Text: Pasquale Raicaldo
“Evviva il Global!”. “Evviva la Colombaia!”. “Evviva il jazz”. Ma soprattutto: “Evviva Ischia!”. Era il suo slogan prediletto, un inno alla vita e agli spettacoli, ma soprattutto alla sua isola d’adozione. Quella per la quale Gaetano Altieri, per tutti il “barone” (non già per un titolo nobiliare acquisito, quanto per l’eleganza naturale con la quale amava muoversi tra eventi e feste) si spendeva giorno e notte, d’inverno e d’estate. Mecenate o anfitrione, amante della musica, sponsor e amico di artisti di spessore e di giovani talenti. Più unico che raro. E in fondo se n’è andato con il garbo con il quale ha vissuto, da imprenditore illuminato nel settore tessile e da misurato “viveur” amante di una Dolce Vita in salsa ischitana che ha saputo creare, senza artifizi, nella sua splendida villa mediterranea di Forio, in via Calosirto. Ischia lo piange dal 19 ottobre, quando Altieri si è spento a ottantadue anni nella Clinica Mediterranea di Napoli, non distante dalla sua dimora con vista sul Golfo. Perché in fondo Gaetano è sempre stato un profondo cultore della bellezza: Posillipo e Ischia, il jazz e la melodia napoletana d’autore. L’amicizia, nel senso più nobile del termine. Tra i fondatori del Cis di Nola, Altieri aveva – sin dall’infanzia – una passione per la musica e il pianoforte, che negli ultimi anni era diventata il leitmotiv di una vita vissuta sempre da energico protagonista, persino quando il male sembrava poterne fiaccare l’indole. Ed è anche e soprattutto in ragione del suo contagioso buonumore, che si è sempre intrecciato con la ricercata passione per l’arte in senso lato, che attorno al barone si era sviluppata, nel corso dei decenni, una fitta rete di amicizie importanti, da Roberto Murolo a Stefano Bollani, da Mara Venier a Sabrina Ferilli, da Renzo Arbore a Peppino di Capri, passando per Beppe Grillo, che ha voluto essere presente all’ultimo saluto, nella gremitissima chiesa di Santa Maria del Buonconsiglio, a Posillipo.
“Gaetano è stato un vero amico – è il ricordo dell’attore Gino Rivieccio – un’icona della generosità spassionata, un mecenate e un anfitrione. Aperto a tutti, inclusivo, disposto a darti una mano, sempre. Mi ha legato a lui un sentimento fortissimo. Le estati ischitane, che vivevano dell’atmosfera unica che si respirava a casa sua, non saranno più le stesse: arrivavano ospiti da ogni latitudine, c’era chi pernottava da Gaetano, chi trascorreva lunghe giornate da lui. E’ che non era mai arrabbiato, sempre ospitale e perennemente col sorriso sulle labbra. Quanto alla sua sensibilità artistica, c’è poco da dire: da spettatore attento e qualificato, nel privato si trasformava in protagonista assoluto. L’ultima volta, in mia presenza, era il 31 agosto, con Gino Paoli e Danilo Rea. Fuori, una giornata uggiosa: non certo l’ideale per il mare. E allora Gaetano si esibì in una jam session con Rea: in casa, ci sono due pianoforti a L. Due ore senza pausa, io con le mie battute a condire il tutto. Lui competente e improvvisatore: quando non conosceva un pezzo, assecondava e accompagnava. Uno spettacolo, davvero”.
Poi, il tono di Gino Rivieccio si fa d’improvviso grave: “Mi mancherà. Mi mancherà la sua amicizia, il suo affetto. Mi mancheranno i suoi regali di Natale. Mi mancherà arrivare al Negombo e non trovarlo. Al Regina Isabella, e non vederlo. Mancherà a me, ad Adriana, ai figli. Al cane Max, fedelissimo: lo seguiva come un’ombra, persino il giorno della sepoltura era lì, mogio. Quasi piangeva, avendo intuito la scomparsa dell’adorato padrone. Ma credo – conclude – che Gaetano Altieri mancherà soprattutto alla Napoli del by night, che aveva reso meno monotona con la sua allegra presenza: non mancava mai agli eventi che contano, non perdeva una prima all’Augusteo, aveva amici ovunque. E mancherà a Ischia, naturalmente”.
