Text: Riccardo Sepe Visconti
Molti mi chiedono perché mi spenda tanto per quest’isola: ve lo spiego, ma per farlo devo raccontarvi una storia. Di molti anni fa. Agosto 1962, l’anno dell’apertura del Concilio Vaticano II, della morte di Marilyn Monroe e del presidente dell’ENI Enrico Mattei, dell’elezione di Segni alla presidenza della Repubblica, dell’Oscar a Sophia Loren per La Ciociara. Ischia, un’isola parecchio diversa da quella che è oggi. Poche linee telefoniche (pochissime, in verità), minori collegamenti con la terraferma, poche barche di stazza nel porto. Alla riva destra, esattamente di fronte a dove si trova ancora adesso, dopo tanti anni, il ristorante di Gennaro Rumore, c’era una bitta, ad essa era ormeggiato l’Euris, uno yacht di 16 metri in mogano, due motori da 500 cavalli ciascuno. Il proprietario, Eugenio (l’acronimo “Euris” era ricavato dalle lettere iniziali di Eugenio, Rita, Simona) si trovava a Napoli: Rita era sua moglie, era in sala parto, in una clinica di Posillipo, per partorire il maschio desiderato, Riccardo. Simona, la figlioletta, era rimasta ad Ischia, insieme al resto della famiglia. Eugenio è al settimo cielo, ama infinitamente Rita, ama la sua famiglia, ama il suo lavoro, ama la vita. Rita partorisce un bel maschietto, il parto fila liscio, Eugenio è felice: prende il primo aliscafo per tornare ad Ischia, raccogliere Simona che ha due anni e riportarla con sé a Napoli per salutare il nuovo arrivato. Il tempo di prendere l’aliscafo e di fare la traversata… Ma la vita non ha regole e il copione della storia d’amore può trasformarsi in una cupa tragedia nel tempo del battito d’ali d’una farfalla. All’epoca non esistevano i cellulari: avvisare tempestivamente non era così facile, no, proprio non lo era! Eugenio prende con sé Simona, sale a bordo dell’Euris e salpa per Napoli, per ritrovarsi con Rita e Riccardo. A Napoli qualcuno si accorge di una grande macchia rossa sul lenzuolo di Rita, un’emorragia inarrestabile. E’ pieno agosto, la città è semideserta: corsa per le farmacie e i pronto soccorso a cercare sacche di plasma. Niente da fare. Rita capisce che sta morendo: si addormenta lentamente, sfinita dal dissanguamento, la vita di Riccardo le è costata la sua. Chiuderà gli occhi senza rivedere Eugenio, Simona, null’altro… Quando l’Euris attracca a Mergellina è primo pomeriggio: Eugenio va in taxi alla clinica, percorrendo il corridoio che lo separa dalla stanza di Rita incontra gli infermieri ed i medici che lo guardano prima incuriositi, poi chinano il capo. Capisce. Quel giorno morì Rita ma morì anche Eugenio, le sopravvisse diciotto anni, ma furono anni di lacerante dolore intimo. L’Euris non ormeggiò mai più alla bitta di fronte al ristorante Gennaro: fu venduto perché ritenuto non sufficientemente veloce. Chissà, se Eugenio fosse arrivato prima magari avrebbe potuto fare qualcosa, perlomeno baciarla un’ultima volta! Riccardo fu condotto ad Ischia insieme a Simona e lì visse i suoi primi mesi, per poi essere affidato a dei parenti romani. Sono nato nel 1962, ed il mio nome lo conoscete, questa era la storia dei miei primi istanti di vita: già allora Ischia mi protesse e mi accolse, allontanandomi dalla città tragica. E’ per questo che amo Ischia: è sempre stata il mio nido protettivo.