Friday, November 22, 2024

Text: Riccardo Sepe Visconti

L’isola senza sogni

Al convegno di presentazione dell’associazione Ischia Felix, l’ingegner Mario Rispoli, esperto di statistica e studioso dei flussi turistici, ha esposto al pubblico alcuni risultati dei suoi studi, in base ai quali a fronte di un forte calo delle presenze di turisti tedeschi, si è registrato un significativo aumento (circa il 24%) delle presenze di russi, e per quanto questi ultimi siano poco più di 52mila (a fronte dei 305mila tedeschi), essi si contraddistinguono per essere dei “big spender”, ovvero turisti in grado di spendere parecchio. Tre russi su dieci pernottano negli alberghi a 5 stelle, mentre i restanti sette scelgono per lo più strutture a 4 stelle. Questi visitatori acquistano indumenti di marca, gioielli e merci di qualità, frequentano i parchi termali, al ristorante scelgono cibi prelibati, accompagnandoli con vini di pregio. Insomma, grazie ai russi l’economia isolana quest’anno si è avvantaggiata di un notevole flusso di denaro.
Nella sua relazione Rispoli ha anche azzardato un consiglio, dedicarci un po’ di più – e con maggior garbo – all’accoglienza di questi viaggiatori dalla forte indole spendacciona, attrezzandoci a produrre servizi di ospitalità utili a fidelizzare il popolo degli zar. Ma il presidente di Ischia Felix, Franco Di Costanzo, ha chiosato in malo modo le esortazioni del nostro esperto di statistiche, invocando una sorta di “socialismo turistico” secondo il quale l’isola non deve votarsi ai clienti dalle tasche piene (che finirebbero con lo spendere il loro denaro solo presso le strutture e gli esercizi di livello alto), quanto piuttosto deve perseverare nella politica dei grandi numeri, ovvero più presenze, seppure meno qualificate, ma tali da accontentare tutti, anche chi è rimasto indietro.
Naturalmente il bofonchiare del presidente Di Costanzo all’indirizzo di Rispoli mi era sembrato a dir poco un’ottusaggine. La mente me l’ha aperta, invece, Mario Basentini, dirigente di Ischia Risorsa Mare, quando confrontando le mie idee con le sue riguardo a questo episodio, ho ascoltato la sua lucida analisi circa il futuro dell’Isola. Basentini mi ha spiegato che, per quanto si parli di “azienda Ischia” non essendo essa una rete (o sistema) che davvero unisce se non tutti almeno la maggior parte degli imprenditori, non può che prevalere la pratica (in realtà dettata dalla necessità) dell’offrire servizi e merci, per lo più di qualità mediocre, ad un pubblico quanto più numeroso possibile. Dunque, poiché l’accoglienza è ancora significativamente cablata per ospitare i tedeschi, è necessario fare qualsiasi sforzo, anche il più disperato, nel tentativo di recuperare il terreno perduto in questa direzione. Penso che se si fa eccezione per un piccolo ma non insignificante particolare, Mario Basentini (e con lui il presidente di Ischia Felix) abbia ragione. Ma, lasciate che vi parli di questo piccolo particolare: la capacità di sognare, di disegnare scenari mai visti prima, trovare nuove energie, proporre soluzioni originali. Voltiamoci, per un attimo, alle nostre spalle, e guardiamo all’esperienza di Angelo Rizzoli: vide in un paesino di contadini e pescatori una moderna ed attrezzatissima cittadella dove fare turismo di élite. Sembra che, all’epoca, i lacchesi non ne fossero entusiasti, oggi però quel paese (e credo l’Isola tutta) vive sulle scelte del tycoon milanese. Rizzoli fu un grandissimo imprenditore, ma fu anche una persona in grado di sognare e dare concretezza ai suoi desideri. Ritengo che oggi, al di là dell’avvilente pragmaticità che ci costringe ad una rassegnata e supina accettazione della crisi turistica isolana, si dovrebbe affrontare il futuro formulando un progetto alternativo per l’Isola. Per fare ciò è necessario che si apra un dibattito, è necessario svegliare e stimolare le menti pensanti di questo ‘scoglio’ affinché si confrontino e producano soluzioni originali. Basentini nella sua analisi mi prospettava un futuro retto dall’oligopolio di pochi potenti gruppi che nel giro di una decina di anni riusciranno a fagocitare tutti, o quasi, i piccoli e medi alberghi, riunendoli in grandi catene ricettive. Insomma Ischia si trasformerà in un grosso supermercato dell’accoglienza. A questo punto, vorrei ricordare a chi mi legge che oggi l’Italia è governata (per quanto io non ne sia entusiasta) da Silvio Berlusconi, un uomo fuori dall’ordinario, che ha sempre saputo trasformare i suoi sogni in realtà, spesso – molto spesso – vincendo sfide apparentemente impossibili. Ricordate quando all’indomani di tangentopoli, i segretari dei vari partiti erano chi in galera, chi all’estero e l’allora P.C.I., trasformatosi in P.D.S. e diretto da Achille Occhetto, era assolutamente certo di vincere le elezioni? Bene, Berlusconi ideò in pochissimi giorni un’entità politica che con idee nuove, determinazione ed entusiasmo sbaragliò letteralmente gli avversari. In meno di sei mesi, unico caso nella storia d’Italia, l’attuale presidente del Consiglio dal nulla s’inventò la più potente e formidabile macchina elettorale.
La mia ammirazione per quella storia è tanto più profonda in quanto io non condivido affatto né i valori, né il progetto politico, né l’azione di governo di Silvio Berlusconi. Ma tuttavia, ne ammiro l’energia, la grandissima forza creativa, la capacità di percepire il futuro e costruire le mode. Un tempo le grandi rivoluzioni si realizzavano armi in pugno, attraverso fiumi di sangue, mentre le rivoluzioni moderne si fanno battendosi nel campo della comunicazione. Oggi la comunicazione è tutto.
Credo sia da questo punto che bisogna partire per ridisegnare Ischia: dobbiamo comunicare. Perciò insisto da moltissimo tempo sulla necessità di dar vita a un dibattito, di lavorare su modelli culturali nuovi, e nel contempo esportare nel Mondo l’immagine di un’isola d’Ischia moderna, confortevole, fascinosa, salutare. Per questo penso che mi si debba aiutare a costruire il mio sogno che è poi il sogno di tutta l’Isola: costituire un grande polo della comunicazione che rappresenterà l’arma vincente per trasformarla da supermercatone di turismo low cost in Isola di bellezza, piacere e benessere. Come tutti vorremmo che fosse e come, soprattutto, i nostri ospiti amerebbero trovare. La capacità di sognare, ancora, e non rassegnarci ad una lenta sconfitta, è costruire un futuro diverso, bello e creativo: queste sono le sole armi che abbiamo per uscire davvero dalla crisi… altro che mercati tedeschi!