Monday, November 25, 2024

n.04/2005

Photo: Riccardo Sepe Visconti
Text: Mariacristina Gambi

 

Chiare, fresche, dolci acque
Siamo oramai in piena estate e ad Ischia “´a staggione” è al culmine del suo delirio turistico. Ricorrente come molti altri problemi di “stagione”, si ripropone per le nostre coste l´emergenza inquinamento organico (le acque sporche, le fogne a cielo aperto, ecc.), ed il problema della depurazione dei reflui domestici ed urbani lungo i litorali. È già da tempo che tale problema si manifesta, ma durante le stagioni degli ultimi due anni la situazione in molte parti dell´isola (che come vedremo in seguito dovrebbero avere condizioni ambientali insospettabili per tali fenomeni), è davvero degenerata, creando nei turisti e nei cittadini livelli notevoli di esasperazione, sdegno, proteste e… chi ne ha più ne metta! Non pretendo certo di proporre soluzioni e formule magiche, ma vorrei cercare di chiarire nei termini più oggettivi possibile il problema nelle sue linee generali, anche perché quello dell´inquinamento è un altro degli eventi di “disturbo”, a volte più o meno catastrofici, che hanno rappresentato il filo conduttore che ha unito ad oggi i diversi articoli di questa rubrica. Non che io sia particolarmente attratta da catastrofi ed emergenze ambientali…, ma nel nostro paese (intendo l´Italia in generale) noi studiosi, noi cosiddetti tecnici, veniamo sempre più di frequente consultati nei momenti di conclamata criticità per l´ambiente, quando spesso non vi è più molto da fare, se non constatare il danno compiuto ed i problemi in atto. Basti pensare alla emergenza di qualche anno fa sulle mucillagini sia in Adriatico che nel Tirreno, che ha indotto il Ministero dell´Ambiente (dopo alcune stagioni turistiche critiche) ad attivare un programma triennale di monitoraggio del fenomeno per studiarne le cause e, se possibile, prevederne almeno l´insorgenza, non essendo possibile impedirne il manifestarsi. Ora, durante lo svolgimento di tale programma si dà il caso che le mucillagini in molte delle zone d´indagine non si siano più verificate ma… appena il programma è terminato… ecco che sono riapparse, anche se non c´era più nessuno a studiarle! Questo ci insegna che la natura non tiene proprio conto dei nostri buoni propositi e programmi, né tanto meno dei nostri tempi politici ed amministrativi, e che proprio per questo ci vorrebbe un servizio di monitoraggio dell´ambiente, anche marino, continuo e costante nel tempo, un pò come quello che svolgono gli osservatori vulcanici e sismici. Per quanto riguarda la questione dell´inquinamento organico nelle acque di Ischia e, più in generale, della depurazione è un pò la stessa cosa, se ne discute quando il problema è oramai conclamato e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti, mentre quando si potrebbe fare qualche cosa di concreto (impianti a regola e controlli severi agli esercizi molto prima della stagione balneare) non si fa proprio nulla. È bene chiarire che il problema dell´inquinamento a mare e dell´acqua sporca si amplifica in estate per una serie di ragioni oggettive a contorno. Innanzi tutto è proprio in estate che il riscaldamento notevole degli strati d´acqua superficiali provoca la formazione di un netto “termoclino” (brusca discontinuità nei valori di temperatura dell´acqua che in pochi metri di profondità può variare anche di 10 °C tra la superficie ed il fondo). La presenza di questa lente di acqua surriscaldata superficiale e del termoclino stagionale, provoca a sua volta un ristagno delle acque superficiali, una mancanza di rimescolamento con quelle profonde. È evidentequindi che tutto ciò che viene immesso da una fonte di inquinamento sulla superficie del mare tenderà a rimanere più a lungo senza diluirsi o rimescolarsi su tutta la colonna d´acqua. Le temperature elevate e la scarsa circolazione verticale ed orizzontale delle masse d´acqua, accoppiate con gli accresciuti apporti organici, favoriscono enormemente la crescita sia batterica sia algale, in una parola l´eutrofizzazione del mare. La maggior parte dei fenomeni eutrofici (crescita organica eccessiva) si osserva proprio in estate. I fenomeni relativi alle mucillagini, cui prima ho accennato, rientrano in questa categoria, le mucillagini, infatti, non sono altro che produzioni