga tra le mamme trentenni è quella del sesso super-flash-turbo-lampo, la classica sveltina: posizione standard e risultato dubbio – o ti piace, o te lo fai piacere – spesso esclusivamente per tenere fede ai propri doveri coniugali, nella speranza che i figli crescano prima possibile e lascino il campo libero per dare sfogo ai propri istinti, finché ci sono… Le fidanzate, invece, se la passano decisamente meglio, almeno per un mesetto all’anno. Le trentenni che sono accasate oramai da qualche stagione, sono laureate e riescono a trovare un lavoro, vi si dedicano anima e corpo per cercare di risparmiare e accumulare ore di straordinario, in modo da comprare casa, corredo, mobilio e suppellettili. Il sesso, per questa tipologia di ragazze, è soprattutto un escamotage per consolidare il rapporto e non farsi scappare il partner, una sorta di investimento. Proprio per questo motivo si finisce per assecondare quasi tutte le perverse fantasie del fidanzato: nuove posizioni, la visione – sconcertante – di video porno, giochetti erotici e persino la Champions League il mercoledì sera. Il tutto nell’attesa di una vacanza, a Parigi o Vienna, per vivere quei momenti che fanno sopportare tutto il resto, nella speranza che la vita da sposati sia esattamente così: passeggiate lungo la riva di un fiume, cene a lume di candela, petali di rosa sul letto e fare l’amore romanticamente… Chi vive la vera passionalità, invece, e si gode – in tutti i sensi – i propri trent’anni, sono le single. A meno che non si rientri nella sottocategoria di cozza/antipatica/zitella, alla ricerca disperata di un uomo, possibilmente ubriaco o sordo-cieco-muto dal rigonfio portafogli, da cogliere – è proprio il caso di dirlo – in fallo, per “incastrarlo” a tradimento e farsi passare gli alimenti fino alla maggiore età del frutto del peccato, il sesso da trentenne è quanto di meglio si possa desiderare. Ragazze nel pieno della gioventù, economicamente indipendenti, sufficientemente mature da conoscersi ed esperte intenditrici dei gusti degli uomini, sanno prendersi in giro e ridere di se stesse, esaltando i piccoli difetti, riuscendo a renderli addirittura sexy. Un filo di pancetta o un po’ di rotondità in più sul sedere non riescono a guastare la performance, snella, fresca, mai impostata, non necessariamente con un uomo fisso, anzi… L’atto sessuale viene consumato comodamente nella propria abitazione o a casa del partner, giacché non ci sono coprifuoco e orari di rientro da rispettare, non ci si imbarazza a mostrarsi senza trucco, ad estrarre lo spazzolino dalla borsa, a chiedere da mangiare subito dopo l’atto vero e proprio e poi, placidamente, addormentarsi. A letto si ride e si scherza, come buoni amici che condividono qualcosa di molto intimo, ci si accoppia, tempi giusti, pose azzeccate, risultato ottimale e poi si ricomincia a parlare e punzecchiarsi. Nessuna complicazione sentimentale, nessun obbligo e nessun dovere, tranne quello di stare bene ed approfittare di un sano rapporto col proprio “trombamico”. E se si ha bisogno di coccole e affetto? Direi che, a trent’anni, è giunta l’ora di prendersi un cagnolino!