33/2012
Text: Riccardo Sepe Visconti
Nella pluridecennale esperienza di Luciano Bazzoli, vi sono incarichi da imprenditore, pubblico dirigente e amministratore politico. E’ stato più volte Assessore, presidente di Ischia Ambiente, società partecipata del comune di Ischia, vicepresidente di Federalberghi Nazionale Federalberghi e attualmente vicepresidente della sezione campana. La sua esperienza è così divenuta preziosa per gli equilibri della politica locale: diventa difficile prescindere dai suoi giudizi se si desidera operare bene nel settore del turismo ad Ischia. Recentemente Bazzoli è impegnato alla costruzione del Distretto Turistico Alberghiero, che è un ambizioso e strategico progetto che trasformerà il disordinato e, a tratti, fratturato sistema delle imprese locali in una realtà omogenea e votata al conseguimento di un diffuso benessere economico e, soprattutto, del rilancio dell’isola d’Ischia. Presto, infatti, centinaia e centinaia di aziende locali – anche molto dissimili fra loro – sia per fatturato che per obiettivi di impresa si collegheranno in un’unica grande rete, ricevendo notevoli vantaggi e apportando l’una all’altra maggiori benefici. Il Distretto Turistico Alberghiero è il futuro dell’isola d’Ischia e Luciano Bazzoli, oggi, è tra i maggiori custodi di questo futuro. Ci incontriamo a poca distanza di tempo da una riunione degli albergatori isolani molto affollata e partecipata, in cui era palpabile la preoccupazione per il futuro del turismo e delle loro aziende. Sicuramente, inoltre, la diffusione dello spot TV della DimHotels passato su canali nazionali in giugno per pubblicizzare soggiorni a Ischia ormai in alta stagione a 199 euro per una settimana, pensione completa, ha fatto prendere coscienza a tutti che Ischia è davvero in svendita. Ci ha preoccupato molto l’andamento del mese di maggio, non ricordiamo una stagione così fiacca da quarant’anni, e soprattutto ci preoccupa quello che potrà essere l’andamento dell’intera stagione 2012. Certo, la concomitanza con lo spot di cui hai detto è significativa, perché è la presa d’atto che ci sono alberghi orientati ad una strategia commerciale aggressiva nella politica dei prezzi, ed è il segno concreto che la situazione è grave. Un operatore internazionale, specializzato nella vendita di vacanze sui mercati del Nord Europa attraverso i siti internet, mi ha raccontato che in questo momento la domanda per le località del Golfo di Napoli vede al primo posto Capri con il 30% delle prenotazioni, la penisola Sorrentina con il 20% mentre solo il 4% delle richieste riguarda Ischia. E se il calo delle performances dell’isola cui si è assistito in questi anni – e che si è manifestato come riduzione dei fatturati più che di presenze – è sicuramente dovuto anche alla recessione internazionale, è altrettanto vero che qui abbiamo dei problemi in più rispetto ad altre realtà turistiche. Lo sviluppo anomalo degli ultimi vent’anni ha fatto di Ischia la più imponente concentrazione del sud Italia nel rapporto dimensioni del territorio-numero di posti letto con 400 aziende alberghiere e 10mila addetti: una crescita eccessiva che oggi costituisce un handicap, perché questi posti vanno venduti. In realtà, già alla fine degli anni ’90 si pose il problema di un eccesso di licenze alberghiere, per quanto allora Ischia lavorasse ancora molto bene: quando, poi, sono venute meno le convenzioni con le casse-malattie in Germania, che coprivano ai loro assistiti soggiorni per le cure termali molto lunghi, il problema si è manifestato in tutta la sua ampiezza. Pensa che di frequente gli ospiti si fermavano anche 2 settimane, mentre oggi le presenze sono spesso limitate a 2 giorni e mezzo! E se anche ci sono soggiorni settimanali, il loro valore in termini di costo è uguale a quello di 2 giorni e mezzo, e quindi dal punto di vista del fatturato la sostanza delle cose non cambia. E’ arrivato il momento di dire chiaramente che la responsabilità della svendita dell’isola va data ad alcune catene alberghiere che praticano una politica di forte ribasso dei prezzi, in primo luogo la DimHotel? In verità, la prima catena che ha venduto soggiorni a prezzi bassi a Ischia, a partire dagli anni ’90, è stata Aurum: ma la cosa aveva un risvolto meno negativo perché era una politica dei prezzi che veniva adottata in tutti gli alberghi del gruppo, quindi non caratterizzava solo le strutture presenti a Ischia e ciò rendeva meno strutturale la ricaduta sull’immagine dell’isola. Insomma, la percezione esterna era che ad essere venduti a poco erano i soggiorni presso gli Aurum Hotels di Ischia, non l’isola nel suo complesso, come sta accadendo invece da alcuni anni! Inoltre, se guardiamo alla storia degli alberghi ischitani, emerge con evidenza che, a parità di classificazione, fra i diversi Comuni c’è sempre stata un’articolazione interna: infatti, le strutture di Forio si rivolgono ad una fascia di pubblico media, quelle di Lacco Ameno a un pubblico decisamente più alto, grazie alla presenza di più cinque stelle; Ischia, invece, ha scelto un posizionamento intermedio. Negli ultimi anni, tuttavia, Ischia va in direzione di una collocazione medio-bassa, come Forio, anzi si fanno concorrenza fra di loro per chi è più aggressivo su questo nuovo tipo di mercato. Nell’affermazione di Ischia come località turistica low-cost ha