Thursday, November 21, 2024

LUCIANA MORGERA: DALL’AMORE PER LA TERRA AL BARATTO BIO

Text_ Emma Santo  Photo_ Dayana Chiocca

L’IDEATRICE DEL GRUPPO GREEN “LA BORSA VERDE 3.0” RACCONTA COME È NATA LA COMMUNITY CHE HA RIPORTATO IN AUGE LO SCAMBIO DI PRODOTTI DELL’ORTO, RIVALORIZZANDO LE RISORSE DEL NOSTRO TERRITORIO, RISCOPRENDO COLTIVAZIONI DI SEMI ANTICHI CHE SI CREDEVANO PERDUTI E SVELANDO INSOLITE TENDENZE ESOTICHE IN ORTI E GIARDINI NASCOSTI NEGLI ANGOLI PIÙ SUGGESTIVI DELL’ISOLA.

Dall’antica usanza del “cala cala” tra i contadini e i pescatori di ‘Mer ‘e coppe’ e ‘Mer ‘e vascio’ (ossia tra  la Ischia di sopra e la Ischia di sotto) ad un gruppo nato per gioco su Facebook e diventato in men che non si dica un punto di riferimento e d’incontro per chi cerca e vuole scambiare cibo realmente bio e prodotti tipici locali. Parliamo dell’ormai famosa “Borsa Verde 3.0 Scambi e Baratti a Cattiveria Zero”, e di Luciana Morgera (nelle foto con il signor Aniello Trani) che ne è la mente e il cuore green. Chiunque la conosca o la veda girare in sella alla sua bicicletta con una cassetta di legno fissata al portapacchi posteriore da cui fanno capolino primizie nostrane, sa o intuisce che è una di quelle persone che mille ne pensa e mille ne fa. E difatti racconta che il seme di quest’idea era già stato piantato in tempi non sospetti, quando si divertiva a preparare pane e yogurt homemade in cambio di frutta e ortaggi appena colti dagli amici che possedevano un orticello.

“Finché un giorno – spiega Luciana – Luca Tiberti dell’Associazione “Nemo” postò su Facebook la foto di un uovo di papera del suo pollaio ‘a cattiveria zero’. Gli dissi che lo volevo, e per scherzo domandai: ‘non è che per averlo devo creare un gruppo per lo scambio?’ Fu così che il 6 maggio del 2014 decisi di aprirne davvero uno dedicato al baratto dei prodotti dell’orto, all’inizio inconsapevole del successo che avrebbe avuto, mi dicevo: ‘chi mai li scambierà?!’ E invece, dopo solo una settimana, organizzavo già pranzi e cene con le materie prime di tanti ischitani conosciuti via social”.

L’isola riscopre, così, il suo lato più autentico e rurale, assaporando il gusto della condivisione e dell’incontro al di là dello schermo. Il baratto ridiventa “linguaggio comune”, sottolinea colei che lo ha reso nuovamente possibile. E affiorano aspetti insoliti di un territorio a tratti ancora inesplorato, ad esempio la doppia tendenza di piantare alberi da frutto esotici – tra cui avocado, mango e feijoa, l’albero del cioccolato (il rinomato Black Sapote del Centro America) e le piante di pistacchio, il chayote, conosciuto da noi con i nomi di zucca centenaria, zucchina o melanzana spinosa, sechio o lingua di lupo (“alzi la mano chi non lo ha mangiato fritto e spacciato per patatine”, commenta Luciana su La Borsa Verde), le patate vitelotte (quelle viola, per intenderci) originarie delle Ande peruviane, coltivate a Serrara Fontana da una coppia di musicisti/contadini – e al contempo rivendicare l’identità di prodotti agricoli locali di cui si è quasi persa la memoria, ricercando, conservando e piantando semi antichi, dalla minestra di Citara a qualità di broccoli a rischio estinzione, alle carrube, da cui “si ottiene uno sciroppo che può essere utilizzato come dolcificante, come bagna per i dolci e si possono preparare anche delle caramelle disinfettanti per la gola”, suggerisce l’admin Morgera nei suoi post. Tra le materie prime più insolite, proposte dai borsisti ischitani, troviamo persino le uova blu di gallina Araucana, allevata da due giovani di Buonopane, o la “torzella”, uno dei più antichi tipi di cavolo che si sono sviluppati nel bacino del Mediterraneo, altresì detta “cavolo greco” o “torza riccia”.

