Text: Riccardo Sepe Visconti
Diceva Andy Warhol che “ognuno ha diritto ai suoi cinque minuti di celebrità in televisione”, e quindi aggiungeva “che un fatto se non viene trasmesso in TV è come se non fosse mai accaduto”. Penso che con queste parole il padre della Pop Art volesse sottolineare l’importanza del comunicare e dell’apparire. Poiché esistere senza apparire equivale a non dare agli altri la percezione della propria esistenza e dunque del proprio valore.
E’ in buona sostanza partendo da questa riflessione e dalla convinzione che l’isola d’Ischia difetti gravemente in comunicazione e che, per tale motivo, qualunque cosa vi accada, di piacevole, di bello o di interessante, poiché non riesce a superare i confini isolani, è come se non fosse mai avvenuta, che decisi di fondare Ischiacity. Vale a dire un media che desse risonanza a tutta la bellezza che si produce nell’isola e credo che, in tre anni di duro lavoro, Ischiacity sia riuscito a ben rappresentare gli aspetti positivi di produttività, arte ed intelligenza che si manifestano nell’isola.
Personalmente ho sempre guardato ad Ischiacity come ad una sorta di laboratorio dove possano essere accolti e lavorare tutti coloro che sono autenticamente interessati al progresso di Ischia. In tre anni, infatti, dal nostro impegno sono nate delle figure professionale che forse, prima dell’avvento di Ischiacity, almeno in loco, non esistevano: oggi lavora con me un gruppo di giovani grafici che ha raggiunto risultati eccellenti, così come sono nati nuovi fotografi (me per primo), giornalisti, responsabili di redazione etc (non farò i loro nomi, poiché sono tutti segnalati nello spazio delle gerenze, nella pagina dell’indice). Insomma, appena si è costruito un centro di raccolta di idee e mezzi espressivi, si sono un po’ alla volta ritrovati a parlare un comune linguaggio tutti coloro che davvero hanno qualcosa di interessante da dire.
Tuttavia non vorrei che i nostri lettori pensino che quella di Ischiacity sia una strada in discesa, anzi! Il lavoro di questa testata è fin troppo spesso tormentato da mille innumerevoli problemi: primo fra tutti i costi.
Non avendo alcuna forma di sponsorizzazione, né pubblico finanziamento, ho sempre pensato che toccasse ai grandi imprenditori isolani (sigh!) sostenere una testata che lavora per promuovere l’immagine di Ischia. Così come ho richiesto alle singole Amministrazioni Comunali di acquistare una pagina di comunicazione per sostenere in qualche modo il nostro lavoro, ma a tutt’oggi, fatta eccezione per alcuni degli “imprenditori più illuminati” e del solo municipio di Casamicciola, purtroppo sono ancora molti coloro che continuano a darmi pacche sulla spalla di incoraggiamento e complimenti (!!!) per la mia lodevole iniziativa editoriale, salvo poi fuggire inesorabilmente quando propongo un incontro per pianificare un po’ di pubblicità.
E’ dura, ragazzi! Non crediate che il mio sia un lavoro semplice e dio solo sa quante volte nell’arco di quest’anno sono stato sul punto di mandare tutto a quel paese.
Questo non è il mio solito editoriale, ma piuttosto una lettera aperta ai lettori, più vicina ad uno sfogo, ad una confidenza. Dirigere Ischiacity è un lavoro bellissimo, perché è bella la materia su cui lavoro, così come è bello il gruppo che ho costruito intorno a me, ma dirigere Ischiacity ad Ischia – con la orribile taccagneria che contraddistingue gli imprenditori e gli amministratori ischitani – è difficilissimo!
Chi mi conosce bene, sapendo a quali sacrifici sono andato incontro per dar corpo a questo mio progetto, mi ha definito folle. Lo so, sono una persona che insegue i sogni e cerca di dar loro sostanza, ho speso tutta la mia vita a fare questo e non saprei far nulla di diverso; eppure insieme a me hanno sognato in molti e forse, oggi, qualcuno di loro è cresciuto ed è diventato nel suo settore un professionista grazie a questo mio modo di vedere le cose. Dico spesso alla mia squadra – dalla quale pretendo sempre il massimo – che per raggiungere risultati eccezionali ci vuole un impegno straordinario. A noi non è dato di riposare! Perché vogliamo essere la migliore squadra in campo! E probabilmente lo siamo. Ma il costo di tutto ciò è un enorme impegno ed una grandissima, ininterrotta fatica.
Tre anni fa – prima dell’arrivo di Ischiacity – era semplicemente inimmaginabile che la ‘vicina di pianerottolo’ potesse essere trasformata in una sensuale modella (e un esempio è proprio la cover di questo numero, Ilaria De Mola). Oggi, quest’idea di esaltazione del bello locale è diventata una realtà quotidiana.
Prima di Ischiacity l’isola non era abituata alla celebrazione dei propri talenti, oggi, ogni qual volta accade qualcosa di bello, la nostra rivista la documenta. Insomma, Ischiacity è diventato un fenomeno importante ed indispensabile, perfettamente inserito nella realtà locale.
Ma tutto ciò ancora non basta: bisogna puntare più in alto, bisogna costruire una più ampia Agenzia di Comunicazioni che diffonda in maniera efficace l’immagine di Ischia nel mondo.
Spero solo che gli imprenditori ed i sindaci leggano queste mie righe e si passino una mano sulla coscienza (oltre che nel portafoglio).