Friday, November 22, 2024

14/2007

Photo: Marco Albanelli
Text: Lucia Elena Vuoso

 

Conosciuto fin dal neolitico, usato presso gli antichi Egizi come medicina per i disturbi digestivi e come unguento per piaghe e ferite, considerato dai Greci “cibo degli dei”, importato dai Romani da Cipro, Malta e dalla Spagna poiché la produzione non bastava a soddisfare il largo consumo che se ne faceva, è giunto fino a noi senza mai cambiare. È il miele: l’alimento più puro, naturale e genuino che ci sia.
La leggenda vuole che quando il dio sole Ra, venerato presso gli Egizi, piangeva d’amore, le sue lacrime si trasformassero in miele e le api attratte dalla sua dolcezza, costruissero presso di lui la propria dimora, riempiendola di fiori e di ogni genere di pianta. Assaggiando il “Miele dell’isola d’Ischia”, prodotto da Raffaello e Maria Buono, si ha l’impressione di gustare proprio le lacrime di Ra, di mettere in bocca qualcosa di divino tanta è l’esplosione di dolcezza che avverte il palato.
Merito della natura incontaminata di Fiaiano, del Montagnone e delle pendici dell’Epomeo? Merito della laboriosità delle api? Merito della dedizione e della costanza del nostro apicoltore?
Probabilmente tutto questo, condito dall’esperienza e dalle conoscenze di Raffaello, perito agrario dedicatosi alla campagna e appunto alla produzione del miele. “Tutto nasce da una curiosità – ci spiega – quando avevo 14 anni guardavo affascinato grappoli di api appesi agli alberi, e sciami di questi minuscoli insetti ronzare incessantemente di fiore in fiore… Ho voluto capire cosa succedesse di preciso in un’arnia e quando ho visto l’organizzazione, la precisione delle cellette e poi ho assaggiato il prodotto del loro lavoro, ho realizzato che anche io avrei voluto far parte del meccanismo della produzione del miele. Mi sono documentato, ho iniziato a prendere delle arnie, e senza neanche accorgermene la mia ‘famiglia’ è cresciuta e la produzione è diventata abbastanza per riempire gli scaffali dei supermercati”.
Anche se il miele è l’unico prodotto che non necessita di essere trattato e lavorato, non bisogna pensare che il mestiere di Lello si semplice, “la vera sfida sta nel riuscire a collaborare con le api, prendendo il miele in eccesso, pur lasciandole libere”. La coordinazione del lavoro di insetti e uomo è fondamentale: le api raccolgono le sostanze zuccherine dal nettare di fiori e dalla linfa che fuoriesce dagli alberi (la melata), la lavorano con la loro saliva e la lasciano maturare nelle cellette che poi sigillano con la cera, l’apicoltore deve costantemente controllare che le api non sciamino lontano dalla sua proprietà, deve aiutare questi insetti a proteggersi da un parassita per loro mortale, la varroa, e deve contribuire allo smaltimento dell’eccesso di produzione.
Ogni giorno. Quando poi è periodo di raccolta, Lello ha davvero tanto da fare, prende i favi (strutture rettangolari dove le api costruiscono le celle) e con uno speciale coltello elimina tutta la cera messa a sigillo, successivamente li pone in una centrifuga in modo da estrarre il miele che poi filtra con un apposito imbuto. Una volta terminate queste operazioni il delizioso prodotto delle api è pronto per il consumo, ma di solito viene lasciato in un grande contenitore per far evaporare l’eccesso di acqua.
Il miele dell’isola d’Ischia ha diverse varietà che Lello è fierissimo di produrre perché tipiche della nostra isola: il millefiori, il miele di fior d’arancio, di castagno, di acacia e la melata.
Il più semplice da ottenere è senza dubbio il millefiori, ma allo stesso tempo è anche il più saporito e caratteristico perché proviene non solo da rosacee quali ciliegi e albicocchi, ma anche da rosmarino, cardo e borragine, e da tanti minuscoli fiorellini che crescono spontaneamente e che conferiscono al miele di Ischia il tipico sapore.
In questo particolare periodo dell’anno, le api di casa Buono si dedicano alla raccolta del nettare dagli aranci e dai castagni, che hanno un sapore un po’ meno dolce e una colorazione più scura rispetto agli altri tipi di miele.
Molto zuccherino invece è il miele d’acacia che si produce in grande quantità proprio perché gli insetti sono attratti dal suo gradevole nettare. Anche il miele di melata è dolcissimo in quanto viene prodotto non dal nettare ma dalle secrezioni linfatiche degli alberi, e, per questo motivo, è anche ricco di tannino, una sostanza altamente antiossidante che fa bene all’organismo.
Ma tutto il miele e i suoi derivati, come pappa reale e propoli, sono da sempre considerati un medicamento contro ogni sorta di acciacco e malattia, e non a caso: è scientificamente provato che il classico rimedio della nonna a base di latte caldo e miele fa sparire la raucedine, mentre invece la propoli in alcool è un efficacissimo metodo per sconfiggere anche il mal di gola più ostinato.
Fare uso costante di miele aiuta a disintossicare il fegato, depurare l’organismo, fluidificare il sangue, disinfettare le vie urinarie e conciliare il sonno.
Provare per credere! È da anni che la famiglia Buono non ricorre più ai medicinali da banco delle farmacie.
Sarà l’odore dolciastro che inebria la mente, sarà la radio sintonizzata su una stazione di musica classica, sarà la splendida vista del Golfo di Napoli da una parte e della silenziosa campagna dall’altra, fatto sta che entrando nel laboratorio di Raffaello si avverte una forte sensazione di pace, e si riesce a comprendere appieno perché abbia scelto di dedicare la sua vita alla natura, che pur essendo ricca di soddisfazioni non gli ha permesso ancora di realizzare il suo sogno nel cassetto: aprire un agriturismo per rendere tutti partecipi non solo di un angolo dell’isola ancora poco sfruttato per le vacanze, ma anche e soprattutto per condividere l’esperienza che gli ha cambiato la vita.