Ad oggi, il gruppo a cattiveria zero conta oltre 1800 membri, con tantissime richieste di iscrizione in attesa di essere confermate. “Preferisco dare però la precedenza a chi collabora – spiega Luciana – a chi è presente. Per questo ora faccio delle domande a coloro che vogliono partecipare, tipo se hanno un orto, che contributo possono dare o in che modo possiamo interagire”. Le possibilità di scambio sono infinite, purché si rispetti la “Green List”, che mette al bando tutti i prodotti industriali. Si barattano, per fare solo qualche esempio, lezioni private d’inglese con torte fatte in casa o con un restyling del giardino; sessioni di yoga con pane homemade, fichi e cestini di verdure; c’è chi regala ai borsisti verdi letame di cavallo da usare come concime, chi propone lezioni di snowboard in Abruzzo in cambio del panello selvatico di Luciana, insaporito con avena, arachidi e curcuma. Ci sono poi storie che hanno attirato l’attenzione dei media, arrivando nelle case di tutt’Italia. Quella di Ulisse, il primo bambino svezzato barattando prodotti dell’orto, uova e conigli con dolci e pane preparati dagli iscritti, pesce, cereali, avena, mele e pere a chilometro zero; o quella di Giuseppe “Pepito” Morgera, fratello di Luciana, che con la sua Fast Service offre spedizioni ai borsisti green isolani in cambio di pollame, vino, sottoli o sottaceti e che, lo scorso ottobre – dopo aver dovuto abbandonare la casa di famiglia situata nella zona alta di Casamicciola, lesionata dal terremoto – si è sposato con una cerimonia solidale in stile country, organizzata dagli amici, con tanto di buffet di dolci made in Borsa Verde. Il baratto ischitano ha conquistato anche gli stranieri, coinvolgendo turisti da ogni parte del mondo, da Londra a Mumbai, con vacanze che si trasformano in esperienze straordinarie di incontro e condivisione di tradizioni e storie culinarie – di spezie e pulao preparato da una famiglia indiana per piantine ischitane di arancio, violette antiche, farina di farro e di semola, conserve di pomodorini casamicciolesi, limoni e pane artigianale; di composte di mirtilli e lamponi fatte in case inglesi per frutta e ortaggi del nostro territorio; di cioccolato e vodka messi in valigia da vacanzieri russi per una cena dove tutte le portate hanno il marchio della Borsa Verde. Una grande piazza virtuale che dà a chi coltiva un piccolo orto o un giardino, alleva galline, papere e tacchinelle o si diletta nel preparare in casa yogurt, lievito madre, germogli, pane speciale, torte, marmellate e tanto altro, l’opportunità di offrire i suoi prodotti in cambio di beni alimentari o servizi e, al tempo stesso, creare occasioni di socializzazione.

A renderlo possibile sono pure le innumerevoli iniziative nate in seno al gruppo della Morgera, dalla raccolta delle olive che ha portato alla produzione del primo olio della Borsa Verde, ai corsi per imparare a fare il sapone in casa; dalla campagna “Adotta un Canisto Anche Tu” agli eventi che hanno visto rifiorire balconi e hanno trasformato un anonimo vicoletto di Casamicciola in un vero e proprio giardino variopinto; fino alla rubrica “Orti a Cattiveria Zero”, ideata allo scopo di organizzare viaggi a tappe, alla scoperta di terreni messi a coltura negli angoli più suggestivi e nascosti dell’isola, una scusa per conoscerla più a fondo e spinti da una curiosità nuova. “Creare un gruppo come questo era l’unico sistema per avere un rapporto diretto con chi coltiva prima di tutto per sé – spiega Luciana – perché non è facile essere agricoltori. I contadini, specialmente quelli anziani, sono cresciuti utilizzando i prodotti chimici per aumentare la produzione, provocando danni enormi. Oggi c’è un’inversione di tendenza, per fortuna le nuove generazioni stanno cambiando pensiero e puntano a coltivazioni sostenibili e biologiche, optando per rimedi e strategie naturali alternative”. Dopo aver conseguito la laurea in Sociologia e aver lavorato per diversi anni nel campo della comunicazione, l’amministratrice della pagina Facebook più verde dell’isola ha deciso di buttarsi in una nuova avventura universitaria, specializzandosi in Scienze e Tecnologie Alimentari alla Facoltà di Agraria di Portici. Nell’Orto Botanico che circonda la struttura partenopea, Luciana e i ragazzi dell’associazione ASA partecipano a semine sperimentali e hanno già piantato quattro varietà di fava e l’orzo per la produzione di birra. E nel frattempo, in quasi quattro anni di Borsa Verde, Luciana Morgera e il baratto a cattiveria zero continuano a fare proseliti, dentro e fuori i confini isolani. Tanto che alcuni artisti romani si sono ispirati al gruppo Made in Ischia realizzandone uno gemello (S/Cambiamento) e portando qui i loro laboratori per insegnare a fare il pane o a realizzare orti in cassetta. “Alla fine, è un pretesto come un altro per incontrarsi – chiosa Luciana –. Sono nate tantissime amicizie e anche delle occasioni di lavoro, persone che avevano la loro piccola attività si sono associate o hanno creato delle aziende agricole… È un modo per non rimanere isolati nell’isola”.

FB: LA BORSA VERDE 3.0 SCAMBI E BARATTI A CATTIVERIA ZERO