Da Rivieccio a Peppino Di Capri: amici, confidenti, quasi fratelli. “Nella sua villa di Forio ero l’invitato numero uno – ricorda il cantante – e lui insisteva perché facessi qualche classico napoletano. Poi, naturalmente, mi affiancava in lunghe e divertenti performance in chiave jazz, tutt’intorno ospiti estasiati. Aveva creato, Gaetano, un piccolo microcosmo all’insegna della musica e dell’amicizia, dove ciascuno si sentiva a suo agio in virtù della sua grande ospitalità. Il barone non chiedeva nulla in cambio: magari, un cappello. Proprio così: ne aveva una nutrita collezione, che esponeva nel salone della sua villa. E se li faceva firmare da chi glieli regalava. Ma se devo indicare una caratteristica che, più di tutte, contraddistingueva Altieri era il suo sconfinato ottimismo, l’entusiasmo con il quale incoraggiava e sosteneva i talenti. Se gli prospettavi un progetto, era il primo a crederci”.
Variegato il suo entourage: un caleidoscopio di volti e professionalità, accomunati dalla passione per la buona musica. “Abbiamo perso una persona fantastica”, sottolinea Vanni Fondi del “Corriere del Mezzogiorno”. “Gaetano – racconta – era un amico di tutti, ma non certo perché fosse una persona semplice e superficiale. Aveva un sincero affetto per la gente, era signorile nel modo di porsi. Cercava l’arte e la bellezza, si circondava di persone importanti e di talento. Il mio rapporto con lui? Era nato a metà degli anni Novanta, all’esordio del mio giornale, per il quale approfondii il legame di Ischia con gli spettacoli. Ebbene, compresi quasi subito – imbattendomi sempre prima in Gaetano che nei personaggi dello spettacolo – che il vero protagonista, ancorché dietro le quinte, fosse lui. Aveva un passo diverso dagli altri, quando c’era qualcosa di bello e straordinario, il barone non mancava. E non mancava mai nei miei blitz a Ischia: lui e Salvatore Pica, personalità di grande spessore”. Poi, Vanni Fondi riannoda il filo dei ricordi: “Aneddoti? Quando decidemmo per la prima volta di dedicare a Ischia una sezione del Corriere del Mezzogiorno, fu la prima persona a cui pensai per una rubrica. Ebbene, il personaggio dello spettacolo si riscoprì, con la penna, tenero e romantico: parlava molto della famiglia, e in fondo nella sua vita si sono sempre idealmente intrecciate l’arte e la famiglia, a Napoli come a Ischia. Nella sua villa, Arbore e De Crescenzo, Gragnaniello e Boldi – un ‘mare magnum’ di personalità disparate, senza preclusioni di sorta – finivano con l’apprezzare la pasta e patate di Adriana a fine serata e, sorseggiando un bicchiere di vino, tutti insieme applaudivano le performance ai pianoforti e coi tamburelli, qualcuno declamava poesie, qualchedun altro cantava. Uno spettacolo. Ecco – conclude Fondi – personaggi così sono unici, non ne nascono più. E ricordo un’altra cifra del barone. La generosità: si dedicava anima e corpo ai talenti che orbitavano intorno a lui, non importa se fossero di alto profilo o emergenti. Lui ci credeva e si spendeva, talvolta anche economicamente. Perché era fatto così. E se eri suo amico, ti dava tutto se stesso”.
E di amici ischitani il barone ne aveva, eccome. A cominciare da Giancarlo Carriero, patron del Regina Isabella. Ma Altieri era anche molto legato al gioielliere Massimo Bottiglieri, per un periodo presidente del consiglio direttivo della Colombaia di Luchino Visconti. “A Gaetano mi ha unito un’amicizia ventennale, nata con un semplice invito a una festa nella sua villa. Con lui ho trascorso tanti momenti piacevoli: aveva davvero una marcia in più. Le serate foriane nella sua casa erano divertenti ed eleganti, Altieri era un vero ambasciatore della bellezza di Ischia e della sua vocazione per lo spettacolo, contrapposta al ruolo per certi versi egemone di Capri. Ma il barone era anche e soprattutto una persona in grado di creare una rete di contatti, mettendo a disposizione le sue conoscenze per il bene dell’isola. Alla Colombaia un giorno portò Carla Fracci, non posso dimenticarlo: lei ci parlò dell’amicizia con Visconti, fu un pomeriggio di racconti e di bellezza. Altieri credeva fortemente nella villa di Luchino e nel suo potenziale: mi vedeva sfiduciato e provava a trasmettermi entusiasmo, come del resto faceva con tutti. Ischia perde una colonna portante, un anello di congiunzione tra i grandi artisti e l’imprenditoria isolana, la persona più generosa che abbia mai conosciuto. Lo ricordo così, sorridente ed elegante, durante il ballo del Gattopardo alla Colombaia, nell’estate del 2011”. Evviva. Evviva il barone.