Friday, November 22, 2024

n.08/2006

Photo: Barbara Mussi
Text: Barbara Mussi

 

La stagione è ricominciata. Il 5 giugno si è aperta la 15° campagna di raccolta dati in mare di Ischia Dolphin Project.
Siamo alla quarta settimana di navigazione e incominciamo finalmente a navigare con piede marino tra avvistamenti ed incontri.
Giugno si è aperto con il freddo, e sembrava che l’estate non dovesse più arrivare; a bordo bastava poco vento per raffreddare di molto la barca ed eravamo costretti a coprirci come d’inverno.
Anche l’acqua era fredda, la prima misurazione della temperatura superficiale è stata di 21°, ma per fortuna, le condizioni del mare sono sempre state buone, permettendoci di navigare tutti i giorni e di avvistare.
Dal primo giorno abbiamo incontrato le stenelle (Stenella coeruleoalba), in gruppi numerosi impegnati in diverse attività. La vitalità di questi delfini si trasmette a tutti e in un attimo il mare si riempie di vita. Salti, acrobazie e colpi di coda, accoppiamenti e piccoli appena nati.
Intorno alla nostra isola ci sono ancora i delfini! E insieme a loro anche tonni, pescespada, mante e pesci luna. Abbiamo anche avuto la fortuna di avvistare per due volte le tartarughe…
E quasi all’improvviso ci è piombata addosso l’estate, calda, umida e con davvero poco vento. In mezzo al mare Ischia sembra ricoperta da un velo prima sottile, che la nasconde poi completamente ai nostri occhi non appena ci allontaniamo di qualche miglio, l’acqua è uno specchio luccicante.
In questi momenti è possibile avvistare anche a grandi distanze, e infatti, quasi tutti i giorni, siamo accompagnati dai delfini. Ci hanno regalato avvistamenti infiniti, nuotando numerosi sotto la nostra prua e permettendoci di filmarli e foto-identificarli, ma sono stati anche fugaci, stretti a ranghi serrati e decisi ad evitare la nostra presenza.
Sempre imprevedibili!
Ogni mattina il gioco più bello è immaginare che cosa porterà la giornata, cosa verrà avvistato tra le onde e come reagirà alla nostra compagnia.
La più bella sorpresa l’ha portata il giorno 27. Dopo ore di vedette alternate, senza alcun risultato, la barca stava rientrando, tristemente. Avevamo percorso tutto il canyon di Cuma, per poi spingerci più al largo, al ciglio di Ischia sommersa, l’estrema punta ovest di un insieme di secche, dorsali e montagne sottomarine che si estende a ponente dell’isola; finalmente decidiamo il rientro e navighiamo lentamente, con pochissimo vento nelle vele fin sulla secca di Forio. Abbiamo ancora le vedette ed è Andrea, un volontario che arriva da Pescara, ad avvistare per primo una pinna e un dorso fugace.
Delfini!
Abituati alle stenelle, ci apprestiamo ad un altro incontro con le nostre amiche di tutti i giorni, ma al salto successivo Angelo grida: “Comuni!”. Ed è con un brivido freddo nel caldo cocente che vedo È dalla campagna scorsa che non li vediamo; è la prima volta dell’anno e la gioia è grande. Abbiamo la certezza che, sebbene a rischio di estinzione in tutto il Mediterraneo, il nostro branco è ancora qui, i delfini comuni di Ischia lottano ancora per la sopravvivenza della specie.
L’acqua è liscia come l’olio e in trasparenza, appena sotto la superficie del mare, si leggono chiaramente i profili degli animali che nuotano velocissimi attraversando la nostra prua.
Prima si avvicinano, poi scappano per ritornare un attimo dopo, qua, là, girandoci intorno fino a farci ubriacare. Sono solo in tre e uno è chiaramente un giovane in coppia con la madre.
Quando il branco si sparpaglia e i delfini procedono a piccoli gruppi, è tutto più difficile per noi. Gli animali infatti, essendo pochi, sono molto più diffidenti ed impauriti. La curiosità li spinge ad avvicinarsi, ma il timore li costringe a ritirarsi subito dopo.
Come sono diversi dalle stenelle… con i loro colori di terra, la macchia gialla sui fianchi e il corpo più allungato e muscoloso; anche le apnee sono più lunghe, ed è impegnativo seguirli da vicino.
Fischiano! Penso a Marco, studente dell’università di Trieste che sta preparando con noi la sua tesi in scienze naturali sulla bioacustica dei delfini comuni di Ischia e che avrà qualche vocalizzazione in più da analizzare. Rapidamente il sistema acustico viene impostato in automatico, in modo che ad ogni fischio degli animali parta la registrazione.
Poi inizia lo sforzo di foto-identificazione, reso più complicato dal comportamento imprevedibile dei delfini. Ci sembra di riconoscere una pinna, ma non ne siamo certi, ormai gli individui fotoidentificati sono 79 e non è facile ricordarseli tutti. Alla fine abbiamo le foto, e il video, e le registrazioni. I delfini ora scappano verso sud, stufi di essere osservati e pedinati; noi li lasciamo al loro mare perché è tardi, tutti i dati sono stati raccolti ed è tempo di tornare.
Ancora oggi la comunità di delfini comuni di Ischia è l’unico branco monitorato regolarmente nei mari italiani, la specie è stata listata dall’IUCN come a rischio di estinzione nel 2003 e, dal novembre dello scorso anno, è inserita in Appendice I della CMS (Convenzione di Bonn), raggiungendo così il più alto livello di protezione possibile, legislativamente parlando.
Purtroppo, in tutto il Mediterraneo, non sono ancora state realizzate azioni concrete per la conservazione del delfino comune, nemmeno nelle aree chiave dove la loro presenza è conosciuta.
Forse l’Area Marina Protetta di Ischia, il nostro Regno di Nettuno, sarà il primo passo.
Sembra infatti che sia il Ministero dell’Ambiente, sia la maggioranza dei comuni dell’Isola abbiamo supportato le richieste di Delphis che si batte per l’inclusione di tutto il canyon di Cuma, habitat critico per la specie, all’interno della perimetrazione dell’AMP.