abnormi di microalghe e dei loro essudati di materiale mucoso e mucillaginoso. Il periodo estivo vede inoltre un accresciuto impatto umano sul mare e quindi un aumento degli apporti di materiale organico dovuti a tutte le attività turistiche svolte sulla costa e sul mare stesso (diportismo). La maggior affluenza e fruizione della risorsa mare provoca quindi il manifestarsi di problemi igienico-sanitari con maggiore frequenza ed incidenza, proprio in un momento in cui le condizioni ambientali naturali ne favoriscono ulteriormente il manifestarsi. Questo cocktail di condizioni naturali e di impatto umano può divenire micidiale per l´ambiente e la salute umana stessa. Per ritornare alla nostra isola, vediamo che le sue coste sono contraddistinte nel loro complesso da due grandi morfologie costiere e dei fondali marini. La zona a nord e nord-ovest è caratterizzata da numerosi agglomerati urbani, coste relativamente basse ed una piattaforma continentale ampia. Le coste per la parte a nord sono rivolte verso il litorale Domizio e il golfo di Gaeta e quindi possono risentire anche di vari apporti fluviali (Volturno, Garigliano) e degli scarichi (Cuma) che interessano quest´area. Inoltre, in questa parte del litorale di Ischia sono presenti diverse condotte sottomarine (Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno) e altri scarichi urbani (es. Pietro Rosse a Cava dell´Isola) che possono contribuire al carico organico delle acque. Il versante a sud e sud-est, invece, mostra una minore presenza urbana ed umana, coste alte e soprattutto una piattaforma continentale molto ridotta e scolpita da numerose testate di canyons (solo tra S. Angelo e Capo Grosso se ne contano 5!). Inoltre questa parte dell´isola è rivolta verso il mare aperto e quindi è soggetta ad una maggiore circolazione delle acque, ricambiate dalla peculiare circolazione a cella che si verifica all´interno dei canyons stessi, e dai normali fenomeni di diluizione e rimescolamento dovuti al moto ondoso e alle correnti. Risulta quindi particolarmente paradossale che problematiche di inquinamento delle acque si manifestino con una maggiore frequenza proprio nella zona dei Maronti che invece dovrebbe essere l´area naturalmente meno influenzata dagli apporti continentali o da altre fonti “esterne”. Ma forse tale paradosso si spiega con il fatto che le fonti di contaminazione organica siano in effetti localizzate su quel litorale medesimo e che la loro azione sia ristretta nello spazio e (speriamo) nel tempo. Infatti, tali fenomeni presentano anche una elevata “imprevedibilità” ed una frequenza oltremodo irregolare, così che vi possono essere intere settimane di acqua pulita e poi altrettanti giorni di acqua sporca, senza alcuna o solo una modesta relazione con le condizioni meteo-marine. Queste particolarità suggeriscono che chi “inquina” ai Maronti vive ed opera egli stesso ai Maronti! Quello dell´inquinamento delle acque ad Ischia non è tuttavia che uno dei molteplici problemi ed emergenze ambientali che influiscono sugli ecosistemi dei fondali di questa nostra isola, anche se attira, in estate, l´attenzione e l´interesse maggiore di tutti per gli indubbi risvolti igienico-sanitari, economici ed estetici collegati con il turismo, ed anche se merita sicuramente soluzioni adeguate a medio-lungo termine. Sono e rimango dunque interessata al “disturbo” e alla “catastrofe” ambientale perché, mio malgrado, sempre più spesso capita anche a me ed ai colleghi del Laboratorio dove lavoro, di dover operare in tale tipo di emergenze. Sono altresì interessata in generale perché il disturbo, il cambiamento e, anche se in modo più drammatico per la nostra prospettiva umana, la catastrofe, sono tutte “forzanti” selettive che hanno permesso l´evoluzione biologica, ed hanno determinato e determinano ancora oggi il successo o l´estinzione di specie, la loro ri-distribuzione nello spazio e cambiamento nel tempo. E quando parlo di specie includo anche noi umani, mammiferi evoluti, “scimmie nude” (come ci ha definito il grande etologo anglosassone Desmond Morris), che devono la loro evoluzione e il loro successo su questo pianeta all´estinzione dei dominatori del Giurassico, i dinosauri, avvenuta molto probabilmente proprio a causa di una catastrofe ambientale di proporzioni planetarie!