giocato un ruolo importante l’enorme sviluppo di internet. Certo, la diffusione dei call-center prima e soprattutto di internet ha consentito di arrivare direttamente ai clienti, facendo a meno dell’intermediazione costituita dall’agenzia di viaggio e dal tour operator, e la percentuale di guadagno dell’intermediario – intorno al 30% in media – corrisponde appunto allo sconto praticato dalle catene. La svolta però, c’è stata quando questo che, per chiarezza, chiamo il “metodo Aurum” è stato adottato da un certo numero di gruppi alberghieri tutti operanti solo a Ischia: allora, infatti, esso è diventato caratterizzante del modo di fare turismo nell’isola, si è andato identificando con la sua stessa immagine. Pensi che l’attuale situazione con le sue nefaste conseguenze, in primo luogo l’impoverimento dell’indotto commerciale, sia reversibile? Un’inversione di tendenza non si ottiene in tempi brevi, tuttavia il prodotto-Ischia ha sempre enormi potenzialità e apportando subito dei correttivi, si può quantomeno iniziare ad invertire la rotta. Una delle armi vincenti di Ischia è sempre stata la facile raggiungibilità: sapere di poter arrivare in un’isola con l’offerta di Ischia (sia in termini di risorse – mare, terme – che di strutture fra cui scegliere) in sole due ore e mezzo, grazie all’aeroporto internazionale di Capodichino, costituisce un valore aggiunto notevole. Tanto più oggi che si tende a fare più vacanze ma brevi, i tempi ridotti di viaggio divengono strategici se ci confrontiamo con isole come le Eolie e l’Elba, per esempio, che non hanno questo tipo di vantaggio. Tuttavia, non dobbiamo nasconderci che esiste, ed è serio, il problema del costo altissimo che si paga per giungere sull’isola, tanto più che il prezzo medio dei soggiorni è, viceversa, basso. La netta affermazione politica alle ultime Amministrative di Giosi Ferrandino e Domenico De Siano, preceduta da una serie di successi di entrambi sia nell’isola che negli Enti superiori come Provincia e Regione, consentirà di realizzare un’asse forte sia all’interno che sui tavoli di interlocuzione in continente, per dare finalmente una voce politica autorevole all’isola d’Ischia? Io sono ottimista e spero che prevalga il buonsenso, anche da parte dei loro – diciamo così – antagonisti. Dopo 40 anni il sistema-turismo di Ischia è sull’orlo del baratro, per non dire che ci siamo già caduti dentro, gli alberghi e i porti turistici sono vuoti: è passato ormai del tempo dalle elezioni e il paese è in difficoltà, quindi, faccio un appello ai due leader e a tutti quelli che operano insieme a loro. Penso, infatti, che questi Amministratori abbiano una responsabilità molto grande, perché la loro affermazione ha coinciso con un momento determinante per Ischia: nei prossimi 2-3 anni si scriverà il futuro della sua economia, in positivo o in negativo. Collocherei anche te fra le figure vicine ai politici cui mandi il tuo appello, vista l’attività amministrativa che ti ha visto protagonista a più riprese, ma tu sei anche un imprenditore alberghiero: non credi che l’impulso al cambiamento non possa darlo solo la politica, che anche l’impresa debba fare la sua parte? Sono assolutamente d’accordo. Se oggi non si attua una reale attività di indirizzo del turismo è anche perché il sistema d’impresa non è stato sufficientemente credibile e coeso. La presenza di due politici come De Siano e Ferrandino, peraltro anch’essi albergatori, non basta: la categoria deve stare al loro fianco, altrimenti s’indeboliscono, è il sistema imprenditoriale che deve dare forza a chi amministra. Infatti, l’attuale sistema elettorale fa sì che la squadra di governo riceva molti condizionamenti, quindi è necessario che il sistema economico chieda a gran voce le regole, altrimenti chi governa si limita a gestire l’ordinario. Gli Amministratori appena eletti hanno 5 anni davanti a sé e potrebbero davvero impostare un rilancio del sistema, non curandosi dei compromessi contingenti. E’ chiara la sensazione che la categoria degli albergatori stia prendendo coscienza della gravità della situazione: la paura è molta… E le casse sono vuote! In realtà, è circa un anno che lavoriamo a un progetto di rilancio, l’idea è partita dalle strutture di fascia medio-alta che sono molto preoccupate dalla deriva negativa. Ci muoviamo su due binari: il sistema rete di impresa e il distretto turistico. La rete d’impresa ci consente di unire le aziende, di avere delle agevolazioni e soprattutto di proporci alle Amministrazioni come partners seri. Subiamo il forte ritardo della regione Campania, che ancora non ha approvato la nuova legge per il turismo: Ischia e tutto il Mezzogiorno non possono permettersi più di perdere tempo, quindi abbiamo deciso di andare comunque avanti. Vogliamo lanciare un appello all’impresa per far sì che la sinergia non cresca solo fra le singole aziende, ma con tutto il territorio. Solo in questo modo, infatti, si potrà riuscire a ridisegnare l’offerta dell’isola d’Ischia che è invecchiata ed insufficiente, soprattutto se vogliamo puntare su un target di turismo che accanto a quello dei fruitori del “termalismo puro”, comprenda anche altre fasce di pubblico. Ma per reindirizzare le attività di intrattenimento ed i servizi ci vuole programmazione e regole certe entro cui operare, non si può più muoversi ciascuno per proprio conto.