n:13/2007
Photo: Redazione Ischiacity
Text: Lucia Elena Vuoso
A Parigi si definirebbe flower art director, ad Amsterdam sarebbe considerato un vero e proprio artista, a Roma e Milano avrebbe la stessa autorevolezza dei designer, qui ad Ischia è semplicemente Gigino Trofa. E’ difficile collocare precisamente la sua professione: è l’uomo dei fiori e del bello che ha ripensato e riproposto in chiave attuale l’uso del verde, inventando composizioni che, da sole, possono arredare un ambiente.
Eclettico e vulcanico artista dell’arte floreale è un uomo dalla personalità limpida, con tanti valori e tante idee per la testa. Di indole semplice ed istintiva, Gigino prende l’ispirazione da tutto ciò che lo circonda, dalla natura come dalle persone e dalle emozioni stesse che riesce a provare, con un animo puro che gli permette di trarre l’essenza dalle cose e di trasporla poi, in quello che fa.
Quando ci accoglie nel suo negozio, che ha battezzato “Regina di fiori”, arriva un po’ in ritardo e visibilmente emozionato: “Sono andato ad ispirarmi – ci dice con un sorriso – ho un amico che fa l’apicoltore e le api, che erano diventate troppe in un’arnia, stavano sciamando. Dopo aver visto questo spettacolo naturale, tutto un grappolo di insetti che si preparava a traslocare, sicuramente comporrò qualcosa”.
Ci chiediamo come mai un uomo con queste doti abbia il suo negozio a Fontana, nella piazzetta di Noia, e non al centro di via Roma o di Forio, che sono certo posti più visibili per un’attività del genere. Ebbene, Gigino ci racconta che è molto attaccato al suo paese e alle sue origini, e anche al negozio che ha aperto nel 1999. Non aveva un budget molto elevato, ma la sua voglia di creare era così forte, che il nonno gli diede la possibilità di usare una stanzetta che affacciava sulla strada “e così cominciò la mia avventura. All’inizio avevo tutto un ambaradan di fiori, ma qui, chi li doveva comprare? Decisi allora di prendere un po’ di oggettistica, ma volevo qualcosa di più, di particolare, volevo che la mia anima si rispecchiasse nella bellezza delle cose che proponevo e così iniziai a fare le composizioni”.
Certo, in principio dev’essere stata dura, ma quando una persona ha veramente del talento, non ci vuole molto perché gli altri inizino a capirlo e ad apprezzarlo. E poi, diciamoci la verità, anche oggi che “Regina di Fiori” avrebbe la possibilità economica di trasferirsi, Gigino sceglie di non farlo, infatti vuole lavorare, ma non troppo, e vuole creare per passione, perché le cose riescono bene e trasmettono sensazioni forti solo se le si fa con amore, altrimenti tutto si riduce a semplice commercio.
E questa filosofia si ritrova appieno nelle composizioni di Gigino, anzi, le creazioni che nascono partendo dagli oggetti che usiamo nella quotidianità, quelle che richiedono largo impiego di fantasia ed armonia piuttosto che di denaro, sono le più riuscite. Dai bicchieroni per i frullati, Gigino è riuscito ad inventarsi dei frappè di fiori, con tanto di biscottino, cannuccia e fragolina sul bordo, oppure ha sostituito il classico cuscino floreale che si porta ai morti con dei cuscinetti di tessuto vero, in seta e velluto viola adagiandoci su delle cattlee; addirittura con un bambù ha creato l’arco di Cupido con tanto di faretra contenente frecce di rose rosse, come regalo di un fidanzato per riconquistare la sua bella, e non è raro che lo si veda dal fruttivendolo ad acquistare fascetti di fagiolini, carciofi e lattughe che poi mixa coi fiori dando vita a splendidi centrotavola.
La vena creativa di Gigino esce fuori soprattutto quando deve addobbare una chiesa per un matrimonio. “L’unico corso che ho fatto in vita mia è stato uno di vetrinistica che durava tre giorni, e la prima cosa che ci dissero è che la vetrina per eccellenza è la chiesa. Da allora, quando mi chiamano per l’allestimento degli addobbi di un matrimonio, non so mai che farò fino a tre giorni prima, quando inizio a lavorare. Devo vedere la chiesa, la devo studiare e capire quello che mi trasmette, e poi creo direttamente lì, proprio come in una vetrina. Sono fortunato perché gli sposi si fidano ciecamente di me, capiscono che ho occhio per le cose belle e sanno che sono anche molto obiettivo ed autocritico: se non me la sento di fare una cosa, non mi sforzo, semplicemente lascio perdere”.
L’addobbo di cui va più fiero è sicuramente “lo specchio dell’anima”, che ha battezzato come un figlio più che come un’opera d’arte. Ha riempito la chiesa di grandi specchi e davanti ad ognuno ha messo una composizione floreale con due diverse facce, di cui una si poteva guardare solo attraverso il riflesso.
Anche se l’uomo dei fiori non ha mai messo affissioni o annunci per farsi conoscere, grazie al passaparola la sua fama è arrivata fino al lussuosissimo cinque stelle di Casamicciola, il “Manzi”, i cui proprietari lo hanno voluto come curatore di tutti i dettagli floreali: dai centrotavola, alla reception, alle terme. Qui, ogni settimana, realizza qualcosa di diverso ed originale, prendendo spunto dai colori della nostra isola, come il nero del corallo, il verde dei limoni e il bianco delle conchiglie, mentre per il design ricercato delle terme preferisce usare pochi fiori dalle linee essenziali, ma di grande visibilità.
Fin dal giorno in cui ha deciso di cimentarsi in quest’avventura, Gigino ha un motto: “è meglio aver coraggio e decidere rischiando di sbagliare, che torcersi nell’incertezza scoprendo di aver ragione quando è tardi”, che lo accompagna in tutto quello che fa. Al di là del lavoro, che pur nascendo da una passione, resta sempre lavoro, Gigino infatti, ha tutta una serie di idee, che talvolta possono apparire folli, ma che il più delle volte si trasformano in eventi di grande impatto e partecipazione. Sua è stata l’iniziativa di recitare la “Gatta Cenerentola” a Fontana, o di allestire una mostra con fotografie dei tempi che furono sull’eremo dell’Epomeo, e grazie a lui le processioni in onore della Madonna della Mercede non sono mai statiche e scontate. In programma per la prossima stagione c’e’ l’allestimento di una sfilata…di oggetti! Questa è sicuramente una cosa per la quale ci vuole coraggio, ma che già si preannuncia come un altro grande successo del Re di Fiori.