Photo: Riccardo Sepe Visconti
Quando ero piccolo la mia educazione fu affidata ad una zia, Titti, che aveva anche il compito di organizzare la vita domestica della mia famiglia. Poiché all’epoca il lunedì era il giorno di riposo della cuoca Carmelina, Titti, che pur sapendo cucinare bene non amava farlo, disponeva che quel giorno si mangiasse a pranzo gattò (facile da riscaldare in forno) e per cena “rimasugli della domenica”.
A distanza di quasi 40 anni da quei famigerati lunedì rivivo qui ad Ischia – e per tutta l’estate! –la stessa angoscia ogni volta che qualcuno dei nostri brillanti sindaci, assessori alla cultura, al turismo, o chi per essi decide di organizzare qualche manifestazione pubblica: sono costretto a sopportare ancora i “rimasugli della domenica”! Dopo la miserrima e tristissima manifestazione di commemorazione delle Regine Borboniche (per la quale pare si siano letteralmente buttati nello sciacquone circa 400mila euro!) è venuto il turno delle sagre di cantanti di paese, degli attori dimenticati negli sgabuzzini dei teatri, delle starlette incartapecorite dalla mancanza di attività. E così mi tocca assistere ad una inaudita quantità di concertini, comparsatine, mostriciattole, presentazioni di opere letterarie e rappresentazioni teatrali a metà strada tra il soporifero e il lassativo. Ma i nostri amministratori di bocca buona e filiforme cultura se la ridono e pensano, in tal modo, di aver gettato l’osso ai cani e con poca spesa di aver dissetato la sete di divertimento del popolo dei vacanzieri estivi.
Naturalmente il risultato di una gestione così sciatta e povera dell’offerta di intrattenimento significa una scarsa considerazione delle necessità dei turisti e comporta una ‘selezione naturale’ per la quale le persone più sensibili e intelligenti abbandonano l’isola per preferire altre mete. Pensateci, ad Ischia esiste di fatto una sola discoteca e, fatta eccezione per Cava dell’Isola, non ci sono spiagge adatte ai giovani. Quanto al pubblico più adulto, il massimo che si è visto finora è stato un concerto degli Stadio e della Ricciarelli a Casamicciola, un paio di sfilate di moda di sconosciutissimi ‘stilisti emergenti’, un’assurda mostra di arte contemporanea alla Torre d’Avalos (poco pubblico nelle sale, praticamente tutti vicino al buffet) e concertini di musica classica disseminati qua e là nel comune di Forio. Ah, dimenticavo, il comune di Ischia si è distinto finora per la ‘mise en place’ di un guazzabuglio che coinvolgeva qualche reduce di “Amici di Maria De Filippi” e qualche sfigatissimo dj con carrozzone al seguito, parcheggiato all’insaputa di tutti (perfino dei vigili urbani) nella più grande e centrale – quanto brutta – piazza del Comune.
La situazione è triste ed io vorrei provare a spiegare ai nostri brillanti amministratori che la situazione è anche pericolosa perché maltrattare i turisti equivale a scacciarli e implicitamente a fare una selezione verso il basso: via il turismo di ‘elite, avanti il turismo di massa a prezzi di saldo di fine stagione. (Ed anche qui non sono d’accordo con i politici indigeni poiché non è affatto detto che i “viaggiatori low cost” debbano essere trattati come pecore al pascolo.)
Accidenti! Abbiamo dieci mesi per prepararci all’estate: sarà mai così difficile costruire un cartellone di eventi meno “pezzottato” ed un po’ più intelligente? È mai possibile che in un’isola che vive di turismo le Amministrazioni stornino dai loro bilanci solo le briciole, o come dice il buon Peppino Brandi “una presa di tabacco” per l’intrattenimento dei villeggianti?
Per fortuna a controbilanciare questo vuoto pneumatico arrivano alcuni (pochi in verità) operatori privati che investono di tasca propria per dare vita a manifestazioni di alto livello. Così l’ingegnere Giancarlo Carriero si fa promotore da quattro anni del più importante evento – il Global film & Music fest – e, almeno per una settimana, gli occhi dei media e del mondo si posano su di noi.
E, mentre Carriero mette in smoking l’isola, i fratelli Polito e Umberto Italiano inaugurano due magnifiche strutture a cinque stelle (rispettivamente l’hotel terme Manzi ed il villa Floridiana). Insomma ancora una volta è l’impresa privata, ovvero un certo tipo di impresa privata – intelligente e lungimirante – che investe nel futuro dell’isola dimostrando che spendere in prodotti di qualità, nell’efficienza dei servizi e nella funzionalità delle strutture, coccolando e rispettando gli ospiti che si fermano a visitarci, equivale a rendersi promotori del grande cambiamento del quale Ischia deve farsi interprete: abbandonare alle ortiche gli stracci di “cenerentola del turismo” e diventare al più presto l’isola da favola, bella e accogliente che non ostante i mille problemi meriterebbe di essere.