Thursday, November 21, 2024

Text: Riccardo Sepe Visconti

 

Chi mi conosce un tantino sa che non sono un tipo dal carattere facile nel senso che ho l’abitudine di dire fino in fondo ciò che penso (pagandone – naturalmente e immancabilmente – le conseguenze) e soprattutto inseguo i miei credo e i miei sogni fino al punto di rendermi perfino buffo o incomprensibile a chi mi si avvicina.
A tal proposito dico subito che un uomo, secondo me, dovrebbe sempre battersi fino in fondo per ciò in cui crede e forse ancor di più per realizzare i sogni per i quali (spesso) si vive. Questa è la mia formula di vita – sebbene forse un po’ banale. Rispettando questa regola sono riuscito per 45 anni a comprendere talune stranezze altrui, giustificandole con il postulato: “Chi crede nella Magia (quella autentica della vita) crede anche che ognuno di noi possa realizzare cose magiche, straordinarie. Con questo spirito creai Ischiacity e con queste idee vado avanti nella mia (faticosissima) costruzione dell’avvenire del magazine.
E dunque, così come ho visto crescere – partendo dal nulla – la mia piccola creatura, mi piace assistere ai progressi degli altri, di tutti coloro che riescono a trasformare le loro idee in progetti e i loro progetti in realtà. È per questo che m’innamoro sempre di tutte le idee nate per migliorare la vita ischitana e sostengo puntualmente con la Ischiacity l’entusiasmo ed i sacrifici di chi lavora per il futuro dell’Isola.
Naturalmente, almeno per quel che mi riguarda, la realizzazione di un progetto deve passare per la caparbietà del suo ideatore e tutto ciò in parole povere si può sintetizzare nell’assunto che per dare corpo ai propri sogni, il più delle volte, si deve possedere un pessimo carattere. Dico questo perché ho deciso di sfruttare lo spazio dell’editoriale per “giustificare” più che la natura del mio caratteraccio, le finalità di esso: mi serve per andare fino in fondo alle cose e superare tutti gli ostacoli (che sono molti) e le invidie (che spesso sono più degli ostacoli!).
Mi si creda: non è facile in una piccola isola portare avanti un progetto editoriale bello e costoso, convincendo tanti inserzionisti a sostenerlo, eppure, grazie soprattutto alla mia testardaggine ma anche al coinvolgimento con il quale sono riuscito a motivare la mia efficientissima squadra (di redattori, fotografi, grafici, collaboratori), oggi Ischiacity c’è ed è forte.
Per molti di noi questo magazine rappresenta motivo di orgoglio poiché attraverso di esso possiamo dimostrare a noi stessi – ma soprattutto all’esterno dell’isola – che Ischia vale. E per ottenere ciò occorre che, quotidianamente, un folto gruppo di persone testarde più di me lavorino senza alcuna soluzione di continuità alla realizzazione del progetto editoriale.
Non sempre veniamo capiti, anzi, poiché i lettori si aspettano sempre di più da noi, sovente ci incalzano con raccomandazioni, rimproveri, censure, consigli… ma tutto ciò è bello poiché vuol dire che il nostro pubblico ci segue e ci ama e si rispecchia nelle nostre pagine (desiderando – come è lecito che sia – che lo “specchio” restituisca un’immagine possibilmente migliore dell’originale).
Ma la responsabilità del progetto editoriale di Ischiacity è grande e deve essere necessariamente condivisa con tutti coloro che davvero hanno a cuore il futuro di sviluppo di Ischia. Quando – tra colleghi ed esperti di comunicazione ed immagine – mi guardo intorno mi ritrovo ad essere sempre più solo a diffondere caparbiamente (e talvolta perfino con superbia) il mio sogno: quello di un’isola intrinsecamente bella che produce a sua volta bellezza.
Per raggiungere gli obiettivi prefissati rinuncio spesso ai facili guadagni ed incasso altrettanto spesso cocenti amarezze, poiché non è certamente semplice “educare” gli altri a coltivare faticosamente il bello a dispetto di ciò che è spesso più facile da realizzare, utile e remunerativo. Ma questo mio caratteraccio, che mi aiuta ad infischiarmene dei giudizi sprezzanti e dei tanti gesti di ostilità (quando gli altri non riescono a stare al tuo passo finiscono sempre col combatterti), mi suggerisce che, con tutta la mia squadra, stiamo percorrendo la strada giusta e che anche grazie al nostro lavoro l’Isola d’Ischia si risolleverà dalla crisi.