Friday, November 22, 2024

27/2010

Solo quattro anni fa l’hotel Terme Manzi ha aperto di nuovo i battenti. Giacomo Polito e la figlia Maria che lo dirige, scegliendo di restituire nuovo splendore ad uno degli stabilimenti termali più antichi e prestigiosi fra quelli di piazza Bagni a Casamicciola, per trasformarlo in albergo a cinque stelle, hanno fatto una scommessa audace, importante, che ha arricchito l’isola di una struttura dedicata all’ospitalità di qualità superiore. L’albergo con l’arredamento molto curato, originale, a tratti estroso, le piscine, il reparto termale all’avanguardia e la scelta di privilegiare nei dettagli il servizio offerto, illustrano bene gli obiettivi che si perseguono al Manzi: creare attorno al cliente un’atmosfera speciale, che altrove non si respira, lasciare in lui un ricordo che sia indelebilmente legato a quei luoghi. Da subito, accanto ad un settore tradizionale per l’isola come le terme, la proprietà ha voluto distinguersi, facendo un fortissimo investimento nella ristorazione. All’interno del Manzi apre, infatti, insieme all’albergo, nel 2006, il ristorante gourmet Il Mosaico. Ideato da uno chef ischitano giovane e di grandissimo talento, Nino Di Costanzo, realizzato grazie alla scelta dei Polito di puntare sull’eccellenza, oggi Il Mosaico con i suoi cinque tavoli per circa venti coperti costituisce un’esperienza del gusto unica. Al punto da ricevere alcuni fra i più grandi riconoscimenti che la critica gastronomica assegna: nel 2008 e nel 2009 – per l’anno successivo Nino Di Costanzo ed Il Mosaico conquistano la stella Michelin, la guida enogastronomica francese bibbia degli intenditori, cui si aggiungono i premi del Gambero Rosso come Ristorante Rivelazione 2010 e come Chef Emergente dell’anno dalla Guida ai Ristoranti d’Italia del Sole 24 Ore. I ristoranti italiani con due stelle Michelin sono soltanto trentasei: entrare in quella ristretta rosa vuol dire collocarsi nell’empireo della ristorazione, essere scelti da appassionati ed esperti di enogastronomia oltremodo sofisticati, ma anche entrare nel circuito del turismo di lusso della gastronomia. “Avevamo puntato moltissimo sul termalismo – rileva Maria Polito – ma oggi è il ristorante che ci dà notorietà, il Mosaico attrae ed entusiasma e ci ha consentito di uscire dai confini dell’isola per sbarcare sulle riviste e in ambienti selezionati nazionali ed internazionali. Se si riuscisse a creare nell’isola un certo numero di strutture della ristorazione ad alto livello, si potrebbe pensare di proporre l’isola come meta di turismo gastronomico di elité, cosa che è già realtà altrove e che farebbe sicuramente bene a Ischia, soprattutto se si riuscisse a offrire a questi che sono ospiti esigenti anche altre forme di divertimento che possano invogliarli a fermarsi”. Magnati russi ed arabi, imprenditori italiani inseriscono l’isola d’Ischia nei loro itinerari espressamente per sedersi al Mosaico ed assaggiare i piatti di Nino Di Costanzo. Piatti che sono creazioni folgoranti, figlie di una filosofia del cibo che lui ha ben chiara dentro di sé e che fa di una cena al Mosaico il viaggio attraverso i sapori, i profumi, la creatività di una cucina che si muove con audacia ed equilibrio, raro rigore nella ricerca degli ingredienti e sbrigliata fantasia, filiale attaccamento alla propria terra e a quanto essa produce e desiderio di esplorare tecniche e culture del mangiare diverse per riviverle insieme alla propria. Tutto questo “si mette in scena” – come ama dire lo chef stellato – ogni volta che i clienti siedono nelle confortevoli poltroncine e iniziano quelle tre ore del servizio in cui tutto deve essere impeccabile e per il quale lui e la sua fantastica brigata di dodici collaboratori lavorano per ore ogni giorno, per settimane, per mesi. Una struttura affiatata e professionale ha sempre supportato Nino Di Costanzo e lo staff è cresciuto insieme al ristorante. Lo affianca dal primo momento come food manager Costantino Russo, sommelier ed esperto di oli, che sottolinea come “i piatti di Nino hanno degli equilibri da rispettare: tutti, dai sommelier ai maitre ai cuochi, li provano in fase di ideazione e quando sono finiti, in modo da conoscerli a fondo e quindi sono in grado di presentarli ai clienti, facendo l’abbinamento con i vini, anche a bicchiere”. La carta dei vini in questi anni è cresciuta arrivando a 750 etichette, ed una dedicata è solo a champagne e spumanti. Ma poiché ciascun settore della ristorazione deve avere la sua identità, l’hotel Terme Manzi propone ai suoi ospiti anche il ristorante tradizionale, Gli Olivi, la possibilità di uno spuntino veloce a bordo piscina con il Bouganville e un room service con carta propria sempre a disposizione.

