Sunday, November 24, 2024

20/2008

Text: Emma Santo

 

“Ogni volta che qualcuno giura che le fate non esistono, da qualche parte ne muore una”, diceva Peter Pan. Certo, per crederci, bisogna conservare l’immaginazione incontaminata di quando si era bambini, o più semplicemente imbattersi in una di loro. No, non sono impazzita, è solo che… ho incontrato una fata. E come me, Agnese, Angelo, Sara, Mario, Chiara e tutti coloro che non hanno avuto bisogno di aggirarsi nei boschi per far sì che queste creature misteriose e leggendarie si svelassero ai loro occhi. E’ bastato acquistarle o riceverle in regalo, insieme alle istruzioni su come battezzarle, sotto la supervisione della luna piena. Tre gocce del tuo profumo, una candela accesa, il nome che hai scelto per lei, che abbia come iniziale la tua iniziale e che ricordi un elemento della natura, un fiore ad esempio, un’erba, un frutto, una pietra o anche un pianeta. Infine un desiderio da affidarle, incoraggiate dal sorriso malizioso dell’astro immacolato. Una volta stretto questo ‘patto di amicizia’ la fata potrà essere soltanto tua, di nessun altro.
Contraddittori e diversi i miti e le leggende che narrano di loro, “solo una cosa è certa, che nulla è certo. Tutto è possibile, nella Terra delle Fate”. Già, ma dove si trova questo Regno avvolto dal manto del mistero? Si dice che in ogni Paese ve ne sia uno, di solito si parla di isole fantasma, come nel caso di Hy Breasail per gli irlandesi, o dell’isola di Man per gli inglesi, anche se per questi ultimi la più famosa resta la celebre Avalon, dove pare che il corpo del plurileggendario Re Artù, ferito gravemente e curato da mani fatate, sia ora immerso in un magico sonno, cullato da una collina di quel mitico lembo di terra. Per quanto riguarda l’Italia, tante sono le grotte, i pozzi, i laghi, i boschi in cui si è presunta la loro presenza. In Val d’Aosta protegge gli abitanti di Issime la Dama Bianca, a Soraggio, in Toscana, si dice che si dilettino a fare il bucato sulle rive del fiume prima di rintanarsi, durante l’inverno, in buche (le buche delle Fate, appunto) a tessere e filare, a Pantelleria le ” ‘nfate”, insieme ai folletti, si divertono ad intrecciare i capelli delle ragazze e le code dei cavalli (guai provare a scioglierli senza opportuni scongiuri!) e in Sardegna, sul monte Oc, vi è addirittura un palazzo incantato, dimora di creature alate. Nel Sud più che abitanti di luoghi suggestivi, indossano i connotati di protettrici della casa e della famiglia. Si preferisce considerarle presenze benefiche, nonostante sia noto – a chi si ciba di questo magico mondo – che possono diventare terribilmente vendicative qualora si arrechi loro un torto (ricordate “La bella addormentata nel bosco” ed il maleficio subito dalla principessa Aurora perché al suo battesimo non era stata invitata una fata?) .
Ed eccole ad Ischia, terra di spiritelli burloni, i munacielli, che ora si lascia conquistare dalle loro ali dipinte a mano e dalla curiosità che fa gola anche a chi è cresciuto da un pezzo. In fondo il desiderio di credere che sul nostro davanzale, sedute su sfere di vetro o su rami di cartapesta, ci siano una sorta di talismani alati mette di buonumore persino la casa che adotta queste affascinanti creature statuarie, molto quotate tra le idee regalo in voga tra giovani e meno giovani, in questa nuova fairyland che ha una gran voglia di stupire. Così, c’è chi sceglie la sua nuova ospite portafortuna in base al segno zodiacale che rappresenta, chi in base alla simbologia del colore che più si intona al suo stato d’animo, chi per una semplice questione di gusto ‘ottico’.
Poi c’è chi spera che si possa scorgere anche solo un brandello di questo mondo etereo e sfuggente, ma perché accada bisogna crederci. E giurare sulle fate estinte.