Thursday, November 21, 2024

FORZA ITALIA RIPARTE DA ISCHIA

Text_ Pasquale Raicaldo  Photo_ Dayana Chiocca  Alessandra De Cristofaro per App – Agency Press Photo

L’inno di Forza Italia va in loop, alimentando l’attesa. Che diventa spasmodica. Perché è inutile negarlo: qui tutti aspettano lui. Centro congressi dell’Albergo della Regina Isabella, una Lacco Ameno blindata e baciata dal sole: l’invasione allegra dei forzisti in divisa d’ordinanza (uomini in abito scuro e occhiali da sole, donne eleganti e talvolta maliziose nei loro decolleté) fa da preambolo all’arrivo del leader che non tramonta, e che stavolta si attarda a pranzo al San Montano, scortato dall’amico Domenico De Siano e dal sindaco Giacomo Pascale. E si lascia desiderare, mentre quell’orecchiabile motivetto va avanti a ripetizione, preghiera laica di un popolo che dipende dal suo semidio, Silvio Berlusconi.

Bandiere e slogan, barzellette immancabili e un trampolino di lancio verso l’assalto al governo. Ischia torna strategica, il senatore De Siano chiede e ottiene che nel post-terremoto il partito significhi una vicinanza non solo simbolica all’isola e a Lacco Ameno. L’ex premier arriva in tarda mattinata in yacht (con tanto di avaria) da Ravello, dove ha fatto da testimone al matrimonio di Marianna Pascale, una delle sorelle della “sua” Francesca, e mentre Al Bano cantava l’Ave Maria era proprio De Siano a celebrare il rito. Come a dire: l’asse è forte, fortissimo.

Questa convention, che va in scena il 14 e il 15 ottobre richiamando gli Stati Generali del partito e che ha nel titolo un’ottimistica “mission” (“Pronti a governare”), è per Ischia una prova di forza del centrodestra, qui tradizionalmente fortissimo, ma anche una nuova boccata d’ossigeno per alberghi e ristoranti di Lacco Ameno. Il report ufficiale (e forse un po’ gonfiato) parlerà di oltre 3500 presenze, 1190 camere prenotate negli alberghi isolani, 177 giornalisti accreditati, 19 aliscafi “a disposizione”, 16 navette e 10 tavoli tematici con 48 relatori particolarmente qualificati. Ma resteranno soprattutto le parole di Berlusconi, anticipato dal presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, che mette subito le cose in chiaro: “Noi abbiamo un solo candidato premier ed è Silvio Berlusconi, non esistono alternative. Il centrodestra ha un solo leader vincente, non ci possono essere leader vincenti dentro e fuori Forza Italia al di là di Silvio Berlusconi”. Applausi scroscianti. Lui, Silvio, gonfia il petto e si lascia andare a qualche barzelletta delle sue, chiedendo conforto al pubblico in visibilio (parla di bidet e preliminari, quelli insegnati ai maghrebini, e giù grasse risate). Poi spiega: “Se non ho la maggioranza io mi ritiro, perché è colpa degli italiani. Se non sanno giudicare chi è capace e chi non ha mai fatto nulla allora significa che siamo un popolo che non merita nulla ma penso che gli italiani avranno buon senso”. Taglia corto sui grillini (“Sono ribellisti incapaci e a quanto mi hanno detto Di Maio è solo un frontman, Grillo ha già incontrato tre volte Davigo: io se diventa premier il giorno dopo lascio l’Italia, è un concentrato di odio e invidia”) e promette agli ischitani che vigilerà sulla ricostruzione post terremoto, che dovrà cominciare “entro la primavera”. In tarda mattinata, Berlusconi era stato in zona rossa con Domenico De Siano, la consigliera regionale di Forza Italia Maria Grazia Di Scala e, naturalmente, i due sindaci, Castagna e Pascale, entrambi forzisti. Ad accoglierlo uno striscione-appello che gli attribuisce, neanche a dirlo, poteri da demiurgo (“Un appello al presidente Silvio Berlusconi: ricostruire subito come a L’Aquila”, ma qualcuno borbotta: “E mica è al governo!”). Berlusconi stringe mani e promette aiuti: lo fa al comitato “Risorgeremo nuovamente”, ma anche ad Alessandro Toscano, il papà dei bimbi estratti vivi dalle macerie. E’ l’antipasto al bagno di folla del pomeriggio, alla convention. In molti non riescono ad entrare nella sala gremitissima. Vengono annunciati due “maxi schermi” all’esterno: in realtà sono piccoli televisori, ma va bene ugualmente. Si forma la calca anche lì. Ischia c’è, con i berlusconiani della prima ora: Davide Conte e l’intera famiglia di Giuseppe Di Meglio. L’avvocato Gino Di Meglio, la consigliera ischitana Giustina Mattera, figlia del medico Luigi e profilo interessante della nuova generazione di centrodestra ischitana.

Domenico De Siano è soddisfatto, glielo si legge sul volto: “Numeri eccezionali a Ischia, la Campania è al fianco di Silvio: siamo davvero pronti a governare”, dirà ai giornali nazionali. Da consigliere regionale campano di Forza Italia, il bagno di folla è un piccolo successo personale che gli vale qualche punto in più. Lui sottolinea “lo sforzo organizzativo enorme e la profondità di dibattito e proposta, premiata da un successo indiscutibile”. E naturalmente ringrazia l’amico Silvio, “che con la sua Presenza (scrive in una nota, la ‘p’ è rigorosamente maiuscola, n.d.r.) ha dato un segnale assolutamente incoraggiante al nostro partito e al Paese”. Ringrazia anche “i tantissimi europarlamentari e parlamentari nazionali presenti, i nostri consiglieri regionali e locali e i tantissimi dirigenti e militanti e soprattutto i 120 volontari che hanno reso questi due giorni indimenticabili”. E dice anche che “il nostro progetto di apertura e rilancio del partito, ulteriore felice intuizione del nostro Presidente Berlusconi, è vincente e saprà restituire al Sud e all’intero Paese quella dignità, anche sul piano internazionale, che i governi abusivi delle sinistre hanno solo mortificato”. Per lui, questo successo organizzativo e di presenze potrebbe tradursi nel trampolino di lancio per le nuove politiche: dopo aver accarezzato, seppur fugacemente, l’idea di una candidatura a sindaco di Ischia, il senatore – che nel civico consesso del Comune ischitano siede tra i banchi della minoranza – medita dunque la corsa verso la conferma al Senato e si compiace per la fedeltà del suo feudo lacchese: al porto, all’arrivo dell’ex premier, erano in centinaia ad inneggiare a Berlusconi. Tanto affetto e qualche selfie, prima che partisse – perentorio – l’inno di Forza Italia.