Photo: Enzo Rando
Text: Silvia Buchner

MAZI A 5 C

Il calore ed il comfort di una bella casa, il piacere di incontrare persone cordiali oltre che professionali, il gusto di soggiornare in un luogo che abbia personalità: in un’epoca di indiscutibile tendenza all’omologazione – in cui si inseguono gli standards penalizzando le specificità – il vero lusso per le aziende che lavorano per fare della vacanza un momento davvero unico, diventa connotarsi in modo da essere ricordati, comunicare emozioni indimenticabili – con il cibo, l’arredamento, il servizio offerto. Gli alberghi creati e diretti seguendo questa filosofia hanno trovato il loro riferimento nella prestigiosa associazione Relais & Chateaux, nata in Francia e che oggi conta aderenti in tutti i continenti. “Ho sempre pensato che l’impostazione che abbiamo dato al Terme Manzi potesse farci aspirare a diventare un albergo Relais & Chateaux” – sottolinea la proprietaria Maria Polito. Charme, cortesia, calma, carattere e cucina sono i cinque concetti che caratterizzano le strutture che appartengono a questo circuito alberghiero e sembrano pensati apposta per definire il cinque stelle che sorge nel cuore di Casamicciola. Il fascino indiscusso di una struttura storica dell’isola recuperata con originalità accoglie i clienti, avvolgendoli in un’atmosfera calda e rilassata, grande attenzione è riservata al rapporto con gli ospiti, in modo da poterne interpretare appieno le esigenze, mentre Il Mosaico, il ristorante gourmet dell’albergo, si colloca ai vertici della ristorazione grazie al suo creatore, lo chef Nino Di Costanzo premiato con le due stelle Michelin. Obiettivi complessi, che hanno alle spalle molto lavoro ed investimenti, per preparare il personale, connotare i servizi, creare particolari atmosfere che diano un volto speciale all’albergo. Tutte le sensazioni di benessere, piacere, unicità che il Manzi comunica a chi vi trascorre le sue vacanze, hanno coinvolto anche i due ispettori in incognito i quali, dopo un week end trascorso a ‘studiare’ l’albergo nei minimi dettagli, hanno steso una relazione molto positiva, tale da consentire al Manzi di diventare una struttura Relais & Chateaux e a Nino Di Costanzo con il Mosaico di essere scelto fra i Grand Chefs, cioè i ristoranti ammessi nell’associazione, insieme ad altre 35 realtà alberghiere e della ristorazione in tutto il mondo. L’esclusività perseguita da Relais & Chateaux vuol dire conferire una linea precisa e riconoscibile all’albergo e quindi valorizzare il ruolo del proprietario, inteso come il padrone di casa che accoglie i suoi ospiti, non considerati mai dei semplici clienti e individuare ciò che rende un luogo unico: il Terme Manzi ha scelto di identificarsi con le sue acque termali, quelle della fonte del Gurgitello a piazza Bagni, che appartengono alla storia del termalismo e che ne fanno il solo fra gli alberghi italiani di Relais & Chateaux ad avere una spa con autentiche acque termali. Appartenere a questo circuito significa prestigio, per il rigore e la cura con cui si selezionano le strutture, visibilità attraverso la guida che entra in tutti gli altri alberghi Relais & Chateaux, presenza alle fiere del lusso in tutto il mondo. La clientela Relais & Chateaux tende a essere fidelizzata, nel senso che viaggia e soggiorna scegliendo di soggiornare in questi alberghi in cui si sente come a casa propria: con l’ingresso del Terme Manzi – unico fra gli alberghi isolani ad aver raggiunto questo obiettivo – anche Ischia diventerà una tappa per questi ospiti raffinati ed esigenti. “Accanto all’indiscusso riconoscimento che viene al nostro lavoro di imprenditori alberghieri da questo traguardo raggiunto, per la mia famiglia è una grande soddisfazione aver contribuito a far sì che l’isola d’Ischia, attraverso il Terme Manzi, abbia conquistato questa vetrina internazionale”.